2 Giugno 1946 – Nascita della Repubblica / 2 Giugno 2021 Festa della Repubblica
W la Repubblica Italiana. W la Carta Costituzionale italiana
( Scelgo sempre il viso sorridente di “Quella Donna” a rappresentare simbolicamente la nascita della Repubblica )
Per Chi ha la pazienza di leggere , ripercorrendo un pò di Storia:
L’altro giorno nell’ I.C. “ Giuseppe Guzzo” di Tiriolo (Scuole di Tiriolo, Gimigliano, Cicala e S. Pietro Apostolo, dall’Infanzia alla Secondaria di 1° grado) si è svolta una bella iniziativa. L’occasione è stata offerta dalla pubblicazione di un libro di Ippolito Armino dal titolo “Storia della Calabria partigiana”.
I saluti non di circostanza della Preside. Sottolinea l’ importanza didattica e formativa rivolta agli alunni da una Scuola attiva che aiuta a crescere, affinando qualità umane e imparando a non fare gli errori del passato; del Prof. Cugnetto : una iniziativa finalizzata alla consapevolezza dell’essere cittadini criticamente attenti contro soprusi e violazioni varie dei diritti in ogni tempo ed oggigiorno in molti luoghi; del Presidente ANPI provinciale Mario Vallone: iniziativa importante che l’ANPI come Associazione sostiene volendo svolgere la sua insostituibile funzione di tenere viva la Memoria della Lotta di Liberazione che sta passando dai “ protagonisti” alle nuove generazioni, le quali ne dovranno tener alto il testimone contro ogni revanscismo: l’appassionato intervento del Prof. Plastino: una Scuola con impegni didattici e formativi tesi a promuovere sensibilità per la difesa e l’espansione dei diritti di Tutti e del rispetto degli altri, senza distinzioni alcune, contro ogni prepotenza e forma di sopraffazione, avendo alla base la conoscenza “storica” delle vicende del passato; una approfondita relazione da parte del Presidente della Cooperativa “ Scheria”, Felice Scozzafava., per dar senso all’incontro: un intervento specifico del Presidente della Associazione Culturale Teura Antonio Cocerio, con Renato Grembiale, per ricordare il lungo elenco di antifascisti e partigiani tiriolesi; la lettura intervallata, emozionante e commovente di due lettere di condannati a morte della Resistenza e una Poesia, con voce recitante da parte di Salvo Corea ( Compagnia di Teatro MU ); .molte considerazioni pertinenti, alcuni resoconti sulla drammatica fase storica dell’8 Settembre 43, la Liberazione e nascita della Repubblica del 2 Giugno 46…uno sguardo dentro il Regime fascista .. la soppressione di ogni diritto politico e civile, le aggressività e le prepotenze verso gli avversari fino all’annientamento fisico…la soppressione della libera stampa, dei Sindacati liberi, dei partiti politici e delle libere associazioni religiose…Le Leggi e la persecuzione razziale….la presenza di forti personalità e nuclei di antifascisti passati alla clandestinità ….il consenso spasmodico delle folle alla dichiarazione di guerra…le prime entusiastiche vittorie seguite dalle disastrose e definitive disfatte delle Divisioni nazifasciste….la delusione e il disinganno di tanti che avendo prima applaudito il Duce e che si ravvedono facendo la “scelta giusta”, divenendo patrioti anti nazifascisti, ingrossando le fila degli antifascisti di sempre e di quello che convintamente credono nuovo Risorgimento: la Resistenza.
I tanti meridionali che si armano dove si trovano entrando nelle bande-brigate dei ribelli- partigiani. Tra di loro i tanti calabresi e, tra i tanti anche calabresi, i molti nati nei paesi dell’area Tiriolo-Reventino.
Ne sono stati ricordati tanti. Senza farne qui l’elenco.
Arriva il momento di “dare la parola” agli alunni. I consueti tempi di silenzio. Poi segue una serie di domande rivolte all’autore del libro che si impegna a dare risposte argomentate a quelle che appaiono e sono domande in parte segnate da curiosità ed interesse, nelle quali si coglie positivamente lo spirito di semplicità e il desidero di capirne di più di quel che si è ascoltato.
Poi arriva una domanda che colpisce per l’immediatezza ed arriva alle orecchie di noi adulti carica allo stesso tempo di stupore e di interrogativi:
“Perché vi sono Persone che vogliono fare del male ad altre?”
