Quest’anno, in più occasioni, mi è capitato di rivedere gente all’Abbazia di Corazzo. Persone in carne e ossa …e non i fantasmi dei monaci cistercensi, che si dice possano ancora aleggiare tra le antiche mura.
Ciò è avvenuto per merito dell’Associazione Gedeone, guidata dalla massima “è vietato calpestare i sogni”, che è risuonata nella valle del fiume Corace quasi come fosse un grido di battaglia, e della serie di eventi che è riuscita a organizzare e che hanno richiamato un numero consistente di persone.
Da ciò, è scattata la molla di un ricordo che non mi sembrava così lontano nel tempo, eppure lo era. Me ne sono accorto solo quando ho ripescato dal mio archivio personale la scaletta e i testi di un programma radiofonico che avevo condotto all’epoca dei fatti.
Stiamo parlando del lontano 1987, quando l’anfiteatro naturale antistante l’Abbazia di Corazzo si illuminava della luce dei fari che, attraversando la nebbiolina tenue dovuta al vicino scorrere del fiume Corace, contribuivano a creare un’atmosfera speciale e ideale per un concerto di musica rock.
E il posto si riempì anche allora di gente, tanta gente, in prevalenza giovani amanti appunto della musica rock.
Queste sono le parole esatte pronunciate dal sottoscritto, sotto lo pseudonimo radiofonico di Raf, ai microfoni di Radio Soveria Uno, ventotto anni addietro, in uno speciale dedicato a quell’occasione:
<< L’agosto 1987 ha segnato un evento alquanto importante per tutti quelli che conservano un cuore rock.
“Corazzo Esterno Notte” è l’evento in questione.
Nella splendida valletta a catino posta di fianco all’antico monastero di Corazzo, in una scenografia ideale per un concerto rock, si sono esibiti (dopo Illegal Function Call e Silent Scream, le band supporter della serata) i Moda!
Moda è una band fiorentina che si inserisce in quel movimento definito semplicemente “nuovo rock italiano” o “rock mediterraneo”, volendone estendere i confini.
Figli senz’altro legittimi dei più famosi Litfiba, i Moda si sono posti all’attenzione del popolo rock con un sound che paga un grosso tributo al pop anni settanta: sia sul fronte del cosiddetto “rock generazionale”, sia su quello del “pop sinfonico e concettuale”.
La band arriva al primo album nel 1986, si chiama “Bandiera”; un ulteriore vessillo e segno di riconoscimento dell’IRA: etichetta indipendente, tra le più pronte ad accogliere le istanze del nuovo rock italiano.
La parole d’ordine è rock: certo nella tradizione anglosassone, ma filtrata da una spiccata sensibilità per melodie di stampo mediterraneo. E soprattutto, cantato in italiano.
La band conferma la aspettative con il nuovissimo album: “Canto Pagano”, per la cui produzione è stato chiamato Mick Ronson (il chitarrista degli Spiders from mars di David Bowie).
La formazione si compone di: Nicola Bonechi alla batteria, Marco Bonechi al basso, Fabrizio Barbacci alla chitarra, Fabio Galavotti e Fabio Chiappini alle tastiere, Andrea Chimenti alla voce.
Al concerto hanno assistito circa 800 persone, molte delle quali incontravano per la prima volta dei rappresentanti del nuovo corso della musica rock in Italia.
L’entusiasmo che si è sviluppato attorno alla band è stato enorme quanto forse inaspettato.
Quella di “Corazzo Esterno Notte” è stata un’esperienza che insegna come sia possibile, anche in Calabria, essere all’avanguardia nella fruizione della musica.
Da ciò, un ringraziamento particolare agli organizzatori, con la speranza che tutto questo possa ripetersi.
Radio Soveria Uno, per mezzo delle sue specialissime inviate: Miss Sound Player e Niki, (alias Angela Mauro e Nicolanna Colosimo Torchia, NDR) coadiuvate da Stefano Bonacci (nel ruolo inconsueto di public relation man), ha realizzato un’intervista esclusiva con Andrea Chimenti, front man dei Moda.
Ascoltiamola insieme al loro più genuino biglietto da visita: la loro musica! >>
Chissà quanti di voi sono in grado di ricordare quell’evento. Quanti non erano ancora nati…
Ma per tutti valga come monito e come stimolo il fatto che quel ricordo abbia potuto oltrepassare, pressoché intatto, quasi un trentennio di vita dell’Abbazia di Corazzo, delle persone che vi vivono attorno e di quelle che stanno tornando ad animarla sempre di più, prendendo spunto dall’abate Gioacchino, e da tutti i suoi monaci, o magari dagli altrettanto visionari (per l’epoca) organizzatori di quella serata, di quel fantastico concerto rock…
PS: Chi, come me, ha conservato un ricordo personale dell’evento di cui si parla nell’articolo, può raccontarlo cliccando sull’opzione “Lascia un commento”.