Le precedenti informazioni pubblicate nella prima parte, a me che non conosco fisicamente il territorio, offrono elementi interessanti per alcune iniziali considerazioni. Infatti, da una lettura dei dati se ne desume quanto segue: 1. Decollatura era un Casale di Motta Santa Lucia, poi unito con il suo territorio insieme a quello di Castagna al Comune di Soveria Mannelli municipio di nuova costituzione nel 1807, per poi separarsi definitivamente nel 1810 quando anche la stessa Decollatura diventa Comune autonomo. 2. Già al 1861 Decollatura era superiore a Motta S. Lucia come numero di abitanti 5.027 su 1.938 di Motta. 3. La gran parte dei villaggi appartenenti in un primo momento a Motta S. Lucia oggi fanno parte del tessuto urbano di Decollatura. 4. L’attuale numero di abitanti di Decollatura si conferma superiore a quello di Motta S. Lucia 3.163 su 840.
Al riguardo non sfugge, che dopo il terremoto del 1638, anche per Decollatura, la storia, come per tutti i Casali cosentini, venne caratterizzata da un intenso spostamento migratorio della popolazione che dal Capoluogo di Motta S. Lucia completamente distrutta si trasferì a Decollatura permanentemente. Quanto affermato comprova pienamente quanto appena riportato ai relativi punti 2, 3 e 4. L’aumento degli abitanti subì una rilevante spinta grazie alla Diocesi di Martirano diretta proprietaria di alcune terre date in assegnazione secondo la prassi dell’enfiteusi ossia (la possibilità di godere il diritto reale della terra e del dominio utile sulla stessa, ma obbligandosi a migliorarla e pagando un canone annuo in denaro o prodotti), avvantaggiata anche dallo smisurato rigore fiscale esercitato in quell’epoca dai d’Aquino, antica famiglia nobile, feudataria della Contea di Martirano e discendente del Principato di Castiglione.
In considerazione ecco quanto annotava Mario Pellicano Castagna «[…] il dominio feudale dei d’Aquino su Castiglione, esteso col tempo ad altri centri viciniori, durò ininterrotto fino al 1799, epoca i cui si estinsero senza eredi in grado successibile. [..] Adinolfo o Atenolfo d’Aquino, fu il 1° Barone di Castiglione della nuova dinastia, per donazione di Roberto, allora Duca di Calabria, che si dice fatta nel 1303, e che venne comunque confermata con privilegio di Re Carlo II del 12 marzo 1306»7.

Per avere un riscontro completo sul periodo preso in esame è necessario arrivare al 1590 quando, secondo la ricerca di Pellicano-Castagna, si affaccia sulla scena della storia del territorio Carlo d’Aquino, 13° Barone di Castiglione, Conte di Martorano e 1° Principe di Castiglione. Nel 1631 troviamo Cesare d’Aquino, 2° Principe di Castiglione, Conte di Martorano ecc., il quale il 16 dicembre 1631 ebbe significatoria di rilevio in D. 4.415 per le terre di Castiglione, Martorano, Crucoli e Savuto in Calabria Citra, e per Nicastro e Feroleto in Calabria Ultra e così di seguito fino ad arrivare ad Alessandro d’Aquino Pico, 6° Principe di Castiglione, Conte di Martorano ecc… che il 1° luglio 1760 si intestò le terre di Castiglione con i Casali, portulania e zecca; Martorano con i Casali; e baronia di Motta Santa Lucia con i Casali e con le prime e seconde cause civili, criminali e miste; e ciò figura nel Cedolario 77. f. 399. Dopo Alessandro d’Aquino Pico a succedergli fu la figlia Vincenza Maria d’Aquino Pico, 7ª ed ultima Principessa di Castiglione, Contessa di Martorano ecc., che il 6 febbraio del 1767 si intestò le terre di Castiglione con i Casali e le seconde cause, portulania e zecca; Martorano; e baronia della Motta, come da Cedolario 78, f. 18.