I presenti nel laboratorio ci guardiamo e gli sguardi tradiscono, come altrettanto fanno quelli degli adulti proiettati sullo schermo delle presenze online, una sottile esclamazione: “Beata innocenza!”
Chi risponde? Tutti i “grandi” ci sentiamo chiamati in causa. Tutti avremmo da dare, cianfrugliando, delle risposte, rendendoci conto che quelle date ne richiederebbero altre e poi altre. In ciascuno degli interventi si cerca di soddisfare alla impegnativa domanda con affermazioni che chi le pronuncia sa che non potranno essere esaustive. L’inadeguatezza delle argomentazioni lentamente riconduce alla radice dell’essere uomini, cioè animali evoluti e divenuti specie “ homo sapiens”. La Preside, docente di Matematica e Scienze, si è incarata di tracciare brevemente una plausibile risposta: gli uomini per la loro natura di animali, mantengono nel corso della rincorsa evolutiva che li ha portati al vertice degli esseri viventi sulla Terra, un sottofondo latente di “beluinità”, essa si esprime in termini di volontà di dominio non solo verso le altre specie, ma anche verso i propri simili, fino ad infliggere sofferenze ed anche la morte. Questo ” istinto di dominatore”, sfocia in azioni predatorie sostenute da convincimenti affidati a varie supposte superiorità, per appartenenze a gruppi dominanti per ideologia, per cultura di possesso, per insofferenza e intolleranza verso chi viene considerato diverso ( e per ciò stesso inferiore) prendendo a pretesto ora le posizioni politiche, ora le credenze religiose, ora il colore della pelle, ora….quello che si vuole. La saggezza della favola di Fedro ci ricorda che il lupo, ad un certo punto…non riuscendo a trovare alcuna giustificazione per sbranare un agnello…lo accusò perché “ ..una volta tuo nonno ha detto male di me!”
Insomma ci sono istinti di domino di presone su altre persone e di popoli ( Stati ) su altri popoli ( Stati ) che periodicamente affiorano e nei libri di Storia riempiono le pagine delle guerre ripetute e sempre più sofisticate negli armamenti; ma anche nelle giustificazioni diplomatiche che si ammantano di “ ragioni di Stato”, di “ragioni di sopravvivenza”, di “ragioni di difesa della propria sovranità e del proprio territorio nazionale”…. Tutte giustificazioni che hanno prodotto guerre, occupazioni, disfatte, vittorie e mutamenti geopolitici. Nei secoli più recenti hanno provocato in Europa e in altri continenti due grandi guerre con 20+ 40 milioni di morti.
Il libro dello studioso Arpino traccia vicende di circa 200 partigiani, riferite alla nostra recente storia, specificamente alla lotta partigiana che contribuì in Italia, e in Europa, alla lotta contro gli eserciti nazifascisti italo.
In Italia porta alla caduta del Fascismo e della sua denominata “Repubblica di Salò”.
Naturalmente di “ Repubblica” non ha niente : è un governo che oggi chiameremmo “fantoccio” voluto da Hitler che, liberando Mussolini, dal carcere di Campo Imperatore dove si trovava, gli impose di riorganizzare le fila di un governo e di un esercito per tentare di continuare la guerra coprendosi da un attacco degli Alleati provenienti dal sud della penisola italiana dopo le disfatte in Africa.
Ed è proprio lo sbarco degli Alleati in Sicilia ( 9 Luglio 43) che fece precipitare la situazione in Italia a danno del Regime fascista.
Intanto il Gran Consiglio del Fascio il 25 Luglio delibera che Mussolini deve rinunciare ad essere a capo delle Forze Armate il cui comando deve passare nelle mani del Re. Il Re non solo accetta le dimissioni che Mussolini reca, nel mentre spera non vengano accettate, ma lo dimissiona da capo del Governo e lo fa arrestare.
Con Mussolini arrestato ed inviato in prigione in Campo Imperatore, lo Stato italiano è tutto nella volontà del Re, con un nuovo presidente del Consiglio nella persona del Maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio. Il Fascismo è caduto. Il popolo italiano prima plaudente, o più o meno indotto ad applaudire, la dichiarazione di guerra, ora, dopo le ripetute disfatte sui campi di battaglia e il disincanto dalla guerra di breve durata e di vittoria certa, ora spera in una fine della guerra senza più inutili soldati caduti dappertutto e distruzioni di uomini e cose sotto il doppio bombardamento (Alleati che avanzano e armate nazifasciste che arretrano verso il Nord).
