Nelle prossime elezioni regionali, ci sarà anche un candidato dell’area del Reventino che ha abbracciato l’ambizioso progetto di Luigi De Magistris per una rivoluzione culturale e ambientale che costruisca un nuovo umanesimo in Calabria. Si tratta di Salvatore Staine, di Decollatura, 55 anni, laureato in matematica, docente di scuola superiore, con esperienze nel settore della formazione (Enaip-Acli), nelle politiche attive del lavoro (Italia Lavoro) e nella digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Staine, si presenta così: «Molti, in questi giorni, mi hanno chiesto le ragioni della mia candidatura. Non sono un professionista della politica, non ho tessere di partito, posso vantare solo d’aver lavorato sempre con responsabilità al servizio della collettività. Ho sempre esercitato la cittadinanza attiva collocandomi nell’area del centrosinistra. Perché allora questo impegno diretto? Perché credo che questo progetto possa rappresentare per la Calabria un rinnovamento che parta da un nuovo umanesimo indispensabile per promuovere una qualità veramente umana di vita per tutte le persone e per la società. Credo che serva promuovere la nascita di un nuovo paradigma del vivere civile, etico e sostenibile, in armonia con la Natura e con il benessere dell’individuo, che interessa diversi ambiti: il lavoro, il diritto, l’economia, la politica e la bioetica».
Come è noto, l’ex magistrato, attualmente sindaco di Napoli, ha deciso da qualche tempo di ufficializzare la sua candidatura alla presidenza della Regione Calabria, con la sua lista “De Magistris Presidente”, appoggiato da altri movimenti che intendono rinnovare profondamente la politica calabrese.
A tal proposito, ha dichiarato De Magistris: «Ho un legame profondo con la Calabria. La mia vita si intreccia con questa terra fin da bambino. Le villeggiature, gli amori, gli affetti. Poi la magistratura. Ho dato tutto me stesso per provare a rendere giustizia a questa terra e al suo popolo, contro una minoranza criminale e oppressiva. Ho lottato senza mai mollare e mi hanno ucciso professionalmente, cacciandomi dalla Calabria, solo per aver fatto il mio dovere in ossequio alla Costituzione. Ma il seme della giustizia è germogliato. Mai rancore, ma sempre amore, in questi anni, per la Calabria. Ora, con il popolo calabrese, dopo le sfide vinte a Napoli, governeremo per dare lavoro, sviluppo e giustizia sociale, con una rivoluzione culturale e ambientale. Non vi tradirò mai e insieme, con un immenso spirito di fratellanza, lavoreremo per la costruzione di un nuovo umanesimo, mettendo insieme rottura del Sistema e capacità di governo».
Parole di rottura nei confronti di un vecchio sistema parassitario e improduttivo, ma anche di speranza per un futuro in cui la politica si metta al servizio dei cittadini e non più il contrario.
Raffaele Cardamone