Il mercato finanziario offre ormai una ventaglio di possibilità di investimento molto ricco, per la quantità di asset, operazioni e strumenti per fare trading.
Fra queste offerte, gli indici azionari sono fra i più seguiti, grazie a una serie di vantaggi e alle molteplici modalità con cui vengono affrontati. Vedremo quindi di cosa si tratta con un excursus fra quelli considerati più importanti e noti in Borsa.
La differenza fra indici e titoli
Quando parliamo di “indice di borsa”, facciamo riferimento a un paniere di titoli azionari, che vengono raggruppati sotto un unico indicatore. Quando si acquistano azioni, è possibile scegliere il singolo asset oppure investire in un indice che ne contenga diversi.
Il criterio con cui vengono scelte le società che andranno a comporre l’indice è solitamente il livello di capitalizzazione oppure il settore di appartenenza. Ecco che in questo modo è possibile avere una visione complessiva e oggettiva dell’andamento di un determinato comparto e, di conseguenza, della “salute” del mercato in generale.
La differenza che quindi intercorre fra l’investire in titoli e puntare sugli indici è che nel primo caso il proprio capital gain sarà condizionato dall’andamento di un singolo asset, mentre nel secondo il valore dipenderà dalla sintesi del trend di tutti i titoli presenti. Il vantaggio di questa scelta sta in una volatilità inferiore, dal momento che i destini dell’investimento non sono legati a un unico attore.
Gli indici più conosciuti nel mondo: europei, asiatici, statunitensi
Per comodità divideremo gli indici più noti in queste tre macro categorie. Tutti però sono ritenuti molto importanti con delle differenze sostanziali al loro interno.
Fra gli indici europei più importanti abbiamo:
– FTSE MiB: è l’indice italiano più importante, quotato alla Borsa di Milano e che comprende le 40 aziende nazionali con la capitalizzazione più elevata. L’appartenenza ai settori è trasversale, si va da Amplifon ad Enel, da Campari a Generali
– FTSE 100: quotato in Gran Bretagna, contiene le prime 100 società attive nel LSE, la borsa di Londra. La sua composizione varia ogni tre mesi, in quanto il criterio per accedervi contempla una soglia di ingresso di quasi 3 miliardi di sterline
– DAX30: è l’indice tedesco che comprende i 30 principali titoli per capitalizzazione alla Borsa di Francoforte. L’indice Dax è composto su base territoriale, tale per cui ci sono titoli molto diversi fra loro e non è semplice prevederne l’evoluzione
Gli indici americani sono:
– DOW JONES: si tratta di un indice price weighted che quindi non dipende dalla capitalizzazione delle società ma dal suo valore, il cui peso condizionerà l’indice in modo direttamente proporzionale. Contiene i primi 30 titoli del mercato azionario americano
– S&P500: è l’indice composto dalla società di rating Standard & Poor’s. Contiene le 500 società più capitalizzate al NYSE, la Borsa di New York ed è uno degli indici considerati più affidabili al mondo
– NASDAQ 100: è l’indice dedicato alle aziende del settore high-tech. Le prime 100 per capitalizzazione quotate nel mercato di Borsa del Nasdaq. Non prevede i titoli finanziari che sono invece inseriti nel Nasdaq Composite. Sono presenti tutti i colossi del web come Amazon, Microsoft, Apple
In Asia i principali indici sono:
– NIKKEI 225i: è l’indice della Borsa giapponese che raccoglie le prime 225 società per capitalizzazione. Sono presenti, azioni come Sony, Toyota, Yamaha ecc.
– SSEC: è l’indice più importante della Borsa di Shanghai. È composto da due tipologie di titoli: una è destinata agli investitori interni, l’altra agli investitori stranieri. Tuttavia recentemente è stata data la possibilità a pochi investitori qualificati, provenienti dall’estero, di operare su tutto il paniere.
Come investire in indici: CFD e ETF
Per poter investire negli indici, non è il caso di acquistare azioni di ogni singola società che li compone, ma si può operare sull’andamento dell’indice al rialzo o al ribasso: si acquista nel primo caso e si vende nel secondo.
Per mettere in pratica questa modalità si usano i CFD, i contratti per differenza, che sono dei contratti, stipulati fra l’investitore e un broker, in cui ci si scambia denaro dall’apertura alla chiusura dell’operazione.
Un’altra modalità è invece rappresentata dagli ETF, Exchange Traded Fund: veri e propri titoli da poter acquistare (ma sui quali è possibile applicare a loro volta anche i CFD) che replicano l’andamento degli indici in modo fedele.
In ogni caso è sempre bene essere informati e seguire una guida su come vendere e comprare azioni.