Si avvicina il funerale di Francesco, 266° papa della Chiesa cattolica, previsto sul sagrato di San Pietro per sabato mattina a partire dalle 10. Mentre i fedeli di tutto il mondo continuano a stringersi attorno a Jorge Mario Bergoglio, il “papa venuto dalla fine del mondo”, impazzano le voci su chi sarà il suo successore.
Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, il nome più caldo di tutti, Luis Antonio Tagle, pro-prefetto della sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, Matteo Zuppi, presidente della Cei: stiamo imparando a conoscere tutti, ogni ora che passa, le identità dei papabili al soglio pontificio, seppur consci che quasi sempre le agenzie di scommesse straniere, i giornalisti e i vaticanisti – tali o aspiranti – manchino di azzeccare il nome del pontefice, ché, vivaddio, il conclave nella Cappella Sistina è ben meno decifrabile di quanto i laici di tutto il mondo possano credere. Basti tornare con la mente a dodici anni fa, all’elezione che proclamò vescovo di Roma Francesco, e rileggere gli articoli di allora per avere conferma di quanto detto: il nome del papa appena ritornato alla casa del Padre non era assolutamente fra quelli pronosticati dai giornali.
Anche questo conclave – il cui inizio è previsto per i primi di maggio – confermerà il proverbio che chi vi entra papa ne esce cardinale?
Lasciando da parte la futile gara al totopapa con le sue ciniche speculazioni, vogliamo concentrarci sulla lista dei duecentosessantasei sommi pontefici finora saliti al soglio di Pietro. Fra questi, remoti nel tempo, compaiono numerosi papi di origine calabrese.
La Calabria, da sempre terra di profonda spiritualità, epicentro di diffusione del Cristianesimo che Paolo di Tarso, fra i primi santi e martiri della Chiesa Cristiana, toccò nella sua missione apostolica verso Roma, ha dato alla Chiesa cattolica ben dieci papi.
Il primo è stato Telesforo, uno dei primissimi successori di San Pietro. Originario di Thurio, Terranova di Calabria – oggi Terranova di Sibari, provincia di Cosenza – Telesforo fu l’ottavo pontefice della storia, eletto nel 127 circa, nel corso del regno dell’imperatore romano Adriano. Autore, secondo il Liber pontificalis, del canto del Gloria in excelsis Deo – il Gloria –, papa Telesforo morì martire nel 137 o 138. Sepolto in San Pietro, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. La Chiesa cattolica ricorda San Telesforo il 2 gennaio.
Nel 235 fu la volta di un altro pontefice di origini calabresi: parliamo di Antero. Diciannovesimo vescovo di Roma, Antero nacque nell’area della antica città magnogreca e poi municipio romano di Petelia – da identificarsi col corrente comune di Strongoli, nel Crotonese – e concluse il suo pontificato l’anno successivo, tragicamente, martirizzato il 3 gennaio 236 sotto il regno di Massimino il Trace. La data di morte coincide con la celebrazione della memoria liturgica.
Mosaico raffigurante Giovanni VII conservato nei Musei Vaticani.
Pochi anni dopo, fra il 259 e il 268, fu la volta di un nuovo papa calabrese, originario, come Telesforo, di Terranova di Calabria. Fu Dionisio, Sommo pontefice nel corso delle persecuzioni dei seguaci del Cristianesimo dell’imperatore Valeriano.
Papa per soli quattro mesi fu Eusebio da Casegghiano, centro che doveva essere prossimo a San Giorgio Morgeto, in provincia di Reggio Calabria. Eletto nella primavera del 309, fu presto esiliato dall’imperatore Massenzio in Sicilia. Qui morì martirizzato attorno al 311.
Da Mesurgo, l’attuale Mesoraca, proveniva invece San Zosimo, pontefice della Chiesa cattolica fra il 417 e il 418. Di Zosimo si ricorda il temperamento e la fermezza; durante il suo breve ministero combatté l’eresia pelagiana. Sepolto nella Basilica di San Lorenzo, la sua ricorrenza cade il 26 dicembre.
Altri papi dati dalla Calabria alla Chiesa cattolica si susseguirono fra il VII e l’VIII secolo.
Il primo nel corso di questi due secoli è Agatone. Papa ricordato per l’animo caritatevole, dovrebbe essere nato a Reggio Calabria, anche se altre fonti lo portano come siciliano. La sua elezione al soglio petrino avvenne nel 678, quando Agatone aveva già superato il secolo di vita (sarebbe nato nel 575). Vi restò fino al 681, anno della sua morte dovuta alla peste. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese ortodosse, secondo la sua leggenda agiografica Sant’Agatone risulterebbe il più anziano papa al momento della nomina e il più longevo al termine del papato.
Dibattuta fra Reggio Calabria e la Sicilia è anche l’origine del successore di papa Agatone: parliamo di Leone II, vicario di Cristo fra il 682 e il 683. All’ottantesimo papa si deve l’istituzione della aspersione dell’acqua santa sul popolo. La memoria liturgica di San Leone II ricorre il 3 luglio.
Agli inizi dell’VIII secolo fu la volta di Giovanni VII, successore di Giovanni VI. Figlio di un funzionario bizantino, Giovanni nacque a Rossano nel 650. Erudito e dotata di spiccata sensibilità artistica, fu eletto il 1° marzo 705 e rimase pontefice fino alla morte sopraggiunta il 17 ottobre 707. A lui si deve la costruzione della cappella della Vergine Maria nella Basilica di San Pietro, luogo in cui fu sepolto.
Nella lista dei papi calabresi compare anche un Santo Padre originario di Santa Severina, provincia di Crotone. Si tratta di Zaccaria, già stretto collaboratore del papa precedente, Gregorio III. Rimase capo della Chiesa cattolica per oltre dieci anni, consacrato dal 10 dicembre 741 fino al 15 marzo 752, giorno della morte e giorno in cui è celebrato come santo.
Ultimo dei dieci papi calabresi nel corso della storia della Chiesa è Stefano III.
Nato, secondo tradizione a Santo Stefano d’Aspromonte, provincia di Reggio Calabria – seppur varie fonti ne attestino, anche in questo caso, una origine siciliana –, Stefano III è stato papa della Chiesa cattolica dal 1º agosto 768 fino al 24 gennaio 772 quando spirò. Durante il suo ministero provò a sanare i dissapori causati dagli antipapi.
E a proposito di antipapi, pontefici eletti seguendo procedure differenti da quelle previste dal diritto canonico, fra questi ne risulta anche uno nato in Calabria. È Giovanni Filagato, venuto alla luce a Rossano nel 945 circa. Eletto come Giovanni XVI dal 997 al 998, in opposizione al papa legittimo Gregorio V, è oggi, come tutti gli altri antipapi della storia, considerato un usurpatore dalla Chiesa cattolica.
Escludendo quindi Giovanni XVI, Stefano III sarebbe l’ultimo papa calabrese nella storia. Una storia che fra il II e l’VIII secolo ha parlato moltissimo della nostra terra considerato che in poco più di seicento anni sono stati ben dieci i pontefici con più o meno chiare origini calabresi.
Si occupa di patrimonio culturale e scrive di libri e cultura per “Glicine”, rivista di cui è fondatore e caporedattore, “Pangea”, “I Calabresi” e “Leggere libri”.È direttore artistico della rassegna culturale “Al vaglio”, membro della giuria letteraria del Premio Muricello e autore dei romanzi “Gli occhi neri che non guardo più” (Talos edizioni, 2017) e “L'arazzo algerino” (Dialoghi, 2022).