Lamezia Terme – La presa di posizione è forte e determinata, l’aggressione al primario del Pronto Soccorso dell’opsedale di Lamezia Terme deve far scattare delle misure di controllo e tutela del personale sanitario, l’Azienda Santaria ha diffuso un comunicato che non lascia adito ad interpretazioni ma richiede immediate azioni per questa aggressione che oltrepassa il limite di guardia e necessita di essere affrontata immediatamente.
Un dato di fatto che allarma e pone in maniera urgente la definizione della sicurezza dei medici impegnati in posizioni di trincea quali sono diventati i punti di Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri. Di seguito riportiamo integralmente il comunicato pervenuto in redazione e sull’episodio – sempre come gruppo di redazione del sito ilReventino.it – non possiamo non rappresentare ed esprimere la completa solidarietà al medico e al personale sanitario che ha vissuto la triste esperienza.
«Davanti a questo gesto bisogna fare di più; ci aspettiamo una risposta forte da parte delle Autorità competenti, perché questi fenomeni danneggiano, oltre al personale sanitario anche tutta l’utenza. In questo caso non sono neanche invocabili possibili giustificazioni come la tensione emotiva, non è tollerabile che si entri in un ospedale con un manganello per imporre con la forza e la violenza un abuso.
L’aggressione subita (ndr – la sera di lunedì 11 novembre 2024) dal dottor Rosarino Procopio è un evento che lascia allibiti. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro esprime profonda solidarietà al medico aggredito, ma condannare un’aggressione premeditata come questa è, purtroppo, tristemente scontato. L’Azienda farà come sempre la sua parte, come ha fatto fino al oggi per rafforzare le misure di sicurezza per il personale. Ma questo è un evento fuori del comune che richiede una risposta specifica da parte di tutti. Siamo tutti impegnati a garantire migliori condizioni di accoglienza e di lavoro, implementeremo ulteriormente le misure per garantire i pazienti e i lavoratori ai quali siamo grati perché continuano a svolgere le loro attività pur in un contesto che, come purtroppo dimostrato, può diventare estremamente difficile. Siamo convinti che la tutela legale dei dipendenti e la costruzione dell’Azienda come parte civile siano misure dovute, valide anche come deterrenza; i dipendenti non sono soli e questo deve essere chiaro a tutti».