di Domenico Lanciano, dalla rubrica: Lettere a Tito n. 276 (Fonte autorizzata: CostaJonicaWeb.it – news Sicilia e Calabria) –
Caro Tito! In queste settimane siamo così presi dall’emergenza per il terribile e micidiale “coronavirus” Covid-19 che la nostra mente sembra essersi quasi fermata, annichilita dalle paure e dallo smarrimento. Probabilmente avremmo altrettanta paura, anzi raccapricciante terrore, se soltanto pensassimo a come sarebbe disarmante e allarmante il nostro pianeta senza le api. Le quali stanno rischiando di estinguersi tragicamente per una molteplicità di motivi che andrebbero rimossi prima possibile. Altrimenti rischiamo di estinguerci noi, esseri umani!
1 – LA DIFESA DELLE API NELLA NOSTRA LETTERA AL FUTURO
Nella precedente “Lettera n. 275” sollecitavo tutti a scrivere una “Lettera al Futuro” per elencare ciò che ognuno di noi ritiene debba essere assolutamente salvaguardato per avere finalmente un “mondo nuovo” a misura di Umanità e di Natura. Un mondo possibilmente pienamente etico e in Armonia. E nell’Armonia del nostro pianeta rientrano pure e soprattutto le api. Infatti, è ampiamente risaputo che senza le api sarebbero guai seri per tutti noi, poiché dobbiamo proprio a questi preziosi insetti gran parte del cibo che è indispensabile alla nostra sopravvivenza.
2 – LA RIVOLUZIONE DELLE API
A descrivere tutto questo dramma e le auspicabili soluzioni c’è “La rivoluzione delle api” (come salvare l’alimentazione e l’agricoltura nel mondo) un libro-inchiesta scritto da Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga dopo un’ampia e documentata ricerca sul campo in varie parti del mondo. Lo ha pubblicato nel 2018 in 192 pagine la casa editrice Nutrimenti di Roma (www.nutrimenti.net).
Ho seguìto, in parte, la gestazione e la preparazione di tale importante opera divulgativa, grazie alle dirette informazioni di una delle autrici, Adelina Zarlenga, eccellente giornalista molisana di Pietrabbondante (borgo sito ad una ventina di chilometri da Agnone, dove abito). La dottoressa Adelina, nel corso di parecchi anni, mi ha permesso di pubblicizzare sul quotidiano “Primo Piano Molise” parecchi miei comunicati-stampa e molti eventi dell’Università delle Generazioni. La ringrazio ancora adesso per la gentilezza, la generosità e la professionalità.
E poiché non saprei descrivere meglio i contenuti di questo loro libro, riporto qui di sèguito quanto descritto dalla stessa casa editrice, la quale giustamente evidenzia che la prefazione si deve alla penna arguta di Vandana Shiva (1952) la nota attivista e ambientalista d’India che si batte per cambiare pratiche e paradigmi nell’agricoltura e nell’alimentazione, preoccupandosi di questioni legate alla biodiversità, alla bioetica, alle biotecnologie, all’ingegneria genetica e a tutto ciò che può portare nocumento all’equilibrio naturale.
3- COME SALVARE L’ALIMENTAZIONE E L’AGRICOLTURA DEL MONDO
<<Non faceva mistero della sua passione per l’apicoltura, Tolstoj: ammirava a tal punto il regno delle api da erigerlo a emblema della perfetta organizzazione sociale. E da sempre donne e uomini sono affascinati dall’incessante e meticolosa operosità di questi animali, sedotti dalla dolcezza del loro miele. Ma gli insetti a strisce valgono molto di più. Le api sono responsabili del settantacinque per cento di ciò che arriva sulle nostre tavole: l’impollinazione, un effetto ‘collaterale’ della loro attività bottinatrice, contribuisce alla nascita e diffusione di piante fondamentali per la nostra alimentazione, e al mantenimento della biodiversità.
Allo stato attuale, l’agricoltura mondiale delle grandi monocolture fa largo uso di veleni e pesticidi, tra cui i neonicotinoidi, letali per le api. La loro vita, già compromessa dagli effetti sul clima del riscaldamento globale, è in serio pericolo: in ogni angolo della terra, apicoltori e ricercatori registrano sempre più spesso morti improvvise di interi alveari. Analizzando il grado di incidenza delle morie sul settore agroalimentare, il libro-inchiesta “La rivoluzione delle api” di Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga presenta una fiduciosa risposta al fenomeno: le attività e iniziative di salvaguardia e controllo che apicoltori, agricoltori, studiosi ed esperti, ma anche le amministrazioni pubbliche, stanno portando avanti con grande impegno e perseveranza, in Italia e all’estero, affinché le api ritornino a essere le principali garanti per la quantità e la qualità del nostro cibo. Come natura comanda.>>.
