di Luigi Guzzo –
Si è tenuta presso la sala conferenze del Polo Museale di Tiriolo, organizzata dalla Comunità Cooperativa “Scheria”, la presentazione del libro Mistero al cubo dei Lou Palanca, edito da Rubbettino.
Dopo l’introduzione di Luigi Mariano Guzzo, docente di Beni Ecclesiastici e Beni Culturali all’Università di Catanzaro, sono intervenuti Gianluigi Greco, direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università della Calabria di Cosenza, e l’autore Nicola Fiorita, professore di Diritto e Religione all’Università della Calabria.
Lou Palanca è un collettivo di scrittori a “geometria variabile”. Mistero al cubo è stato scritto da Danilo Colabraro, Valerio De Nardo e Nicola Fiorita. Il romanzo prende avvio da un freddo venerdì di dicembre, in prossimità del Natale, quando viene ritrovato il cadavere del professore De Vitis, ordinario di Diritto Penale Comparato, presso il suo studio all’Università di Arcavacata. Tutti i personaggi fanno parte del mondo accademico e si muovono nel Campus di Arcavacata, dove si svolge la trama fitta di mistero e giallo.
La vera protagonista di Mistero al cubo è l’Università di Arcavacata, raccontata come un sogno mai avverato.
Come sottilmente descritto nel romanzo e come analiticamente specificato dai protagonisti della presentazione, l’Università della Calabria che doveva avere, già nelle intenzioni del primo rettore, Beniamino Andreatta, la forza propulsiva di riscatto culturale per la Calabria si è dimostrata, pur avendo dato la possibilità di studiare ai giovani calabresi, un sogno mai realizzato.
Emerge dal romanzo che il riscatto culturale e sociale della Calabria che doveva partire dall’Università della Calabria, quale punto di riferimento per incontri, dibattiti, confronti, progetti fattivi per la crescita, dopo quarant’anni dalla sua fondazione, non ha dato i frutti sperati, ma si è creato attorno al Campus di Arcavacata un proliferare di palazzi e centri commerciali, del tutto distaccati e sconnessi dalla vita universitaria.
La presentazione del romanzo ha aperto una riflessione amara, ma costruttiva sul futuro e sulla ripresa culturale della nostra regione che dovrebbe passare anche attraverso la crescita e la valorizzazione della vita accademica.
Il dibattito sull’analisi del romanzo, costruito intorno ad una storia con personaggi di fantasia, si è soffermato non soltanto sulle vicende legate all’Università della Calabria, ma anche a tutte le vicissitudini delle università italiane, oggi legate a logiche di mercato che limitano la loro gestione.