Lo svolgimento degli scontri induce il Re a firmare un Armistizio reso noto l’8 Settembre 43:–” considerato l’andamento della guerra, per evitare ulteriori inutili perdite si è chiesto ed ottenuto un armistizio…da questo momento il soldati italiani non combatteranno più contro gli Alleati e dovranno difendersi da eventuali attacchi”…
Un comunicato che lancia un messaggio ambiguo sulla fine della guerra e incerte le truppe italiane …Da chi bisognava difendersi?
Solo le truppe tedesche ”avevano motivo di attaccare” i soldati italiani. Hitler appena saputo dell’Armistizio ha dichiarato il territorio italiano “territorio nemico occupato”. E i Comandi tedeschi in Italia si sono subito affrettati ad occupare le caserme e a dettare ordini di arruolamento, pena la fucilazione sul posto o l’avvio in campi di concentramento.
Intanto, Mussolini liberato da una squadriglia tedesca e per la superficialità della gendarmeria posta in guardia, se non per diretta compiacenza, su ordine diretta di Hitler fonda la Repubblica di Salò nella speranza di ricostituire le fila fasciste e un esercito con Divisioni, ai suoi ordini, da contrapporre all’avanzata degli Alleati.
I nuclei degli antifascisti di sempre si sono via via ingrossati con gli arrivi di coloro che non si sono voluti presentare nelle caserme per essere arruolati nelle organizzazioni militari nazifasciste per come prevedevano ben 4 bandi indirizzati a reclute e a richiamati, pena la fucilazione, l’avvio nei campi di concentramento e ripercussioni di ferocia e violenza sulle persone fisiche e sui beni dei familiari. Moltissimi decisero di non consegnarsi. Non vollero continuare una guerra considerata già persa, anche da chi l’aveva voluta, applaudita e corso pure volontario. Di fronte alla chiamata minacciosa a presentarsi nelle caserme per essere intruppati agli ordini di comandanti nazisti scelsero di aggregarsi alle bande-formazioni partigiane avviando nella Resistenza un Secondo Risorgimento, durato bel 19 mesi , fino alla sconfitta definitiva delle truppe nazifasciste e la Liberazione della Patria, considerata nel giorno del 25 Aprile con la fuga dei tedeschi da Milano.
Per questo le due date del 25 Aprile e del 2 Giugno solo indissolubilmente legate: la seconda è figlia della prima.
Durante i 19 mesi di lotta partigiana il centro di direzione politica costituito dal C.L.N ( Comitato di Liberazione Nazionale) costituito da rappresentanti di tutte le forze antifasciste) non è che poté concordare la futura fisionomia dello Stato che si sarebbe voluto. Si fronteggiarono due posizioni. Quella ancora legata al Re che avrebbe voluto ancora uno Stato monarchico e magari anche un regime a “dittatura attenuata” e quella che voleva una svolta radicale sul piano istituzionale con la nascita di uno Stato repubblicano democratico. Nei mesi di lotta contro i nazifascisti non ci si poteva e doveva dividersi. Il Governo provvisorio del tempo, costituito dopo la liberazione di Roma con il Presidente Bonomi stabili, nel Giugno 44, che a fine guerra sarebbe stata eletta un’Assemblea Costituente cui affidare il compito di decidere la forma dello Stato. A fine guerra quella disposizione fu cambiata e integrata e sotto il Governo di De Gasperi con un nuovo Decreto luogotenenziale del Marzo 46 si decise di affidare la scelta direttamente al popolo attraverso un Referendum.
Un Referendum semplice con due opzioni: Repubblica o Monarchia.
Gli italiani riscoprirono il gusto di recersi alle urne per esprimere la propria volontà. Da un ventennio non avevano più potuto votare liberamente. E prima lo potevano fare solo pochi ceti. Adesso Tutti e Tutte, e di tutte le condizioni sociali. Perché per la prima volta potevano recarsi alle urne anche le Donne.
Non si votò solo per la forma di Stato. Si votò anche per formare un’Assemblea Costituente per dare al nuovo Stato una Carta dei principi e dei valori, con l’articolazione dei poteri istituzionali.
