Nella splendida sede del Parco Nazionale della Sila a Lorica è stato presentato il libro di Eugenio Attanasio e Antonio Renda Figli del Minotauro-storie di uomini e animali, dedicato alla Transumanza. Dopo un saluto del direttore del Parco Cerminara, sono intervenuti il sindaco di Zagarise Domenico Gallelli, il sindaco di Taverna Sebastiano Tarantino, il direttore del Gal Kroton Martino Barretta, l’architetto Salvatore Tozzo e la prof. Aurora Skrame.
Presente la famiglia Mancuso di Marcedusa, sul quale si è concentrato il lavoro degli autori, si è parlato di questa antichissima pratica che trova ora nuova attenzione con azioni di sensibilizzazione che uniscono tutte le regioni d’Europa nelle quali si continuano ad allevare animali che migrano dalle marine agli alpeggi. Così è in Calabria dove grazie al lavoro della Cineteca della Calabria, con la mostra, la pubblicazione e il film di prossima uscita, la transumanza diventa un evento culturale, un compendio di saperi millenari. Cantata da Gabriele d’Annunzio,in pieno XXI secolo si riempie di nuovi significati, anche alla luce della constatazione di ritrovarsi nell’era delle pandemie, in una società contemporanea che si ritrova improvvisamente fragile e insicura nelle strutture che ha costruito.
Ma la transumanza è anche una metafora del cammino dell’uomo e del bovino, iniziato diecimila anni fa con la domesticazione. La pubblicazione documenta le fasi della realizzazione del documentario, che ha seguito nelle stagioni questo gruppo di allevatori di Marcedusa (CZ) che pratica l’allevamento semibrado delle podoliche, la razza tipica calabrese, impegnandosi nella ricostruzione di ipotesi di caccia primordiale e raffigurazioni parietali; in Calabria è sito uno dei piu’antichi graffiti del mondo, il Bos Primigenius di Papasidero , opera di un artista del mesolitico.
La civiltà cosiddetta pastorale custodisce un ricco novero millenario di conoscenze che è importante tutelare e per questo la transumanza è stata dichiarata dal comitato patrimonio mondiale dell’Unesco, riunitosi a Bogotà, patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Non manca nella pubblicazion il leggendario re Italo del quale scrivono Tucidide e Aristotile, che colpì l’immaginazione dei primi coloni greci che sbarcarono nell’Istmo delle Calabrie e trovarono questa popolazione che allevava i vitelli. Un lavoro che parte dalla preistoria per compiere una riflessione sull’identità calabrese nel terzo millennio, dove esiste ancora un rapporto dell’uomo con la natura e con il territorio, troppo spesso altrimenti sacrificato alle esigenze di sviluppo urbano, commerciale e industriale.
Nella società contemporanea stiamo assistendo ad una demonizzazione del consumo di carne animale dovuta alle pratiche scorrette dell’allevamento industriale, indirizzato alla massimizzazione dei profitti e al consumo delle risorse agricole mondiali. L’allevatore semibrado invece esercita una precisa funzione eco ambientale, contribuendo a mantenere integro il paesaggio ed a vivere in simbiosi con animali e specie vegetali. Proprio dalla riconosciuta valenza di questo ruolo è nata, all’interno del parco della Sila la figura del Pastore custode del Parco per la salvaguardia e la tutela del territorio.