Calma sempre. Nessuna polemica, ma opportune riflessioni.
Chi tradisce la Calabria?
Chi vuole prendere una corsa per ritornare a casa o chi c’è e la sta mal governando?
In questo periodo di emergenza sanitaria non si ha la più pallida intenzione di fare polemica, ma sull’argomento aggiungiamo alcune opportune riflessioni.
I salotti televisivi restano ingorgati da opinionisti/editorialisti che si danno il tono di esperti affermando a caso opinioni contrarie alle indicazioni che sono state espresse poco prima dai veri “esperti”: rivedetevi gli osceni interventi di Sgarbi quando si annunciava la chiusura di una mostra, uno che è dappertutto da 30 anni, pretendendo di sapere di tutto, sempre insultando!
Persone che da anni a stipendio di gruppi editoriali classicamente filo “pro domo mea” si avvicendano con le più improntate e contraddittorie affermazioni… quando se ne accorgono si rifugiano inesorabilmente nelle accuse al Governo perchè… “non sa comunicare”.
Lo dicono pochi attimi dopo che gli esperti del “mondo medico scientifico” hanno responsabilmente confermato le dichiarazioni ripetute da quasi due mesi: E’ un virus nuovo, E’ possibile che sia mutevole, Non abbiamo vaccini specifici, non si sa come sia “entrato” e come precisamente si diffonde così velocemente. L’unica evidenza è che se ci “fermiamo” non si possono diffondere i contagi.
Il Governo di volta in volta li ascolta, valuta l’andamento e decide misure di “contenimento”, accrescendo le misure di cautela, sempre più restrittive.
Ed ecco che si innalzano i toni alla Giorgio Mulè, alla Salvini, che a raffica affermano contemporaneamente che le misure sono troppo severe e inginocchiano l’economia e che non sono tanto rigide quanto è necessario per bloccare la diffusione!
Il presidente Fontana ha invocato per la Lombardia misure più restrittivamente estese, mentre Zaia avrebbe voluto una revisione delle misure prese per escludere da esse le zone venete…altri Presidenti vogliono puntualizzate le loro differenze! Per poi rendersi conto che le misure andavano prese ristrette e per tutti i borghi della Penisola.
Di fronte ad uno stesso fenomeno che produce un dramma generale invece di riflettere sulle condizioni di inadeguatezza generale e prendere le misure giuste “scomode” per tutti, dopo la irresponsabile irrisione alle scene della esperienza cinese, si fanno polemiche e proclami da guerra in corso.
Toti denuncia i suoi i giusti timori di vedersi importati i contagi attraverso i lombardi che corrono in Liguria dove trovano ville, seconde case e alberghi aperti, nei quali solitamente villeggiano, invocando di fermarli. Salvo temere le ritorsioni per la stagione turistica estiva e starsene zitto.
I presidenti meridionali con formule espressive modulate chiedono la stessa cosa, aggiungendo che in queste regioni il pericolo di contagio propagato dagli arrivi diventa drammatico perché non ci sono le condizioni di cura!
Ed è proprio questo l’aspetto grave!
Davanti agli ospedali sono rimaste per giorni e giorni tende vuote, senza personale e senza attrezzature!
Così, mentre Musumeci ed altri si dicevano sicuri di avere approntato tutto il necessario la sera prima, dopo quelle che stanno passando come “scene di assalto” ai treni ed agli autobus da parte dei meridionali che “fuggivano” dalla Lombardia per tornarsene a casa , subito allarmati hanno inviato proclami, divieti e consigli a non partire a starsene lì in Lombardia.
Ora, ad un primo impatto sono sembrati divieti, proclami e consigli di buon senso. Sembrano di buon senso.
Ciò però non impedisce di ragionarci perché secondo me offuscano la realtà
E non possiamo consentire al virus di colpire contemporaneamente i polmoni, le menti e i sentimenti.
Le scene hanno dato fastidio ai benpensanti salottieri televisivi, Mirabella compreso, commentatori dell’inciviltà mostrata dai novelli “cafoni” meridionali che non hanno senso civico di quelli “per bene” che si sono rifugiati in Liguria ci ha pensato a stigmatizzarli solo Toti, con un semplice accenno.
Le scene hanno prodotto un fastidio nelle stesse regioni di arrivo dove gli “stanziali” si sono sentiti messi in pericolo dagli arrivi di compaesani giudicati subito eventuali portatori di contagi.
Ora, rivedetevi le scene delle prese di “assalto” ai treni nei diversi livelli della Stazione Garibaldi e ai terminali della Centrale di Milano, o alle autostazioni degli autobus.
Vedere correre migliaia di giovani che tirando trolley, scavalcando i gradini in movimento delle stesse scale mobili per guadagnare qualche posizione e pochi secondi, corrono per tornare a casa.
Noi lo sappiamo: sono migliaia e migliaia di giovani partiti per studiare e cercare lavoro. Quelli che correvano sicuramente erano in gran parte impegnati come lavoratori a vario titolo nelle scuole o studenti in università che sarebbero rimaste chiuse fino a 3 aprile, e oltre. Mentre tanti altri non sono potuti tornare, lasciando in apprensione genitori, nonni, familiari e amici.
Che avrebbero dovuto farci nelle aree di massima intensità del virus?
Che sentiamo dire, magari agli stessi commentatori, di tutti quei giovani sparsi in Europa che non riescono più a rientrare?
