Come sappiamo, e come più volte scritto, la linea ferroviaria Cosenza-Catanzaro nel suo tratto mediano da Rogliano[1] a Soveria Mannelli, a causa di alcuni movimenti franosi tra Carpanzano e Scigliano, è interrotta al normale esercizio da oltre 10 anni, con ripercussioni inimmaginabili sul tessuto socio economico e culturale delle aree interne del Reventino-Savuto, oltre che sull’azienda che gestisce il servizio di trasporto pubblico, la società Ferrovie della Calabria. Questa mancanza ha mutato la geografia comportamentale degli abitanti dei comprensori dei nostri paesi, rimasti orfani di un bene di primaria importanza.
Per anni nessuna informazione a riguardo, fino al 20 novembre 2015, quando, presso la Cittadella regionale si è tenuta una conferenza stampa[2] per annunciare uno studio di fattibilità del costo di 430.000 mila euro atto a stabilire se fosse, (oppure sia), possibile ed economicamente sostenibile velocizzare il percorso abbattendo i tempi di viaggio. Non si è ancora compreso se questo avverrà costruendo una nuova linea o rettificando l’esistente. L’opera secondo gli illustri relatori dovrebbe, (o avrebbe dovuto), portare all’attuazione di una zona urbana unificata tra le due città[3]. I due capoluoghi sarebbero dovuti essere connessi in modo più performante da due nuove linee urbane, il pendolo per Catanzaro e verso Germaneto, i cui lavori proseguono a rilento, e la metro leggera a Cosenza verso Rende e l’Unical, che pare non possa più essere realizzata, almeno con i precedenti parametri e specifici fondi dell’U. E.
Ad ottobre 2016 a Rogliano durante il convegno per celebrare i 100 anni dell’apertura della Cosenza-Rogliano, organizzato dai miei amici dell’Associazione Ferrovie in Calabria, compagni nelle comuni lotte, fu reso di pubblico dominio che, oltre all’elettrificazione del sopracitato tronco (ancora non compiuto[4]), altri 8,4 milioni di euro, fondi del Piano stralcio Pon ed Erosione Costiera, sarebbero stati usati per la messa in sicurezza dei costoni franosi tra Carpanzano e Scigliano.
Il 18 ottobre 2017 F.d.C rimaneva in attesa, da parte dei dipartimenti preposti, delle autorizzazioni per adempiere all’espletamento delle procedure di gara ed il conseguente affidamento dei lavori sulle frane. Tra il 2016 e il 2018 venne comunicato che sarebbero stati sbloccati oltre 53,5 milioni per l’adeguamento, messa in sicurezza e velocizzazione, in conformità della delibera Cipe n°54/2016, da Soveria Mannelli a Catanzaro e da Marzi a Cosenza: “Il 50%, utilizzati per l’ammodernamento della sede, l’armamento pesante ed il comfort e 25% per gli interventi sulle gallerie, ponti e viadotti; le restanti somme per l’eliminazione di 9 passaggi a livello e l’upgrade tecnologico”[5]. E che, inoltre, ci sarebbe stato un altro ingente investimento di 74,86 milioni, “decreto Delrio”, che dovrebbe consentire il miglioramento dei livelli di sicurezza secondo gli standard europei, cioè il sistema di controllo della marcia dei treni, Train stop/SCMT; rinnovo CTC e realizzazione nuovi ACEI, con efficientamento dei sistemi di protezione dei passaggi a livello[6].
Il 18 febbraio 2019, negli uffici di via Milano a Catanzaro si è tenuta la seduta pubblica di gara per comunicazioni ed esiti valutazione offerta tecnica ed apertura buste “Offerta Tempo” e “Offerta Economica”, legate alle procedure “di mitigazione del rischio idrogeologico e consolidamento dei pendii e del sedime ferroviario interessato”. Un anno dopo circa sono iniziati i lavori tra Carpanzano e Scigliano, e tra Scigliano e Celsita, al km 43; il massiccio e poderoso intervento, in quest’ultimo caso, è ben visibile dalla superstrada, nel tratto da Colosimi a Pedivigliano.
Da un pò di settimane, però, tutto sembra essersi interrotto senza nessuna spiegazione in merito; per siffatto motivo l’altro ieri è stato lanciato un allarme da parte della sigla sindacale CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A, (Federazione Autonoma Italiana Sindacati Auto ferrofilotranvieri – Internavigatori – Autotrasportatori e Ausiliari del Traffico). Essa ha inoltrato una missiva, con protocollo n° 47/2021, all’assessore alle Infrastrutture Catalfamo, in cui viene evidenziato il disappunto sul fatto che i lavori “sembrerebbero stati accantonati”, Inoltre prosegue che: “L’ex presidente della Regione Mario Oliverio, e l’amministratore pro-tempore delle Ferrovie della Calabria si ritenevano soddisfatti di aver definito tutti gli aspetti progettuali alla firma del contratto dei lavori. Alla scrivente tale situazione (…) desta preoccupazione. I sindaci, pendolari e dipendenti sono preoccupati e soprattutto increduli che il tratto ferrato possa essere ripristinato e ci poniamo la domanda, se il governo Regionale abbia ancora intenzione a intervenire. È paradossale come l’unica ferrovia regionale cioè Ferrovie della Calabria, abbia abbandonando i pendolari lasciandoli senza servizi di trasporto, ridotto ai minimi termini. A tale proposito la scrivente Confail Faisa, si rivolge al f.f. presidente della Regione Calabria e all’Assessore Infrastrutture, per informarci in merito a quanto sottoscritto e sulla situazione reale dei lavori in corso d’opera, tenendo conto degli investimenti avviati, i quali ci auguriamo non siano vincoli a scadenza”[7].
Da sottolineare che in quest’ultimo periodo la gravissima carenza di materiale rotabile sulla Soveria Mannelli- Catanzaro sta provocando numerosi problemi all’azienda e conseguentemente a quello che rimane dell’utenza. Il trasporto pubblico locale nella nostra regione sconta decenni di abbandono e di ingiustificate disattenzioni, che hanno agevolato e premuto per l’espansione incontrollata dei collegamenti su gomma, che a differenza di quello che si crede, pur essendo meno onerosi di quelli su ferro, non hanno sempre portato risolutivi benefici a favore dei pendolari e dei territori!
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