“Quello che sarà il cammino ancora non lo so, questa è solo la partenza…” recita una famosa canzone che ascolto alla radio mentre guido verso casa al termine dell’ennesima giornata trascorsa qui, ed è questa la frase che ho scelto di utilizzare per rispondere a tutti quelli che da qualche giorno, dopo aver appreso di questo mio nuovo progetto, mi chiedono di saperne di più.
Perché questo progetto nasce da una mia visione ma intende proseguire aggregando le vostre migliori visioni. Sabato 13 agosto, dalle ore 18 aprirà il Giardino Epicureo, il primo giardino sensoriale e terapeutico in Calabria che prende ispirazione dal pensiero del filosofo greco Epicuro (secondo il quale il fine ultimo della vita è l’assenza di dolori fisici e di turbamenti dell’anima, l’ataraxìa, l’imperturbabilità, conquistabile attraverso la selezione dei piaceri più semplici ed essenziali come le relazioni con gli altri, il buon cibo, il contatto con la natura, la pratica della filosofia) e da quello del giardiniere Jorn De Précy (secondo il quale il giardino è l’unico luogo in cui è ancora realizzabile il sogno di una relazione armoniosa tra l’uomo e la natura e dove lo spazio vegetale può mescolarsi con quello dell’uomo).
In una regione costantemente violentata come la Calabria, questo spazio si propone come un’oasi dove rifugiarsi, come un’argine contro l’avanzare della desertificazione ambientale, sociale e culturale.
Un esempio da imitare come tutto ciò che ho prodotto nel corso della mia vita, perché il cambiamento nasce dall’ispirazione.
Sabato non si tratterà di un’inaugurazione, non tutto è ancora pronto, quella la faremo a settembre, non è questo il momento giusto, tra menti in vacanza e miriadi di eventi in concomitanza l’attenzione rischia di farne le spese.
Si tratterà, molto semplicemente, di un’apertura, di un piccolo rito beneaugurante che apre ad un periodo di rodaggio, nel corso del quale chiunque potrà frequentare il giardino e lasciare impressioni, suggerimenti, critiche e proposte volte alla sua crescita.
Dal 13 agosto e fino alla data, ancora da definire, di settembre tutti i giorni saranno inaugurali, non ci sarà bisogno di accalcarsi in un singolo giorno.
Questo spazio non è pensato per ammassare numeri e fare cassa ma per far stare bene e far relazionare esseri umani che sentono il bisogno di farlo, perchè il senso e lo scopo di questo progetto richiedono consapevolezza, attenzione, tempo, concentrazione per poter essere vissuti e compresi appieno.
Il Giardino Epicureo è uno spazio naturale e informale di relazione tra esseri umani e tra esseri umani e piante, uno spazio in continuo divenire, in cui sarà possibile: ritrovare il benessere psico-fisico attraverso il contatto con la natura e le esperienze sensoriali che offre; guarire dai mali dell’anima attraverso la pratica della filosofia; stabilire nuove relazioni umane e vegetali partecipando ad iniziative ed eventi culturali, artistici, formativi, ludico-ricreativi e di meditazione.
La strutturazione a terrazzamenti consente, oltre che di contemplare uno dei panorami più belli sulla costa jonica calabrese, la suddivisione tematica degli spazi e la destinazione degli stessi nelle attività appena indicate.
Gli spazi svolgono funzioni diverse e complementari a seconda degli orari della giornata, dei target e dei periodi dell’anno.
La stessa esperienza potrà assumere caratteristiche nuove a seconda del periodo e delle modalità con cui verrà vissuta.
Il giardino, in fase di apertura, sarà dotato di un emporio che offre la possibilità di scoprire i migliori prodotti tipici calabresi a servizio di chi intende organizzare un picnic all’aperto; di 6 aree picnic coperte dotate di barbecue; di un’area benessere con vasca idromassaggio da 8 posti e 2 docce emozionali; di un’agorà con un centinaio di posti a sedere dove assistere ad eventi, spettacoli, iniziative culturali e formative.
Gli spazi del giardino potranno essere noleggiati per tenere convivi, feste (di compleanno, di laurea, etc.) degustazioni, ricevimenti, attività ludiche e ricreative in genere, riunioni di lavoro, meeting.
Col tempo, nel giardino, prenderà forma un percorso eco-sensoriale realizzato selezionando specie botaniche, riconosciute come terapeutiche, prevalentemente autoctone, capaci di produrre sensazioni olfattive, tattili, gustative, visive, uditive e in grado di coinvolgere e trasmettere piacevoli sensazioni ai visitatori.
Ci sarà spazio anche per la pratica della meditazione o per lo svolgimento di attività fisiche e olistiche come lo yoga, il rebirthing, il pilates ed altre, volte al ritrovamento dell’armonia interiore.
Il giardino fornisce agli artisti spazi per esprimere la propria creatività e trovare ispirazione, per l’organizzazione di mostre e esibizioni di pittura, scultura, musica, artigianato e si arricchirà col tempo di installazioni e opere d’arte.
Nel giardino saranno organizzati laboratori di giardinaggio per avvicinare adulti e bambini al mondo vegetale e alla cura e alla coltivazione delle piante.
Infine, ospiterà la Scuola eretica dell’Essere e altre attività formative volte alla crescita culturale e spirituale degli ospiti.
Il giardino sarà disseminato di angoli lettura con piccole biblioteche tematiche sulla natura e la filosofia.
La terapia che il giardino propone non è solo quella che trae forza dalle piante ma anche dalle migliori iniziative culturali e formative, in cui la filosofia gioca un ruolo di primo piano. Infine, a breve, un’interfaccia software appositamente progettata per noi consentirà di vivere un’esperienza relazionale con le piante attraverso il tatto, l’udito e la vista.
Il giardino, in questo progetto, è considerato un simbolo, una modalità di abitazione di uno spazio dotato di senso, in una società che ha smarrito il senso del proprio vivere. Uno strumento per riavvicinare l’uomo alla natura in una società malata, incapace di esprimere senso a partire dai luoghi che abita e vive quotidianamente. Se lo spazio che viviamo non è più in grado di raccontarci nulla è perché abbiamo smarrito la capacità di entrarci in relazione. Solo i giardini sembrano resistere al naufragio della modernità, come luoghi dove rifugiarsi, rigenerarsi e ricreare relazioni (umane e culturali). Esistono ancora dei luoghi (i giardini) in cui ritrovare, nel dialogo e nella familiarità della natura, nei nostri cuori, ciò che ci rende umani e degni del bello che la vita offre. Il giardinaggio è un dialogo continuo con la terra e, attraverso questo dialogo, ricreazione di un dialogo con noi stessi e con gli altri.
La natura umana è culturale e la conoscenza è il modo tipicamente umano di essere naturali, cioè di realizzarsi. Ecco perché questo giardino, questo ambiente, sarà anche spazio di cultura e di conoscenza (dal francese connaissance = nascere insieme). La natura umana è cultura, il che implica coltivazione. Coltivare significa prendersi cura, rendere bello, portare alla perfezione, non tramite il possesso e il dominio ma attraverso un’amorosa plasmazione (che è allo stesso tempo custodia) dell’opera del Creatore.
Questa storia inizia nel 2019 e, nel corso di questo tempo che ci separa da qui all’evento di settembre, proverò a raccontarvela su questo sito che, in questo tempo, prenderà forma e contenuto.
Massimiliano Capalbo