Sull’episodio relativo alla momentanea interruzione del servizio di teleradiologia, che ha costretto gli operatori del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Soveria Mannelli a trasferire fisicamente le lastre a Lamezia Terme con un’automobile, abbiamo già detto (https://ilreventino.it/calma-e-collaborazione-tra-medici-e-pazienti-un-modo-per-tentare-di-risanare-la-sanita/). Possiamo solo aggiungere che siamo nel 2015 e la telemedicina (compresa la teleradilogia) è una realtà e va sfruttata positivamente. Ci sta poi che in una giornata sfortunata si possa registrare un qualche problema tecnico comunque risolto.
Ma il problema vero, non ci stancheremo mai di ribadirlo, è strutturale e quindi derivante dalla ormai più che decennale disastrosa politica sanitaria di questa regione. E’ così pure per la drastica riduzione delle prestazioni radiologiche, importantissime per la diagnostica e quindi per la prevenzione, che il Comitato Pro Ospedale del Reventino ancora una volta è costretto a denunciare.
In proposito, accodandoci alle giuste rimostranze del Comitato, avevamo provato a usare l’ironia come unica arma ormai a nostra disposizione, immaginandoci il Commissario Scura (principale responsabile della sanità calabrese) nelle vesti, o per meglio dire nel costume, di un Superman sui generis che, con la sua vista a raggi X, risolve ogni problema.
Ma visto che la metafora di Superman non ha sortito alcun effetto concreto, se non quello di strappare ai nostri lettori un sorriso seppure sconsolato, potremmo pensare anche di attrezzarci personalmente con quella che fu una trovata degli anni settanta: gli occhiali a raggi X che stuzzicavano la curiosità di chi in quel periodo era appena adolescente. Naturalmente non funzionavano, ma con uno sforzo di fantasia potremmo pensare che anche questo oggetto ormai “preistorico” possa esserci d’aiuto per risolvere un problema altrettanto annoso.
Tornando seri, insistiamo nel dire che questo tipo di atteggiamento non produce neppure le sperate economie. Infatti, è sufficiente che una sola delle persone che rinunciano a una tac o a una mammografia, perché impossibilitate a spostarsi in un altro Ospedale più distante, non riconosca in tempo di avere una malattia seria, da curare quindi con un forte dispendio di risorse anche economiche da parte del servizio sanitario, per far andare in fumo tutti i risparmi su cui evidentemente si contava.
Con il consueto spirito costruttivo e di collaborazione a favore di tutte le iniziative a difesa del territorio, pubblichiamo dunque l’ultimo comunicato stampa (del 10 dicembre 2015) redatto dal Comitato Pro Ospedale del Reventino e firmato dal suo Presidente Antonio Maida:
<< “…..assicura le mammografie per lo screening che in futuro saranno eseguite con un mammografo nuovo digitale e dal 1° dicembre saranno previste due sedute fisse settimanali per prestazioni di radiologia tradizionale e per la TAC”. Questo il passaggio su quanto affermato in un recente comunicato dal Commissario dell’ASP Giuseppe Perri, che in risposta al Comitato puntualizzava tra le altre cose la nuova erogazione della radiologia. Noi facciamo presente al dott. Perri che dal primo dicembre tutto questo non è accaduto, in quanto il radiologo da queste parti c’è stato solo il 3 dicembre e da quella data si è fatto rivedere solo oggi. A tal proposito teniamo a precisare quanto da noi pubblicato circa la notizia del ragazzo che domenica, per un palese difetto della procedura telematica, non è stato trasportato a Lamezia con una Panda aziendale, bensì la stessa è stata utilizzata come vettore delle lastre, il che, dal nostro punto di vista, non cambia la sostanza dell’accaduto e soprattutto il fatto che solo con l’esperienza e il senso pratico degli operatori locali si è giunti ad una soluzione che in qualche modo ha messo una “toppa” alla precarietà in cui è stato ridotto il punto di primo intervento. Dai dati del CUP inoltre siamo venuti a conoscenza che il radiologo a Soveria avrebbe degli ordini di servizio ben precisi: quelli di effettuare 10/15 lastre e altrettante TAC al giorno, senza la possibilità di effettuare ecografie e pare mammografie. E il decreto n. 9 di Scura qui non c’entra nulla, lo possiamo stabilire dal fatto che nei tre restanti ospedali di montagna la radiologia funziona ogni giorno in h 8 e in h 12 in altri casi. Quindi le disposizioni per Soveria hanno una sola ed esclusiva matrice aziendale, con buona predominanza di qualche colonnello come in precedenza ci siamo espressi. Bisogna altresì ricordare che quando c’era il dottor De Santis (in pratica prima di agosto) si effettuavano mediamente 10/15 TAC al giorno, 10/15 lastre, 7/8 ecografie e altrettante mammografie. Per un totale di circa 70 TAC, 70 lastre 48 ecografie e 48 mammografie settimanali. Rimanendo così gli ordini di servizio attuali siamo ridotti a circa 30 lastre e 25 TAC settimanali per un totale di 55 prestazioni a settimana e ovviamente quando viene il medico si può arrivare a 220 prestazioni mensili, contro le circa 950/1000 prestazioni mensili che si effettuavano con il reparto dotato di medico permanente. Tutto a ragione dei numeri; se il radiologo viene mandato con le intenzioni paventate dal Commissario, eventuali assenze come dimostrato in settimana farebbero scendere il totale delle prestazioni anche a solo circa 100 al mese. Questo produce una chiara emigrazione sanitaria poiché il CUP è costretto a delineare un’attività di prenotazione alquanto dilungata nei tempi e con l’incertezza di capire se il medico viene con ciclicità sistematica o meno. Si puntualizza che questo comitato non ha preconcetti contro il commissario Giuseppe Perri, ci assolviamo solo nel ruolo che il comitato si prefigge e tra questi c’è quello di puntualizzare e portare a conoscenza i cittadini di quello che accade all’ospedale. Siamo sempre pronti a incontrarci con il Commissario Giuseppe Perri qualora esso lo ritenga opportuno ed edificante per il normale prosieguo delle attività cliniche e diagnostiche dell’ospedale di Soveria Mannelli. >>