Quante sollecitazioni hanno ricevuto da giù, dai genitori e dai nonni, perché siano prudenti, si tutelino, si riguardino e perché se ne tornino a casa?
Che farci senza esami, senza impegni di lavoro, con quasi tutto chiuso , chiusi in una stanzetta dove a suo tempo trovarono un posto letto?
Non sono tornate le famiglie degli emigrati con pacchi e le vecchie valigie di cartone che pure hanno le case abbandonate nei loro paesi di origine.
Se ne sono venuti giovani e lavoratori della scuola.
Tranne pochi casi diversi.
E qui le domande spontanee: si poteva capire che gli studenti universitari, i collaboratori scolastici, gli insegnanti non stabilizzatisi nel Nord, a Scuole chiuse per tanti giorni, se ne sarebbero scesi?
La risposta giusta è invitarli a non farlo?
Invitarli a non partire, a non tornare per non tradire la Calabria e i loro “affetti” come si legge nel proclama della “presidente” regionale calabrese?
Cara presidente Santelli quell’invito con il riferimento a non “tradire la Calabria e gli affetti” per me è semplicemente offensivo.
Tradire cosa e chi?
E’ un verbo da non usare verso quelle persone che sono corse verso le loro regioni del Sud a stare con i loro genitori, i loro nonni e i loro affetti.
E bisogna pur dirlo ai tanti commentatori da salotto, mostratisi a dir poco superficiali e incapaci di capire semplici fenomeni sociali. Ed anche ad alcuni esperti chiamati a sciorinare teorie sui fenomeni dell’ansia e delle paure di massa. E’ semplice: giovani che soli,di fronte alla prospettiva di lunghi giorni di inedia al chiuso, a lunghe sicure telefonate per rassicurare ripetutamente i familiari sulle proprie condizioni di salute, hanno fatto la cosa più sensibile ed intelligente. Se ne sono venuti.
Nessuno dei genitori e dei nonni può essersi sentito tradito se i figli e i nipoti sono arrivati a casa, rientrando da zone dove c’è il maggiore rischio di contagio.
E neppure i compaesani stanziali devono sentirsi infastiditi.
Farebbero offesa alle loro intelligenze ed alle loro sensibilità.
Altra cosa, severamente doverosa, è invitare tutti gli arrivati a comunicare come e dove si trovano.
Anzi altra cosa ancora più giusta sarebbe stata e sarà organizzare un controllo prima della partenza ed un secondo controllo all’arrivo, uno per uno consegnando indicazioni severe sui comportamenti da seguire: starsene a casa per 14 giorni segnalando ogni disturbo in tempo alle autorità sanitarie.
Eppoi, vogliamo definitivamente prendere atto che nelle regioni meridionali non si possono continuare a raccontare fandonie?
Per esempio dove sono andati a finire in Calabria i roboanti impegni del trio Salvini – Berlusconi- Meloni? Gli impegni echeggiano ancora per aria… “La Calabria è stata malgovernata… ha gravi problemi… Sappiamo quali sono… Abbiamo esperienza… Siamo uniti… Sappiamo di cosa ha bisogno la Calabria… Interverremo dal 27 mattina”…
Oggi a distanza di un mese e mezzo, dobbiamo constatare che inusitatamente è stato rinviato il primo Consiglio Regionale ,che era stato convocato per l’ultimo giorno utile!
Dopo la vittoria preventivata… favorita dall’imperdonabile tira e molla dell’ex presidente… il centrodestra proclamatosi unito… dal 27 gennaio, di fronte ad una sanità regionale già da sempre in affanno nel fronteggiare l’ordinario, ora che ci spetta di far fronte all’ estensione della allarmante diffusione infettiva chi programma gli interventi? Chi governa le problematiche relative agli interventi di sollievo economico- sociale pure decise dal Governo?
Ecco, questi sono i veri tradimenti della Calabria: farla trovare senza una giunta operante, senza un assessore specificamente impegnato ad intervenire… Invece ci si affida ad incontri di circostanza ed al copia e incolla di disposizioni e proclami.
Come è possibile non avvertire la gravità del momento, in una Calabria già sofferente, e darsi un assetto esecutivo d’urgenza?
Quali sono gli appetiti “poltronisti”, così li chiama il trio i ritardi degli altri, che impediscono alla Calabria di avere una Giunta completa e operante?
Dopo le due presentazioni ad effetto della “Assessore scienziata “ e della “oscura” presentazione dell’“Assessore mascherato” (di fronte a tali ritardi, cosa aspettano a dichiararsi non più disponibili?) quanto tempo ancora serve?
Fino a quando queste classi dirigenti calabresi potranno fare affidamento all’ intreccio di ristretti interessi di cerchie di potere che li sostengono qualsiasi cosa facciano? Fino a quando saranno complici l’indifferenza ed l’ indolenza dei più?
Intanto restiamo calmi e fronteggiamo il coronavirus rispettando le indicazioni.
“Primum vivere deinde lottare”, impegnandosi ad eliminare questi comportamenti incrostati di egoismo, nullismo, ascarismo ed indolenza.
Ai giovani che arrivano riserviamo un bel “Benvenuti”, con l’invito a seguire rispettosamente le indicazioni, date a Loroea Noi.
Abbasso i virus malefici e le fandonie di turno, anch’esse sono malefiche!
Angelo Falbo