Nell’approssimarsi della Santa Pasqua di seguito pubblichiamo il messaggio di meditazione con le riflessioni di Mons. Vincenzo Rimedio Vescovo emerito della Diocesi di Lamezia Terme per come contenuto nella nota che è pervenuta in redazione. Da precisare che la foto che di seguito inseriamo, a corredo del testo, è estratta dall’archivio del sito ilReventino.it e risale a dicembre 2019, in occasione della cerimonia svolta a Soveria Mannelli presso la biblioteca Michele Caligiuri per l’intitolazione a “Mons. Vincenzo Rimedio” di una sezione che custodisce tutti i volumi pubblicati dal presule.
«La Quaresima 2024 è a metà del suo percorso e ho pensato di proporre qualche suggerimento da me sentito. È un periodo liturgico già santificato da Gesù, da quando «lo Spirito lo sospinse nel deserto, e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana» (Mc 1,12).
È un periodo di tempo “favorevole” per lo spirito. La parola di Gesù è forte: «Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,3).
E la Quaresima offre la possibilità di meditare sulla Passione dolorosa di Gesù, redentrice dei peccati e della perdizione eterna, e quindi di coinvolgerci con i suoi indicibili patimenti sofferti anche per noi. È questa la penitenza, che esige la revisione, non fatta con approssimazione della propria vita spirituale, ma compiuta in profondità e con gioia perché con la Quaresima, e soprattutto con la Pasqua e con le potenzialità dello Spirito Santo, ci è dato di risorgere a vita nuova, ad umanità rinnovata (comunione nella preghiera, in particolare nella Santa Messa, con le Persone della Santissima Trinità).
Mi viene in mente il titolo del volume, che sarà pronto entro Marzo: “Vivere è crescere con la sete del Dio vivente”. È come il motto dei nostri quattro Gruppi Insieme da cristiani, segnandone come valorizzare le proprie giornate. La direzione esistenziale ormai, assieme alla Sacra Scrittura, è questa.
Tornando alla vita di Gesù nel deserto, «alla fine dei quaranta giorni – come riferisce l’evangelista Matteo – ebbe fame», e si avvicinò il tentatore dicendogli: «se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,1-4).
È evidente nel racconto la sua natura umana – eccetto il peccato – bisognosa come la nostra, ma è pure evidente la luce che promana dalla sua risposta al tentatore. «Non di solo pane…ecc.»: l’uomo non è solo materia ma anche spirito che è appagato dalla Parola di Dio. Non può mancare il ricorso continuo a questa Parola di vita».
† Vincenzo Rimedio
Vescovo emerito