La nuova immagine che ci ha inviato il fotografo Antonio Renda è un sinonimo di speranza.
Da molti anni non fanno altro che parlarci di crisi. Una crisi rispetto alla quale sembriamo tutti (o quasi) indifesi, incapaci di capirne perfino le ragioni profonde.
E infatti sono ragioni che abitano lontano, nei centri di potere dell’alta finanza che decide per noi e che determina i nostri destini.
Mentre a noi servirebbero delle vite normali, che ci chiedano solo di essere vissute, soddisfacendo i bisogni primari e qualche bisogno secondario, come li chiamerebbe un bravo economista.
Tra i bisogni primari c’è quello del cibo. Così, più di uno ha cominciato a fare come all’epoca dell’ultima guerra, i cui racconti ci sono giunti attraverso le parole dei nostri genitori o dei nostri nonni.
A quei tempi, in mancanza di soldi e spesso anche di derrate alimentari da acquistare, drasticamente razionate, era opportuno che ognuno provvedesse per sé e per la sua famiglia, coltivando piccoli appezzamenti di terreno, allevando qualche maiale o un po’ di galline.
Gli orti fiorivano, ma poi il benessere del boom economico post bellico ne ha fatto perdere le tracce.
Ci voleva un’altra crisi per farli ritornare visibili, protagonisti di un territorio che continua a donare, inconsapevole del tempo trascorso, sempre gli stessi frutti di sussistenza, che premia il lavoro con buon cibo da mangiare.
L’autore dichiara così il suo intento e i risultati che ha idea di aver ottenuto:
<< Cercavo l’orto “per la famiglia” e anche per il vicinato, visto che il baratto esiste ancora. Cercavo un orto povero ma fertile e rigoglioso. L’ho trovato, assieme a un bel cancello fatto con materiale di riuso. >>
Per inciso il cancello è fatto con una rete elastica del letto fissata alla bene e meglio. Un modo per alleggerire le discariche e trovare una nuova funzione a oggetti che, solo apparentemente, hanno perduto tutte le loro potenzialità d’uso.
Se poi orti e riciclo rappresenteranno un vero e proprio ritorno alle origini che si stabilizzerà nel tempo o solo una moda passeggera, lo sapremo presto. Quando la crisi passerà. Perché, in qualche modo, passerà anche questa crisi, come tutte le altre che l’hanno preceduta.
Raffaele Cardamone
In basso, La foto realizzata da Antonio Renda e, a seguire, la sua Biografia…
Foto di Antonio Renda (Fototeca della Calabria)
Biografia di Antonio Renda
Antonio Renda è un fotografo e un documentarista. E’ nato a Catanzaro nel 1964. Ha compiuto studi universitari di filosofia e antropologia. Professionista dal 1991. Specializzato in fotografia di architettura, arte e turismo. Il suo archivio conta oltre 100.000 immagini sulla Calabria.
Ha collaborato alla realizzazione di numerosi prodotti editoriali con le maggiori case editrici calabresi: Rubbettino, Abramo, Iiriti, e nazionali come Silvana Editoriale, Electa-Mondadori e ha pubblicato sulle riviste: Oasis, Bell’Italia, A tavola, Terre del vino, Qui Touring, Abitare, Informatore Agrario; ha inoltre curato la fotografia per le Riviste: Calabria Rurale, Calabria è, Catanzaro Arberia.
Collabora da molti anni con le maggiori istituzioni calabresi e con case editrici, e autori vari. Per l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Catanzaro ha curato i cataloghi per le edizioni della mostra di arte contemporanea “Intersezioni” (ed. Electa) e per la mostre realizzate al Museo MARCA di Catanzaro fin dalla sua fondazione.
Ha inoltre realizzato le immagini per le due edizioni del catalogo del “Museo Storico Militare” di Catanzaro (ed. Rubbettino), i calendari e i cataloghi del “Parco della Biodiversità” di Catanzaro.
Per la mostra “Intersezioni” e il Museo MARCA ha realizzato inoltre i video sugli artisti e le relative mostre.
È responsabile della “Fototeca della Calabria”, associazione che si occupa della divulgazione della cultura e dell’immagine della Calabria, con una particolare attenzione agli scrittori ed artisti calabresi.
Ha inoltre realizzato, negli ultimi anni, numerosi cortometraggi su vari aspetti della cultura calabrese: il mediometraggio “Nella terra di Melusina”, ispirato ad un racconto di Corrado Alvaro, e i cortometraggi “I carbonai di Serra San Bruno”, “Bovari”, “L’ultimo Mugnaio”, “I Palmenti Di Ferruzzano”.
Un’opera fondamentale della sua produzione è il volume fotografico: “Differenze di Vedute – Il paesaggio nella provincia di Catanzaro” (ed. Rubbettino).
Ha da poco ultimato un nuovo libro fotografico: “Madonna di Porto. Le icone votive lungo i percorsi verso il Santuario”, attualmente in fase di pubblicazione.