
“Purtroppo, non sono una novità i dati pubblicati di recente dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria relativi alla situazione delle dodici carceri calabresi e riprese dai quotidiani locali, almeno non per il Garante”.
A dichiararlo è proprio il Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale della Calabria, Agostino Siviglia.
“Fin dall’inizio del mio inserimento – continua Agostino Siviglia – nell’agosto 2019, ho avuto modo di visitare tutte le carceri calabresi e di constatarne le annose criticità, in specie, relative all’assistenza sanitaria ed al sovraffollamento carcerario, con negativi riverberi sul fronte trattamentale, ma anche alla atavica carenza di personale di Polizia penitenziaria, giuridico-pedagogico, sanitario ed infermieristico”.
Siviglia ha parlato, nel suo intervento, in particolare della situazione del carcere di Arghillà (RC) dove, dichiara, “per la prima volta dall’inaugurazione viene garantita la copertura infermieristica H24. Così come dopo ben undici anni ha ripreso a funzionare – grazie alle sollecitazioni del Garante regionale – l’Osservatorio regionale permanente per la sanità penitenziaria”.
“Certo, non sfuggono – prosegue Siviglia – le complesse problematiche che riguardano il corpo di polizia penitenziaria, né le recenti aggressioni subite dagli stessi agenti, così come dal personale medico ed infermieristico, rispetto alle quali – come Garante – ho espresso la mia più ferma condanna ed esecrazione. Per altro verso, permangono, specie in alcuni istituti penitenziari calabresi, gravi carenze strutturali e trattamentali che si riverberano negativamente sulle condizioni delle persone detenute che, di certo, non smettono di essere cittadini, quindi con la loro dignità, perché detenuti”.
“Quanto ai numeri riportati dal DAP e dalla stampa locale – afferma ancora il garante nella nota – va evidenziato, che si tratta di persone e non di numeri e che, per la verità , le persone detenute in Calabria alla data del 30 giugno 2020, erano 2631, a fronte di una capienza regolamentare di 2.734, quindi sotto la soglia di sovraffollamento. Certo, questo dato non può comunque essere sufficiente, seppur positivo, per disattendere le legittime richieste che provengono dal cosiddetto “pianeta carcere”, sia per quanto riguarda la carenza di personale su richiamata sia per quanto riguarda le morti, i suicidi, le violenze che nel carcere ancora trovano tragico – e quotidiano – compimento”.
Il Garante regionale, per sua stessa ammissione, sta attendendo che si completi l’iter di insediamento delle Commissioni regionali, perché “il Sistema penitenziario calabrese – dice – richiede risposte complesse, con il corale coinvolgimento delle istituzioni regionali che sono chiamate a coordinarsi con l’attività funzionale del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale”.
“Da parte mia – conclude Agostino Siviglia – continuerò ad intervenire, quotidianamente, sulle questioni di mia competenza, in attesa di riferire nelle sedi istituzionali sull’attività svolta e su quella prospettica, certo che le complesse problematiche che riguardano il carcere e, più in generale, tutte le persone che si trovano a vario titolo nei luoghi di privazione della libertà personale, saranno poste al centro dell’interesse politico e civile della Regione Calabria”.

Sullo stesso argometo è intervenuto in modo netto il consigliere Graziano Di Natale (Iric), segretario-questore dell’Assemblea regionale, che denuncia , in una nota, la necessità di interventi adeguati “per rendere vivibili e umane le strutture carcerarie, sia per il personale, sia per i detenuti”.
“I dati resi noti dal Ministero della Giustizia – aggiunge Di Natale – accendono i riflettori su ciò che si sta vivendo tra le mura delle 12 strutture carcerarie della Calabria, con le aggressioni degli ultimi giorni che hanno visto coinvolti due agenti della polizia penitenziaria nelle carceri di Castrovillari e Cosenza, conseguenza di una organizzazione ahimè inefficiente”.
L’esponente politico evidenzia “che nel primo semestre dello scorso anno le aggressioni al personale penitenziario erano 378, mentre nel secondo erano addirittura salite a 502, ciò non è ammissibile. Secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria aggiornati al 30 giugno scorso, si registra un sovraffollamento in ben 7 istituti di pena, affiancato da una presenza sempre più ridotta della pianta organica della polizia penitenziaria, che pertanto – asserisce Di Natale- in queste condizioni non è in grado di assicurare i servizi adeguati”.
E ancora: “Sabato pomeriggio – afferma Di Natale- si è assistito ad un evento spiacevolissimo che a mio avviso rappresenta il fallimento di tale sistema organizzativo: un detenuto si è tolto la vita nel carcere di Cosenza. Non è a questo che si deve arrivare. Pertanto – conclude – chiedo agli organi competenti, e al Ministero, di intervenire nella tutela di chi giorno e notte esercita il proprio lavoro al fine di garantire alla popolazione carceraria una degna detenzione”.