Si è conclusa con una puntata prima del previsto la video rubrica “Storie e tradizioni popolari lametine” a cura dello storico lametino Matteo Scalise, in diretta tutte le settimane di giovedì pomeriggio, alle ore 17,30 sulle pagine social Chiostro e la Cueva- Cocktail caffè letterario in collaborazione con questa testata giornalistica ilReventino.it e la pagina fb Blabla..Storia.
Infatti la ventesima e ultima puntata, in cui si doveva parlare della Pasqua nel lametino è saltata a causa di problemi tecnici. La diretta di questo argomento quindi, hanno ritenuto decidere lo storico Scalise e gli organizzatori del Chiostro, dopo la celebrazione della Pasqua domenica 4 aprile 2021non avrebbe avuto più senso, per cui si è deciso che la puntata saltata sarà l’argomento che aprirà un ciclo di approfondimenti delle scorse 19 video puntate, affinché si possa far conoscere meglio ciò che magari non è stato detto o perché dimenticato oppure per mancanza di tempo o semplicemente non conosciuto in quel momento.
Nei prossimi giorni sarà comunque girato un breve video trasmesso live sulle solite pagine social dove lo storico Matteo Scalise e Claudio Petronetti (Chiostro) saluteranno i numerosi spettatori.
Vi ricordo che sui seguenti link potete vedere tutte le 19 video puntate integralmente ogni volta che lo vogliate; https://www.facebook.com/chiostrolamezia e https://www.facebook.com/Blablastoria
Giovedì 04 marzo si è parlato dei diversi disastri naturali intercorsi nel comprensorio Nicastrese nei secoli scorsi (terremoti, maremoti, carestie, invasioni di insetti, esondazioni fiumi, pestilenze, ed altro) e come esse abbiano segnato pesantemente il corso della storia locale.
Lo sapevi che?
Purtroppo a causa dei pochissimi documenti coevi non sappiamo per certo quali e quanti siano stati i disastri naturali nel Nicastrese dal XI al XIV secolo. Ad oggi però possiamo dire che il XVII secolo è stato il più devastante per le continue calamità subite in soli 100 anni.
Per saperne di più?
Si vedano Lucio Leone – Filomena Stancati, Nicastro e il territorio lametino nel tempo, Lamezia Terme, Gigliotti edizioni, 2009 e Vincenzo Villella, Scheria la terra dei Feaci, Lamezia Terme, Stampa Sud, 2004.
Giovedì 11 marzo si è affrontato l’origine dei toponimi dei paesi, frazioni e anche quartieri di Nicastro e del suo comprensorio, cercando di capire la loro origine linguistica e del perché fossero stati messi proprio questi tipi di nomi a quel determinato luogo.
Lo sapevi che?
La maggior parte dei toponimi ha origine greca, latina, araba, francese, questo a dimostrazione di quanto le diverse dominazioni/invasioni dei secoli passati abbiano lasciato il segno nella nostra cultura calabrese.
Per saperne di più?
Vedi articoli sul mensile Storicittà – rivista d’altri tempi nn 72-73/1998 e 102/2001 e 103/2002.
Giovedì 18 marzo si è parlato degli arbëreshë nel Comprensorio lametino, della loro storia in generale, della Eparchia di Lungro e delle comunità arbëreshë specifiche del Lametino quali sono Gizzeria, Zangarona di Lamezia Terme, Vena di Maida e Amato.
Lo sapevi che?
Purtroppo le nostre località non hanno mantenuto quasi nulla della loro lingua, fede originaria e costumi popolari rispetto all’Arberia sita in provincia di Cosenza. Sopravvivono solo alcuni termini mischiati nel dialetto e nomi di località o vie cittadine che ricordano questo loro importante passato.
Per saperne di più?
Sugli arbëreshë di Calabria vedi http://www.mondoarberesco.it/ (URL consultato il 16 marzo 2021); Sulla Eparchia di Lungro vedi http://www.eparchialungro.it/ (URL consultato il 16 marzo 2021); Su Gizzeria e Zangarona si vedano almeno Alfonsino Trapuzzano, Storia di Gizzeria, Tip. Junior, Napoli, 1977 e Pietro Bonacci, Scritti Storici lametini, Lamezia Terme, Gigliotti Edizioni, 1993.
Martedì 30 marzo si è parlato degli amatissimi culti per Sant’Antonio di Padova a Nicastro e di San Francesco di Paola a Sambiase, cercando di capire il successo del loro culto, la presenza dei Cappuccini e dei Minimi nella vita concreta delle due comunità e come oggi, in un tempo di scristianizzazione, ateismo e fede tiepida come facciano a sopravvivere sotto forma di elemento collante dal sapore identitario e tradizionale.
Lo sapevi che?
A Nicastro ogni volta che i Cappuccini furono allontanati dal Convento i nicastresi minacciavano sommosse popolari poiché secondo loro mandar via i Cappuccini significava mandar via lo stesso Sant’Antonio, mentre a Sambiase l’allontanamento dei Minimi dispiacque ma non provocò mai serie minacce di disordini sociali.
Per saperne di più?
Si consultino almeno Lucio Leone – Filomena Stancati, Nicastro e il territorio lametino nel tempo, Lamezia Terme, Gigliotti edizioni, 2009 e Enrico Borrello, Sambiase, Roma, Temesa Editrice, 1988.
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=blabla…storia%21
Se volete comunicare con me per suggerimenti, correzioni, approfondimenti potete scrivere alla seguente mail del giornale [email protected] avente per OGGETTO Blabla…Storia!