Luoghi del cuore, quelli ricchi di fascino, memoria e cultura in cui l’anima trova l’ancestrale energia, in sostanza luoghi dal sapore unico ed inimitabile, onirico e visionario. Un luogo del cuore in Calabria?
Nessun dubbio: l’Albergo delle fate di Villaggio Mancuso nella Sila Piccola catanzarese.
Un luogo di per sé magico se solo si pensi alla sua storia fatta di variopinte casette in legno dall’inconfondibile stile svizzero con all’apice in posizione dominante l’imponente Albergo delle Fate. Certo che se l’atipica costruzione potesse parlare, in modo fatato, sicuramente ci racconterebbe di un luogo magico dove natura e cultura camminano di pari passo disegnando traiettorie di civiltà, dove l’ispirazione di maestranze illuminate dispensa bellezza, creatività e utilità per l’anima.
Cose belle e cose utili: un binomio che regala identità, emozioni e pagine di civismo.
Ed è proprio il senso civico che genera la voglia di riscatto di un’intera comunità condensata nell’odierna candidatura a “Luogo del Cuore FAI” di un vero e proprio simbolo della montagna calabrese e di tutti noi con l’obiettivo di sfidare e sconfiggere l’incuria materiale e morale che ha interessato il nostro luogo fatato negli ultimi anni.
Ed ecco che il Fondo per l’ambiente, con il XII censimento nazionale, offre la possibilità di votare l’Albergo delle fate di Villaggio Mancuso come Luogo del Cuore, come luogo da non dimenticare.
Basta collegarsi sul sito www.fondoambiente.it/luoghi/albergo-monumentale-parcodellefate e votare con un clic non solo la bellezza dell’albergo, ma è attestazione di stima per Taverna, per la provincia di Catanzaro e l’intera Calabria, Regione dalle bellezze sopite ma anche dimenticate.
L’Albergo non merita più l’oblio che lo ha attanagliato dal giorno della sua chiusura al pubblico perché questa caratteristica struttura ricettiva vanta una storia tutta da narrare.
L’Albergo delle Fate è monumento storico nazionale, dichiarato bene di notevole interesse architettonico dal Ministero per i beni culturali, con Decreto n. 124 del 28 novembre 2007. Costruito integramente in legno negli anni ’30 con soluzioni architettoniche ancora oggi modernissime costa di 63 camere singole, matrimoniali e suit impreziosite con i tessuti di Longobucco alle pareti. Da sempre considerato l’albergo per eccellenza della Sila è collocato in posizione dominante in un bellissimo parco posto proprio al centro di Villaggio Mancuso ad una quota di 1300 metri sul livello del mare, frazione montana di Taverna, patria dell’artista seicentesco Mattia Preti e piccolo comune della provincia di Catanzaro. Il suo aspetto potrebbe far pensare a un’architettura del Nord Europa, tanto più che l’albergo è ancora oggi immerso nella natura, fra pini altissimi e la vegetazione rigogliosa della piccola Sila. Esempio di Architettura che coniuga estetica, funzionalità e sostenibilità. Il suo aspetto suggestivo riporta alla mente fate, gnomi e luoghi incantati. Agli inizi degli anni Settanta, l’albergo rappresentò una sorta di buon ritiro per i protagonisti del jet set dell’epoca tra cui attori famosi (una per tutti Sophia Loren), personaggi illustri della cultura e della politica senza dimenticare il fatto che lo stesso è diventato set cinematografico per la registrazione di film cult quale “Il lupo della Sila” (1949 regia Duilio Coletti) e “La ballata dei mariti” (1963 regia Fabrizio Taglioni).
L’Albergo delle fate è un grande contenitore di idee e ideali, sinonimo di virtù che ben si sposa con le caratteristiche valoriali e culturali dei Luoghi del Cuore in un paese come l’Italia che, peraltro, custodisce più della metà del patrimonio artistico mondiale ancorché “nascosto ed abbandonato” come il nostro luogo.