di Carmen Critelli –
La neocostituita sezione A.N.P.I. di Tirolo ha ospitato giorno 21 febbraio presso la Casa delle Culture l’evento “… e allora le Foibe? Verità storiche e manipolazioni”, incontrando lo storico e autore Eric Gobetti, in ricorrenza della Giornata in memoria delle vittime delle foibe il 10 febbraio.
L’ospite, scelto par dare voce a uno dei fenomeno più discussi e meno compresi della storia italiana ed europea, è Eric Gobbetti. Classe 73, Eric è uno studioso di fascismo, Seconda guerra mondiale, resistenza e della Jugoslavia nel Novecento. Oltre ad essere autore di libri e documentari, lo studioso è esperto in divulgazione storica e politiche della memoria, ed ha collaborato più volte con il canale televisivo Rai Storia.
La giornata del Ricordo è stata dichiarata dal Governo italiano tramite legge n. 92 del 2004, intitolandola “Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe, dell’esodo giuliano – dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”.
Nonostante la repubblica italiana abbia istituito la giornata del Ricordo per cercare di far luce sugli avvenimenti e per riflettere sulle atrocità del passato, spesso tale occorrenza viene strumentalizzata da parte delle fazioni politiche per argomentare le proprie tesi ideologiche, senza ricorrere ad un’operazione di contestualizzazione e approfondimento storico.
L’incontro, introdotto da Fausto Pettinato, ex-presidente Anpi Soverato e moderato da Fiorella Cannatà, si propone, da subito, l’intento di fare chiarezza su tale vicenda storica, deponendo qualsiasi arma di valore ideologico o politico.
Le Foibe, come spiega Eric, “sono voragini rocciose dell’altopiano del Carso, che furono usate alla fine della Seconda guerra mondiale per seppellire i corpi delle vittime dalle azioni compiute dei partigiani di Tito in due riprese: nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945”.
“Il luogo in cui sono localizzate le Foibe – ha detto ancora l’autore – è una chiave di lettura fondamentale per comprendere gli avvenimenti di quegli anni. Come spiega Gobbetti, non dobbiamo immaginare quei luoghi come li conosciamo oggi, ma appartenenti alla storia dell’Istria, luogo segnato da secoli di difficile convivenza tra gruppi etnici, soprattutto tra italiani e slavi, acuita durante il Ventennio fascista quando la politica antislava si manifestò con l’imposizione della lingua italiana e con l’italianizzazione dei cognomi da parte della dittatura Mussoliniana”.
“La polveriera – prosegue nel racconto Gobbetti – viene innescata nel 1941: ustascia croati contro serbi ed ebrei, tedeschi contro slavi, italiani contro sloveni. L’Istria è in balia della determinazione italiana a mantenere le regioni incamerate durante il Ventennio, delle pretese tedesche di occupare un territorio più vasto possibile e della Jugoslavia che punta all’annessione della Venezia Giulia e parte del Veneto. Due furono gli eventi collegati alle Foibe: prima nel 1943 dopo l’armistizio italiano, i partigiani dei Comitati popolari di liberazione condannarono non solo rappresentanti regime fascista e dello Stato italiano, oppositori politici, ma anche semplici personaggi in vista della comunità italiana e potenziali nemici del futuro Stato comunista jugoslavo e furono poi gettati nelle Foibe. Il secondo evento collegato alle Foibe fu nel 1945 dopo la liberazione tedesca nelle province di Gorizia, Trieste, Pola e Fiume, quando il potere venne assunto dalle forze partigiane jugoslave. Tale periodo fu funestato da arresti, sparizioni e uccisioni di centinaia di persone, alcune delle quali, come già detto, gettate nei profondi inghiottitoi carsici”.
“Questi due avvenimenti però, – sottolinea ancora Eric – sono stati strumentalizzati nel corso degli anni. Venne diffusa l’idea che i massacri del confine orientale coinvolsero milioni di persone, quando in realtà coinvolsero alcune centinaia, forse migliaia di persone. Per fare un paragone, furono più numerosi gli atti di repressione e le uccisioni extra giudiziali che avvennero nel Nord Italia per mano di italiani e con vittime altri italiani a cavallo della fine del conflitto. Oltretutto, venne introdotta una narrazione sbagliata legata a queste uccisioni, che vengono raccontate come casi di pulizia etnica. In realtà, è necessario contestualizzare il perché tali uccisioni avvennero e gli anni di sofferenza e violenza che portarono a tale tragedia”.
“La contestualizzazione – ha concluso Gobbetti – è necessaria non per giustificare tali avvenimenti, ma per assegnare le giuste responsabilità fasciste e italiane che spesso vengono dimenticate. Il confine orientale fu la zona d’Italia che per prima sperimentò la brutalità fascista e le minoranze di lingua slava iniziarono ad essere perseguitate dalle squadracce ben prima dell’inizio del regime”.
La sezione Anpi di Tiriolo, seppur costituita formalmente pochi mesi fa il 28 novembre 2022, sin dalla sua nascita ha dato vita ad iniziative sul territorio riguardanti tematiche politiche, sociali, culturali e storiche. Dopo l’evento di sabato 19 febbraio sull’autonomia differenziata, la sezione di Tiriolo ha riconfermato con l’incontro “… e allora le Foibe? Verità storiche e manipolazioni”, la volontà di volersi impegnarsi nel territorio per far conoscere e riflettere la cittadinanza su tematiche importanti, la quale partecipa sempre con attenzione e trasporto.