di Claudio Caroleo –
Uno dei momenti più intensi ed emozionanti della prima edizione del Tropea Film Festival organizzato dal direttore artistico Emanuele Bertucci, è stata sicuramente la proiezione esclusiva del cortometraggio Prima di domani, scritto e diretto da Giulia Zanfino, con la fotografia di Mauro Nigro, le cui sequenze sono state girate a Catanzaro nel gennaio del 2023, a 10 anni di distanza dall’accaduto.
Il corto, tratto da notizie di cronaca di pubblico dominio e non dal libro Se tu potessi vedermi ora, edito Mondadori, ripercorre i momenti precedenti al tragico evento di cronaca nera risalente al 2013, ovvero quello della misteriosa morte di David Rossi (Walter Cordopatri) capo della comunicazione della banca Monte dei Paschi di Siena.
Spicca l’interpretazione della protagonista, la giovane attrice catanzarese Mariadea Galiano, nei panni di Carolina Orlandi, figlia di David Rossi, e oggi giornalista affermata, nonché autrice del libro sopracitato. Un ruolo decisamente delicato ed emotivamente complicato, ma soprattutto un ruolo di grande responsabilità. Ed è con lei che il sottoscritto ha avuto il piacere di conversare.
Quanto sapevi effettivamente di questa storia?
«Quando ai notiziari si cominciò a parlare di questo caso avevo 13 anni, se ne parlava a casa… pensare che dopo 10 anni si stia ancora cercando di fare chiarezza è straziante».
Cosa ti ha spinto ad accettare un ruolo così delicato?
«In origine mi fu proposto un ruolo senza troppi dettagli, rispondevo al profilo che cercavano e fui contattata. Mi bastò sapere che avrei dovuto avere a che fare con una storia realmente accaduta, amo i prodotti biografici… vincere quel provino suscitò in me una profonda emozione, perché oltre alla schiacciante somiglianza fisica che mi si veniva fatta notare, mi catturò la forza di una ragazza che ho immediatamente sentito vicina. Ho preso molto a cuore Carolina».
Qual è stato l’approccio al personaggio?
«L’obiettivo che mi ero posta era quello di volermi fare un’idea precisa della sua persona, ci tenevo a darle un‘interpretazione il più fedele possibile, e che andasse anche fuori il copione: perciò il mio è stato un lavoro di ascolto delle sue interviste e del suo accento. Devo dire che mi è venuto tutto molto naturale».
Di tutte le scene che hai girato, quale ti è rimasta più nel cuore?
«Impossibile rispondere a questa domanda… ogni scena possiede una propria potente componente emotiva».
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«Amore. Carolina è la personificazione di chi non molla di fronte ai propri obiettivi per quanto lungo e travagliato sia il cammino, di chi cerca e non si arrende, di chi non ha timore di esporsi in nome della verità. È stato un onore per me poterla interpretare! Il mio unico augurio è quello di essere riuscita nel ‘mio piccolo’ a dare un contributo a questa triste capitolo di vita.
Prego affinché questa famiglia possa presto incontrare la pace che merita».
Si rettifica che il corto è tratto da notizie di cronaca di pubblico dominio.