I risultati per alcuni giorni lasciarono incertezze. La Cassazione solo giorno 18 Giugno del 46 proclamò l’esito definitivo, quando già il Re avendo conosciuto prima l’esito e avendolo accettato dopo alcuni tentennamenti giorno 13 aveva lasciato l’Italia.
Esito: 12. 672. 767 voti per la Repubblica, e 10. 688. 905 per la Monarchia.
La Repubblica viene festeggiata il 2 Giugno che ricorda la giornata in cui il Popolo l’ha scelta nelle urne
Mentre i risultati dei lavori dell’Assemblea Costituente dopo mesi di operoso impegno da parte dei diversi componenti eletti appartenenti alle diverse formazioni politiche antifasciste in misura proporzionale ai voti ottenuti, si ebbero con l’approvazione della Carta Costituzionale del 31 Gennaio 1948.
Oggi che ne pensiamo?
Si è fatta la Repubblica, democratica e a base parlamentare. E dobbiamo essere contenti avere una forma di Stato tra le più avanzate sotto il profilo delle libertà.
E’ sostenuta da quadro costituzionale i cui principi, valori e ideali raccolgono il meglio della Storia della Penisola, affondando le radici nel millenario processo di civilizzazione scritto dalle genti che si sono succedute, fino a raccogliere nel periodo risorgimentale gli aneliti ereditati dalla cultura illuminista, dalla Rivoluzione francese, dagli apporti delle idealità cristiane sul rispetto della Persona e da quelle della cultura sociale ispirate da tante esperienze sensibili ai processi di emancipazione delle fasce popolari attraverso meccanismi e scelte che ne possano elevare coscienza e condizioni.
La nostra Costituzione è tutt’oggi insuperata nella formulazione dell’articolazione istituzionale, ma soprattutto nella indicazione dei Diritti e dei Doveri, avendo alla base la finalità che lo Stato è di Tutti i Cittadini, Tutti se ne devono sentire partecipi, fruitori e difensori allo stesso tempo, nel mentre lo Stato deve garantirne l’effettiva eguaglianza. E’ qui che non ci siamo. Con le evidenti diseguaglianze generazionali, territoriali socio economiche e di genere.
Anche dopo l proclamazione della Repubblica possono ripetersi emblematicamente ancora attuali le parole di Nicola Sacco ascoltate di recente durante una significativa rievocazione teatrale presentata dall’IC G. Rodari di Soveria Mannelli-Carlopoli: …Qui, non si può stare…chi non lavora diventa ricco e chi lavora non ha un pezzo di pane…(Vicenda dei due italiani Sacco e Vanzetti, emigrati in “ America”…accusati e condannati ingiustamente alla sedia elettrica).
La realtà economico sociale che viviamo non corrisponde alle aspirazioni di quanti lottarono nella Resistenza.
A me piace indicare la grande differenza etica che esiste tra le affermazioni di principio iscritte nella Costituzione degli U.S.A. e quelle della nostra Costituzione.
Lì in “America”, come diciamo impropriamente noi riferendoci agli Stati Uniti, lo Stato deve perseguire la finalità della “felicità individuale”, mentre, per es. nell’art 3 della Costituzione italiana, dopo le affermazioni del principio che i cittadini devono essere considerati tutti eguali, si va oltre e si indica che lo Stato repubblicano è impegnato a rendere effettiva l’eguaglianza…
…..”E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”…..
Trovatemi Voi un’altra Costituzione di qualsiasi Popolo della Terra che stabilisca un così elevato ed intenso livello etico assunto dall’ Istituzione Stato a favore dei suoi cittadini.
Obiezioni: ma le cose vanno diversamente!
Certo che lo so, che vanno male un po’ diffusamente ed ancor di più per Chi nasce nelle regioni del Sud, dove le diseguaglianze si avvertono più gravosamente in ogni settore della vita sociale economica e politica.
Attenti però. Non è la Istituzione Repubblica che non va bene. Non è la Costituzione che è scritta male, Sono le scelte economico politiche che sono andate e continuano ad andare in direzioni opposte.
Dopo il 2 Giugno del 46 non ci furono più sudditi, ma cittadini. Tutti con gli stessi diritti e doveri. Pensate che fossero a quei tempi e siano oggi ancora Tutti contenti?