4 – IL PROGETTO E LE AUTRICI PELLICCIA – ZARLENGA
Il libro “La rivoluzione delle api” nasce dal progetto “Hunger for Bees” (Fame di api) con cui le autrici Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga (con la collaborazione della fotografa Daniela Frechero) hanno vinto il Premio internazionale di giornalismo “Innovation in development reporting” (Innovazione nella rilevazione sullo sviluppo) gestito dal Centro Europeo di Giornalismo. Il capitolo dedicato all’Honduras è stato realizzato con la collaborazione dell’International Women Media Foundation nell’àmbito dell’iniziativa Adelante.
Monica Pelliccia è giornalista freelance (libera professionista). È specializzata in questioni sociali e ambientali, specialmente su tematiche come la tutela della biodiversità, i diritti delle donne, le migrazioni climatiche, le popolazioni indigene e l’agro-ecologia. Ha realizzato reportage da India, Honduras, Brasile, Cambogia, Ecuador, pubblicati su testate italiane e internazionali.
Adelina Zarlenga è giornalista freelance. Scrive articoli e reportage, pubblicati su testate italiane e internazionali, prediligendo temi legati alla tutela dell’ambiente, all’agricoltura, all’alimentazione e al sociale. Svolge anche attività di ufficio stampa, in particolare nel settore dell’ecologia e dei viaggi.
Per parecchi anni, come accennavo, ha curato la pagina “Agnone e Alto Molise” del quotidiano “Primo Piano Molise” garantendo con passione e puntualità il presidio informatico del territorio. Tra i tanti riconoscimenti, ha ricevuto pure “Il Premione di Agnone”. E’ stata tra i numerosi amici e colleghi giornalisti che mi hanno organizzato (molto generosamente e simpaticamente) la festa per il mio pensionamento il 5 novembre 2016.
5 – IL MIELE DI BADOLATO
C’era una volta il miele di Badolato. Molti decenni fa, purtroppo. Ed era uno dei più prelibati, poiché le api avevano la possibilità di suggere il nettare dai fiori di varie altitudini e molte situazioni agricole, floreali e forestali. Dal mare alle colline e alla montagna. Un tempo era assai ricercato il miele di Badolato. Ma, poi, le alluvioni del 1951, del 1953 e del 1959 hanno dato il colpo di grazia a questa preziosa coltura.
Mercoledì 18 dicembre 1974 (dalle ore 18 alle ore 19,30 circa) ho intervistato uno degli ultimi apicoltori badolatesi, Pietro Guarna (classe 1909). In verità, costui era fabbro di professione, un artista del ferro. E, quindi, l’apicoltura era come un hobby, un altro modo di avere una risorsa economica aggiuntiva al magro salario. Il maestro Guarna mi ha dato tantissime informazioni che potrebbero essere valide per le nuove generazioni, le quali, oltre a fare un lavoro altamente ecologico e remunerativo (se condotto bene), potrebbero influire sul modo di tenere meglio campi e colture nel nostro territorio.
Nel 1974 avevo intervistato per un’ora e mezza Pietro Guarna per la mia tesi di laurea in sociologia “Evoluzioni socio-economiche di Badolato nel dopoguerra” e quanto mi ha detto, come fabbro ed apicoltore, mi è stato assai utile nel contesto generale e nelle prospettive future del nostro territorio.
6 – NAZARENO CIRCOSTA UN’AUTORITA’ IN APICOLTURA
Adesso, l’Unione Europea e la globalizzazione (con la sospetta tolleranza sui pesticidi in agricoltura, la burocrazia e la libera circolazione delle merci e quindi del miele altrui) hanno, in pratica, scoraggiato l’apicoltura italiana e meridionale in particolare. Comunque sia, noto che ultimamente c’è una lieve ripresa del settore da parte di giovani ben motivati, spesso laureati, tecnologici. Qui, in Alto Molise, ad esempio, sono sorte nuove aziende che si autopromuovono ottimamente sui mercati anche internazionali.