Prima di far parte, come territorio, del Comune di Soveria Mannelli (1807), fino al (1806) il territorio di Decollatura era proprietà della Signoria e dell’Università di Motta S. Lucia, e di conseguenza appartenente al Contado di Martirano dei d’Aquino. Il primo approccio di unificazione avvenne nel 1802 grazie all’unificazione delle frazioni di Decollatura e Adami. Una unificazione fondata sul benevolo accordo soprattutto di separazione dal Capoluogo Motta. Infine, è nel 1810 che Decollatura, come già accennato, divenne Comune autonomo rimanendovi poi fino ai nostri giorni. L’unica variazione di rilievo, circa il profilo amministrativo, che si registrò nei primi anni del XIX secolo fu il suo passaggio dopo il 1816 dalla provincia della Calabria Citeriore con capoluogo Cosenza, cui la stessa inizialmente apparteneva, a quella della provincia di Calabria Ultra II con capoluogo Catanzaro. Per quanto riguarda l’aspetto ecclesiastico/religioso si ricorda che Decollatura inizialmente facente parte della diocesi di Martirano dopo il 1818 per via della soppressione della diocesi venne aggregata a quella di Nicastro rimanendovi fino al 1986, anno in cui la stessa diocesi cambiò il proprio nome in Diocesi di Lamezia Terme.

Relativamente al suo patrimonio artistico religioso va evidenziato come Decollatura nei suoi diversi borghi conserva numerose chiese, ognuno con il proprio edificio religioso. In relazione si vogliono segnalare la Chiesa della Madonna del Carmine di Adami, una Chiesa parrocchiale sotto il titolo di Maria SS. del Monte Carmelo la cui festività ricade il 15 luglio. Nell’edificio costruito in muratura tipica di pietra con facciata a capanna, a tre navate con abside e campanile a pianta quadrata, fondata nel 1800 dal vescovo di Martirano9 e in seguito unita alla parrocchia di S. Bernardo, si conserva l’interessante statua lignea della omonima Madonna, proveniente dall’Abbazia di Corazzo; La Chiesa di San Bernardo ubicata nel borgo omonimo e ritenuta per la Comunità la chiesa principale, la cui edificazione avvenne tra il 1668-1871, «inizialmente era curata come colonia dall’Abate di Motta, ma nel 1707 fu elevata a parrocchia. Faceva parte della diocesi di Martirano e nel 1808 fu annessa alla diocesi di Nicastro»10. Una chiesa quella di S. Bernardo posizionata nella zona più elevata del borgo, al cui sagrato, molto spazioso, vi si arriva attraverso una scalinata. Tre sono le navate che costituiscono la sua struttura con quella centrale più grande e guarnita con stucchi. Il materiale dell’elegante portale centrale è in pietra granitica dal colore verde. L’uso della pietra di tufo appare evidente nella realizzazione degli ingressi laterali ad arco a tutto sesto, mentre il campanile della chiesa si sposa perfettamente dal punto di vista architettonico con la struttura esterna dell’edificio. La chiesa conserva alcuni dipinti ad olio di notevoli dimensioni realizzati da importanti artisti tra cui lo Zimatore di Pizzo Calabro, oltre che alcune sculture ritraenti Santi, ed in particolare la statua lignea di S. Bernardo la cui devozione popolare lo festeggia il 19 agosto. Informazioni dettagliate e di grande interesse possono essere ricavate dal file Pdf Chiese di Decollatura di cui alla presente nota11. La terza Chiesa è quella di Casenove intitolata alla Madonna dell’Assunta, Patrona anche di Decollatura i cui festeggiamenti accadono il 15 di Agosto. Costruita nel 1804 presenta una larga gradinata che consente l’accesso al sagrato della chiesa. Il suo ingresso principale eseguito in pietra tufacea è ad arco a tutto sesto. Sull’altare maggiore si può ammirare il dipinto ad olio su tela di Felice Cerra raffigurante l’Assunzione di Maria e risalente alla seconda metà del XX secolo. Nello stesso