La vita come la guerra conosce battaglie vinte e perse dalle parti. La vita come la guerra non ha né vincitori né vinti. Lasciano entrambe macerie, nel cuore e nella realtà che ci circonda.
Mi sono sempre schierata dalla parte di chi non ama la guerra, di chi non crede che la violenza, la sopraffazione, le armi siano “la Soluzione”.
L’inizio del terzo millennio è dominato dall’uomo che ha vinto la natura, riuscendo a costruire arti e impiantare nuove vite. Cellule staminali, maternità surrogate, delirio di potenza divina.
Questo millennio è nato con tante marce in più, la “tele distanza” è una di queste. Da piccola vedevo Star Trek: lì bastava prendere l’ascensore per cambiare spazio. Adesso basta aprire un’applicazione del cellulare per trovarsi in ogni istante connessi con tutti i luoghi del mondo.
Tuttavia questi sviluppi sono andati di pari passo con un’involuzione del pensiero, invece di allargare i confini hanno ristretto nazioni. È incredibile come l’uomo sia ritornato ai livelli primitivi di possesso, di appartenenza, di dominazione.
Non si spiega altrimenti perché la scienza sia stata asservita all’uso scellerato di creare beni individuali (per pochi), armi di distruzione e danno al pianeta, piuttosto che creare beni per tutti e una pianificazione di mantenimento e cura della Terra.
Non è accettabile quest’ultima guerra, non è accettabile che sia così enfatizzata, che non ci sia una mobilitazione planetaria che dica silenziosamente: “Basta a tutti i conflitti, basta a tutti gli esodi, basta a tutti gli sfruttamenti, basta!”
Un altro mondo senza confini, senza guerre, senza paura è possibile. Giovani di tutto il mondo unitevi, create un algoritmo di Pace, Uguaglianza, Giustizia.
Cristina Muraca