Pure in Calabria, nonostante i pesticidi e un’elevata moria di api, l’apicoltura è in ripresa con nuove aziende familiari o individuali. Come mi assicura per telefono Nazareno Circosta, da trenta anni una vera autorità in apicoltura. Originario di Pietracupa di Guardavalle, ha abitato per tanti anni a Badolato Marina dove aveva un’avviata officina meccanica, che però ha abbandonato per seguire la sua antica e originaria vocazione contadina.
Nel 1991 si è quindi trasferito definitivamente in una campagna tra Badolato Marina e Santa Caterina dello Jonio Marina, in località Ponzo, dove ha cominciato a coltivare primizie biologiche da vendere in loco, a chilometro zero, oppure al Mercatino del Venerdì di Soverato. Ma l’amore della sua infanzia era e resta l’apicoltura. Così, oltre all’agricoltura biologica, ha cominciato ad allevare api diventando un vero e proprio “maestro apicoltore” applicando pure le sagge regole degli anziani che aveva visto da bambino. Infatti, in trenta anni di esercizio ha insegnato l’arte a circa cinquanta aspiranti apicoltori. E tuttora ha numerosi allievi che lo seguono. Essendo un’autorità nel settore e reputandosi un “missionario” di eco-agricoltura, resta sempre disponibile ad accogliere sempre nuovi adepti che possono interpellarlo per telefono (330-643553) o per email ([email protected]).
La sua azienda familiare di apicoltura (già intestata alla figlia Irene) ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Il più prestigioso è stato quello guadagnato alla massima manifestazione agonistica che c’è al mondo e che laurea ogni anno i migliori mieli che ci sono in Italia e altrove. Infatti il 21 settembre 2003 nella 23ma edizione del Premio Tre Gocce d’Oro in Castel San Pietro Terme (Bologna) l’azienda Circosta ha vinto il terzo Premio assoluto (una goccia d’oro) per la categoria del miele millefiori. Un riconoscimento davvero assai importante che premia molto meritatamente la serietà del lavoro e la genuinità del prodotto.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio “Gigante della Calabria” per il suo grande amore per la Natura e i sistemi biologici di coltivazione ed allevamento, nonché per l’insegnamento, per le visite guidate di intere generazioni nei luoghi dove imparare a distinguere le erbe medicinali e commestibili, i funghi e tutti ciò che offre la natura. Da qualche anno si dedica alla ricerca e alla classificazione delle orchidee selvatiche della Calabria, ottenendo riconoscimenti in campo anche internazionale.
7 – SALUTISSIMI
Caro Tito, il nostro grande esperto e “naturopata” Nazareno Circosta mi ha appena detto che il coronavirus Covid-19 (che tante vittime sta mietendo oggi nel mondo) è ben poca cosa, in percentuale e in paragone come sterminatore, rispetto ai tanti veleni e pesticidi che provocano l’immane moria di api (spesso fino al 90% degli alveari). Speriamo che, con l’amara lezione del Covid-19, le classi dirigenti globali aboliscano i pesticidi e tutta quella chimica velenosa e nociva per l’uomo e per la natura. Tra l’altro, tracce di pesticidi (provenienti dalle coltivazioni di Europa, America, Asia, ecc.) è stata riscontrata persino addosso agli orsi polari o sulle altissime montagne dell’Himalaya. Figuriamoci come si espande e quanto si diffonde nell’aria!
Le api non sono soltanto grandi lavoratrici (vere stakanoviste) con un perfetto ed esemplare esempio di organizzazione sociale al loro interno, ma sono le migliori sentinelle della salubrità del nostro ambiente. Conviene a tutti noi rispettarle e fare in modo che ci aiutino ancora di più a garantirci benessere e salute. Secondo natura. Tra l’altro sarebbe più opportuno e vantaggioso per noi usare il miele al posto di zuccheri inadatti al nostro metabolismo. Non ci resta che farci una compìta cultura del miele per avere la sicurezza di trattare meglio in nostro corpo ma anche la nostra anima dal momento che le api sono una presenza anche spirituale.
di Domenico Lanciano
[Pubblicato su autorizzazione dell’autore e tratto da CostaJonicaWeb.it, Quotidiano on line per Calabria e Sicilia – Editrice “Associazione MaryWebEventy” – Messina] – Le foto sono state tratte dal web.