edificio religioso sono conservate, inoltre, le statue lignee dell’Assunta, di S. Lucia, di S. Giuseppe, del Cuore di Gesù, di Santa Francesco di Paola e di S. Rita di considerevole pregio artistico. Infine la Chiesa del borgo di Cerrisi dedicata alla Madonna Addolorata, venerata con i dovuti festeggiamenti il 14 settembre. Questa, di Scuola barocca, conserva al suo interno pregiati ornamenti in stucco, dipinti ad olio e statue di Santi. Al riguardo sul sito della Diocesi di Lamezia Terme è sostenuto: «Un altro villaggio sotto la giurisdizione di Motta, dipendente dal Monastero di Corazzo, dell’antica diocesi di Martirano, chiamato in origine il paesello di Colle fiorito, prese il nome di Cerresi prima, ora Cerrisi, perché abitato prevalentemente da famiglie che portavano il cognome Cerra. La chiesa intitolata alla B. V. dei Sette Dolori, costruita nel 1751 dagli abitanti in due tempi, fu elevata a parrocchia nel 1800. La chiesa è a tre navate. Il soffitto della navata centrale è a volta tutto sesto, adornata da tre tele di pregevole fattura, raffiguranti scene della passione (Zimatore – Grillo). L’abside è sormontato da una cupola barocca. Troneggia su tutto il maestoso campanile»12.

Di grande interesse risultano anche le testimonianze archeologiche, che rievocano come questo lembo di territorio, oltre a essere una bella e rilevante realtà culturale, economica e turistica della Pre-Sila Catanzarese, sia stato, come indicano i molteplici frammenti di ceramica ad impasto rinvenuti in alcune sue contrade anche abitato già in epoca preistorica e protostorica. Ma non sono gli unici reperti, considerato che gli ultimi studi archeologi hanno consentito di focalizzare uno stanziamento in villa, alcune rimanenze di cerimonie funebri, le zone archeologiche di Muraglie e Romano.
Per quanto riguarda, invece, i beni architettonici distribuiti su tutto il territorio si segnalano: il Complesso Stocco, i Palazzi: Costanzo, Perri, del Vescovo di Martirano, Marasco, Cianflone, Villa Rende, e il Museo delle civiltà contadina.
La sua economia, se pure a conduzione familiare, si basa prevalentemente sui diversi tipi di allevamento e sull’agricoltura dalla quale si ricavano prodotti essenziali (patate, fagioli, cereali) per l’alimentazione degli abitanti del luogo e non solo. La vasta estensione del suo patrimonio boschivo favorisce, inoltre, il commercio di legname a vantaggio dei diversi stabilimenti di trasformazione.
Oggi, una spinta propositiva al suo sistema economico gli arriva dal settore turistico e dall’artigianato, che sono diventati un punto qualificante e di riferimento per il comprensorio.
La sua storia ci tramanda anche la memoria di persone importanti che in qualche modo hanno caratterizzato il suo vissuto. Basti pensare al garibaldino Francesco Stocco (1806-1880) protagonista de moti rivoluzionari del 1848, patriota e deputato della Repubblica e al poeta Michele Pane, alta espressione della poesia in vernacolo calabrese, nato ad Adami nel 1876 e morto a Chicago negli Stati Uniti d’America nel 1953.
di Franco Emilio Carlino, Socio Corrispondente Accademia Cosentina.
FOTO di Mario Migliarese
Bibliografia
7 M. PELLICANO CASTAGNA, Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria, II CAS-IS, Editrice C.B.C., Stampa Arti Grafiche Rubbettino, Soveria Mannelli 1996, p. 47.
8 Cfr. M. PELLICANO CASTAGNA, pp. 50, 53, 54, cit. p. 77.
9 Cfr. http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=13117.
10 Ibidem.
11 Pdf. Chiese di Decollatura, estratto dal libro “Decollatura e Motta Santa Lucia” per gentile concessione della Grafica Reventino Editrice in: https://issuu.com/marioperri/docs/descrizione_chiese.
12 http://www.diocesidilameziaterme.it/MARIA-SS.-ADDOLORATA-in-Cerrisi-di-Decollatura.html.