Come era stato ampiamente anticipato dagli organizzatori, con in testa il poliedrico giornalista Gaetano Moraca, il “Festival del Lamento” continua a seminare i suoi preziosi grani di cultura anche in questo autunno in cui del resto sembrano esserci poche ragioni per non lamentarsi di come va il mondo.
Il festival ritorna dopo il successo dell’estate appena trascorsa, in cui erano state realizzate tre memorabili giornate dedicate a temi importanti, appassionanti e a volte dissacranti, come ad esempio il trauma mai superato del naufragio di Cutro, le reali possibilità di sviluppo dei paesi delle aree interne e le diverse funzioni dello stesso lamento analizzate da un punto di vista antropologico.

Il prossimo venerdì 3 novembre 2023, alle ore 18.00, presso la Casa delle idee “Gerardo Marotta” di Soveria Mannelli, ci sarà dunque l’atteso sequel dell’originale festival con una giornata dedicata allo scrittore Giuseppe Berto, personaggio simbolo di una migrazione al contrario, da nord verso sud, nel 45esimo anniversario della sua morte, avvenuta dopo una lunga convalescenza trascorsa nel suo “rifugio di pietre”: la casa costruita a Capo Vaticano, dopo aver scoperto l’unico luogo che probabilmente riusciva a mitigare il suo male di vivere e nel quale volle perfino essere sepolto. Nel 1964, infatti, subito dopo aver dato alle stampe uno dei suoi più controversi capolavori, Il male oscuro, aveva cominciato a trascorrere molto del suo tempo in Calabria, in questo luogo prediletto, frequentato prima di lui anche da un altro grande scrittore, Italo Calvino, sebbene – sembrerebbe – per motivi molto più prosaici, visto che nel suo caso ci sarebbe stata di mezzo una donna.
Sul suo attaccamento alla Calabria e a Capo Vaticano, sul suo modo di scrivere, di raccontare e raccontarsi, sulla sua vita difficile e le sue umane debolezze, dialogheranno gli ospiti Antonia Berto, figlia dello scrittore, e Andrea Pomella, pure lui scrittore per i tipi di Einaudi. A seguire ci saranno una degustazione di piatti tipici autunnali accompagnati da vini calabresi e la proiezione di un documentario Rai sullo stesso Giuseppe Berto.
Raffaele Cardamone