“L’installazione di apparecchi per il rilevamento della velocità dei veicoli in transito sulle strade e gli altri dispositivi atti a dissuadere gli automobilisti da comportamenti pericolosi per l’incolumità pubblica, com’è noto, devono rispondere a criteri oggettivi di razionalità ed utilità. Così non sembrerebbe per l’autovelox al km 194+225 della S.S. 106 nel comune di Simeri Crichi (Cz), che lungi dall’essere funzionale a garantire la sicurezza stradale, appare ispirato unicamente a criteri impositivi ed arbitrari, con la finalità di ‘far cassa’”.
È quanto scrive il consigliere regionale Francesco Pitaro in un’istanza indirizzata al Prefetto di Catanzaro nella quale “anche alla luce delle doglianze e dei disagi prodotti agli utenti della strada” chiede un incontro al fine di “esaminare la questione valutando la possibilità di adottare eventuali provvedimenti in accoglimento delle vibrate proteste e segnalazioni nonché dei rilievi mossi da privati cittadini, comitati ed associazioni”. È ivi contenuta anche la richiesta di “consegnare e/o trasmettere, anche ai sensi della L. 241/90, tutta la documentazione inerente all’autorizzazione ed installazione dell’autovelox de quo”.
“Quali obiettivi – conclude il consigliere nel documento – ha raggiunto il predetto dispositivo (oltre quello di emettere multe a raffica, penalizzando i malcapitati automobilisti che superano il limite di velocità massimo fissato a 70 km/ in un tratto rettilineo!?). Vi è l’effettiva esigenza del suo mantenimento? Si ritiene utile intervenire per segnalarlo in maniera più efficace, in alternativa spostarlo in altri punti, o ancora, innalzare il limite massimo di velocità stabilito in quel tratto?”.