No, cari ragazzi dell’Istituto di Tiriolo e di ogni località d’Italia… Ci sono stati, ci sono e ci saranno “ Persone” che vogliono sentirsi ed essere considerate superiori ad altre. Vale in termini individuali. Vale in termini di gruppi e di popoli.
Da Noi la Repubblica è stata e continua ad essere osteggiata seminando nella società stragi e uccisioni mirate fin dalla sua nascita con la strage di contadini a Portella della Ginestra, ma anche a Torre Melissa ed in centinaia di luoghi nelle campagne e nelle fabbriche e nelle piazze….sempre per limitare di fatto la libertà e l’effettiva eguaglianza dei cittadini….impedendo e bloccando i processi di emancipazione dei ceti sociali meno abbienti…
Una sequela di stragi e di delitti mirati, con compiacenze dirette ed indirette verso fenomeni criminosi, gruppi associati ostili alle istituzioni democratiche, a volte sostenuti da trame e intrighi compartecipati da pezzi dei servizi segreti nazionali e internazionali.
La Repubblica ha incontrato molti nemici che hanno osteggiato, per molti versi riuscendoci, l’attuazione dei principi della Costituzione.
Mondi perfetti non ce ne saranno, finché la specie umana nella sua imperfezione si porta appresso e dentro istinti “beluini”.
Però la via di progredire nelle condizioni di vita e di cittadinanza effettiva non potrà essere interrotta.
Le aspirazioni a trovarsi in un “mondo migliore” non cesseranno. Ed è compito delle nuove generazioni assumere gli impegni di portare più avanti e più in alto i livelli di convivenza e di liberazione dalle condizioni di soggezione e di angustia di vita, contro frustrazioni e mortificazioni. Per sé e per gli altri.
Qui si colloca la funzione della Scuola, il cui sistema va reso più organicamente adeguato alle necessità del tempo presente e delle prospettive.
Promuovendo processi di consapevolezza critica che aiutino ad indignarsi per quel che considerano “che non va”, ma che, soprattutto, li sollecitino a non fermarsi ad elencare gli errori del passato, i “torti dei padri”, bensì a conoscerli e a saperli superare per affermare principi e valori che possano rendere il “mondo” migliore di come lo hanno trovato e stanno vivendo.
Questo è il testimone da ereditare attraverso la triade , circolare, Scuola-Storia-Memoria. E se no, a che seve l’intelligenza umana?
Ricevere messaggi da Marte va benissimo, ma se sulla Terra, anche nelle società ad alto “sviluppo industriale” (evidentemente non di civiltà) si resta sempre sprovvisti e sprovveduti, tra cronache nere d’ogni malefatta, guerre permanenti, morti sul lavoro, per le strade, femminicidi e genocidi pandemici, vuol dire che non stiamo ancora svolgendo bene il nostro ruolo di essere al più alto gradino delle capacità intellettive tra i diversi esseri viventi.
Succede forse anche perché le nostre insuperate facoltà intellettive, insuperbendoci, le rivolgiamo distortamente. Questione di culture?
Dentro le Istituzioni repubblicane, con la Costituzione in mano, la Scuola potrà alimentare i processi culturali, di attuazione di rispetto della Vita e di Tutte le Persone.
Non possiamo continuare a vivere in uno Stato nel quale tanti esseri umani, pur nascendovi, non vi si viene riconosciuti come cittadini. Personalmente penso che lì dove uno nasce deve essere riconosciuto cittadino e dove poi vuole spostarsi a vivere lo deve poter divenire. Per questo la Terra è rotonda e gira sempre. (eppur si muove!)
La Scuola deve però cominciare a sapersi difendere.
Viene sempre chiamata in causa in ogni circostanza e poi lasciata indebolita e sola di fronte alle trasformazioni sociali che stanno interessando profondamente l’etica, i comportamenti e le aspirazioni, sociali e individuali, che, troppo spesso vediamo tramutati in fenomeni di violenza e di disumanizzazione.
La Festa della Repubblica, vissuta bene, con giuste riflessioni di raffronto passato-presente-futuro, potrà aiutare a farci valorizzare al meglio quei sacrifici compiuti fino alla prova estrema della propria vita, da coloro, i Partigiani, che ci hanno fatto divenire dei cittadini. W la Repubblica italiana. W la Costituzione italiana. Da attuare.
Angelo Falbo