Era l’anno 2001 quando una luce intensa squarciò il buio che avvolgeva la vallata del Savuto. Un bagliore che, visibile anche a distanza, da quel giorno sfidò le nebbie perenni della valle, diventando un punto di riferimento nel cuore della notte. Come un faro rassicurante per i viandanti, indicava un porto sicuro dove trovare ristoro e compagnia. Fu, in un certo senso, il “Big Bang” dell’urbanizzazione commerciale lungo la SS 616, nei pressi dello svincolo autostradale di Altilia.

In quella landa desolata e polverosa, segnata dalla presenza del vicino silos per la lavorazione degli inerti, iniziava a farsi strada la presenza umana attiva 24 ore su 24. Tutto ebbe inizio nel 2001, con l’apertura di una stazione di servizio h24 e l’accensione delle insegne nella notte, inizialmente a marchio Esso, da parte di Domenico Metallo, un imprenditore di Lago. Mimmo, come lo chiamavano gli amici, decise di aprire un’area di sosta e ristoro in quel luogo dimenticato da Dio, circondato da vegetazione brulla e impolverata. La stazione fu posizionata lungo il tratto dritto che attraversa il Savuto, assolato di giorno e dal buio impenetrabile di notte. La lungimiranza di Mimmo Metallo fu premiata fin da subito: la stazione di servizio, con annesso bar-ristoro, divenne ben presto un punto di ritrovo e incontro per i residenti dei Comuni collegati dalla SS 616. A qualsiasi ora del giorno e della notte, numerosi avventori affluivano nel punto ristoro, che poco dopo si arricchì con una sala giochi e una postazione Sisal.

Fu l’inizio dell’urbanizzazione commerciale del tratto iniziale della SS 616, inaugurata negli anni ’70. Quest’arteria stradale era la più importante per i Comuni che si affacciano sul torrente Bisirico e le pendici del Monte Reventino. Realizzata per collegare lo svincolo autostradale di Altilia a Crotone, attraversando la Sila Piccola e la Sila Grande, la superstrada si fermò però definitivamente dopo pochi chilometri, nei pressi di Colosimi. Una superstrada che, purtroppo, non ha mai realizzato il tanto sperato volano turistico ed economico per la Sila, per la quale era stata progettata.
Successivamente, accanto alla stazione di servizio, venne aperta una tavola calda che soddisfava la crescente domanda di pasti veloci, economici e con possibilità di asporto, soprattutto durante i mesi estivi. Da lì a poco, alle spalle della stazione, sorsero diverse attività commerciali, alcune delle quali si alternarono nel tempo, mentre altre sono ancora in funzione. Tra queste, cito in ordine non cronologico: un ristorante, un’autofficina, un autolavaggio, una posta privata, un barbiere, un emporio agricolo, una concessionaria auto, un patronato e un negozio di scarpe.
Nel 2008 si verificò un decisivo salto di qualità nell’urbanizzazione commerciale dell’area. La famiglia Perrone, noti imprenditori locali, inaugurò un albergo-ristorante con sala convegni di categoria 5 stelle, poco più in là. Le luci aumentano e l’ampio giardino dell’hotel, illuminato a giorno, fece del buio della zona un lontano ricordo. Negli anni successivi, sempre sotto l’impulso della famiglia Perrone, fu costruito un enorme capannone per la distribuzione interna di una nota catena calabrese di supermercati. Un altro capannone, adiacente, fu destinato al trasporto merci su ruota.

Oggi, l’offerta commerciale si è ulteriormente ampliata con la costruzione di un centro commerciale e, poco più in là, una SPA, entrambi in prossima apertura. Da quella landa desolata, un tempo destinata al pascolo, l’area è diventata una realtà imprenditoriale e occupazionale concreta, ben collegata con i paesi limitrofi e favorita dal transito obbligato per accedere all’odierna A2.
Noi de “ilReventino” amiamo sognare, è nel nostro DNA. Per questo vogliamo lanciare una proposta alle istituzioni, un piccolo sasso nello stagno.
Per completare l’opera di urbanizzazione commerciale, ci piacerebbe vedere nei pressi dell’agglomerato commerciale una zona attrezzata con pensiline che delimitino le corsie carrabili. Corsie che possano indirizzare il traffico sulla tratta Catanzaro – Cosenza, magari implementando qualche altra corsa, anche a livello nazionale.

Sarebbe ideale affiancare a questa infrastruttura un servizio navetta, gestito da piccoli autobus, che colleghino i paesi limitrofi. In estate, sarebbe molto utile aggiungere delle corse sulla tratta Savuto – Aeroporto, con fermate anche al mare. Potremmo ripristinare un servizio che esisteva in passato e potenziarlo con un collegamento diretto con l’aeroporto. Un ampio parcheggio e un efficiente servizio di navette garantirebbero l’accessibilità e l’economicità per gli utenti locali. Dopotutto, il problema delle aree interne è proprio la carenza di collegamenti, mentre il Governo centrale si è limitato a proporre soluzioni “estetiche” e di integrazione razziale che, senza adeguati collegamenti fisici, risultano inefficaci per le aree interessate.