Negli ultimi anni il mondo del cinema ha assistito a uno sviluppo senza precedenti del genere cinecomics. Non si tratta certo di una novità assoluta: Superman è stato interpretato già nel 1978 da Christopher Reeves, e Adam West ha dato il volto al protagonista nel primo film dedicato a Batman nel 1966, proseguendo l’iconica serie tv degli anni ’60 e anticipando il ruolo di Michael Keaton nel Batman di Tim Burton del 1989. Una realtà che oggi prospera più che mai, grazie alle varie pellicole e serie TV di casa Marvel e DC Comics. Un ragionamento simile può essere fatto per anime e OAV, ossia le produzioni audiovisive derivanti dai manga: i prodotti di questo tipo continuano oggi a riscuotere successi dopo successi, come dimostrato anche dall’ultimo lungometraggio su One Piece di prossimo arrivo in Italia. Si tratta di opere accomunate dal derivare da opere a fumetti appartenenti alle scuole più conosciute e apprezzate: quella statunitense e quella giapponese. La predominanza di queste, tuttavia, non comporta solo i vantaggi che derivano da una maggiore visibilità garantita a opere a fumetti: tra gli svantaggi, per esempio, tende a far passare in secondo piano prodotti a loro volta estremamente validi, tra i quali anche fumetti italiani.
La tradizione italiana del fumetto, in effetti, non è assolutamente di minor pregio: nonostante non possa vantare produzioni dal peso paragonabile a quelle nipponiche o statunitensi, anche quelli nati nel Bel Paese sono in molti casi fumetti che vale la pena conoscere e apprezzare. Già in tempi non sospetti l’Italia ha dato i natali ad alcuni personaggi oggi iconici: impossibile non pensare a Corto Maltese, il malinconico marinaio creato dalla fantasia di Hugo Pratt. Dopo varie esperienze in Sudamerica il fumettista tornò in Italia dove mise a frutto quanto appreso creando, nel 1967, la prima avventura del suo più importante personaggio. Più o meno negli stessi anni, attraverso il formato delle strisce giornaliere reso celebre su tutti dai Peanuts, il fumettista modenese Bonvi inaugurava la fortunata serie Sturmtruppen: durata dal 1968 al 1995, anno della morte dell’artista, la serie satirica vede protagonisti dei maccheronici soldati tedeschi, nei quali l’autore infondeva tutte le sue critiche e le ciniche considerazioni sulla propaganda bellica.
Impossibile non pensare al fumetto italiano senza citare le produzioni bonelliane: Tex Willer e Zagor, su tutti, sono divenuti fenomeni editoriali in grado di accompagnare generazioni di lettori durante tutta la loro storia editoriale, cominciata rispettivamente nel 1948 e nel 1961 e ancora in corso d’opera. Personaggio particolarmente iconico della casa editrice, comunque, si è rivelato essere Dylan Dog: creato nel 1986 ispirandosi al genere investigativo, si decise ben presto di inserire una sfumatura horror con una spalla comica rappresentata da un sosia dell’attore Groucho Marx. Anche in questo caso il successo dell’opera è testimoniato dalla sua longevità, ancora in corso dopo oltre quattrocento numeri a cadenza mensile.
Fra altre opere meno risalenti non si può evitare di citare Rat-Man, icona del fumetto italiano anni ’90 che l’autore Leo Ortolani ha finito di serializzare nel 2017. Largamente ispirato ai classici del genere supereroistico, si tratta di una continua rivisitazione in chiave comica di questi e altre opere della cultura popolare, con riferimenti che spaziano da Rambo a Harry Potter. Si può poi citare Shut Up & Fold, pubblicato nel 2012: nonostante l’approccio quasi didattico dell’opera, nella sua fruizione parte sicuramente avvantaggiato chi già abbia familiarità con il valore delle mani e più in generale con le regole del poker, dal momento che proprio nel mondo del poker si svolgono le vicende.
Guardando a opere più rivolte alla graphic novel, genere al quale si possono ricondurre anche produzioni di dimensioni contenute, emergono i nomi di Igort e Zerocalcare. Il primo è autore, tra le tante opere, dei vari Quaderni Ucraini, Russi e Giapponesi: una sorta di ibrido tra diario di viaggio e reportage giornalistico, si tratta di testimonianze legate a luoghi visitati dal fumettista. Zerocalcare, invece, è autore di varie opere a metà strada tra il biografico e il generazionale, confluite anche nella recente serie d’animazione di Netflix Strappare Lungo i Bordi. Tra le graphic novel più apprezzate, comunque, si contano Kobane Calling e l’ultimo No Sleep Till Shengal: due reportage di viaggi svolti in Medio Oriente nei quali il fumettista romano racconta le esperienze in territori complessi.