Studentessa brillante, ricercatrice ambiziosa: il nesso è ancora una volta poco casuale. Fare ricerca in ambito accademico esige grande passione: un’inclinazione che si addice all’indole instancabile di Carmen Caligiuri.
La giovane esperta di storia di Petronà è stata precettata dalla Biblioteca nazionale di Francia per un progetto sulla storia della Calabria: non c’è in terra francese un luogo con così tanti volumi.
Da Petronà a Parigi con un solo obiettivo: Carmen Caligiuri è chiamata a ricostruire eventi che non meritano di cadere nell’oblio. Come il brigantaggio. Quando un lavoro non è un ripiego, te ne accorgi subito: ecco le parole che sottendono una straordinaria vivacità e una smisurata dedizione alla causa
Da Petronà alla Biblioteca più importante di Francia: cosa provi?
“Mi sento sperduta e a casa allo stesso tempo. È davvero difficile spiegarlo. È come aver raggiunto un grandissimo traguardo, forse troppo grande per me”.
Di cosa ti occuperai?
“La biblioteca nazionale di Francia conserva quattro volumi di manoscritti sulla repressione del brigantaggio nel decennio francese, la memoria di una storia che riguarda molto da vicino la nostra Calabria e che la vide anzi protagonista in quel lasso di tempo. Tenterò di ricostruire la storia della trasmissione di questi documenti dal suolo italiano a quello francese. Più semplicemente, come sono arrivati dei documenti che appartenevano al Regno di Napoli nella biblioteca francese? Qual è stato il viaggio compiuto da questi manoscritti? In secondo luogo, cercherò di stabilire l’autenticità di queste fonti attraverso l’analisi delle filigrane e punto, infine, a una rivalorizzazione dei manoscritti per far sì che siano più accessibili online da altri studiosi, tramite la pubblicazione di un indice e di un regesto dei contenuti”.
30 milioni di volumi: come si classificano?
“In realtà, si tratta di 30 milioni di documenti, di cui 14 milioni di libri. Il concetto di documento è più duttile e vasto di quello di volume (che implica solo il cartaceo). La biblioteca conserva, oltre che testi e documenti manoscritti, anche fonti audiovisive, fotografie, stampe, medaglie e monete per esempio.
Ci sono 14 dipartimenti che compongono l’insieme della biblioteca nazionale di Francia e ciascuno ha i propri fondi: la classificazione adottata da ogni dipartimento dipende dai documenti conservati e dalla storia del dipartimento.
Il Dipartimento dei manoscritti in cui lavorerò conserva la più importante collezione al mondo di manoscritti di epoca medievale, moderna e contemporanea. Le collezioni sono conservate in fondi, a seconda della lingua – greco, latino, francese, turco, sanscrito… – o a seconda del loro contenuto – collezioni genealogiche, eruditi e bibliofili, archivi della biblioteca”.
Come una biblioteca può camminare al passo coi tempi?
“Oggi è impossibile immaginare un sapere che rimanga chiuso negli edifici della cultura. La biblioteca nazionale di Francia in questo senso è anche una delle biblioteche più al passo coi tempi, grazie a un ampio progetto di digitalizzazione dei manoscritti e di volumi rari. Questo consente a molti ricercatori di avere accesso alle risorse anche dal proprio pc e a chi non può economicamente sostenere una ricerca all’estero di ottenere delle fonti altrimenti inaccessibili. Proprio la crisi sanitaria di questi mesi, con la conseguente chiusura di archivi e biblioteche, ha mostrato al mondo della ricerca e degli studi quanto questo possa essere fondamentale per impedire che le ricerche subiscano brusche battute d’arresto, con le amare conseguenze che ne derivano. Una biblioteca che va via via sempre più “virtualizzandosi” è una biblioteca senza “barriere” nella più ampia accezione del termine. “
Qual è l’importanza della lettura e dello studio delle lingue?
“Una lingua è sempre più di una lingua. La lingua è fondamentalmente un fatto culturale e conoscere una lingua straniera è il primo passo per accedere a quella particolare cultura. In qualche modo, per vivere un Paese che non è il tuo, per conoscerlo, devi confrontarti col suo sistema linguistico che è la cifra della sua stessa storia.”
Descrivi la biblioteca nazionale a chi non la conosce?
“La Biblioteca nazionale di Francia è un luogo di informazione e di ricerca, di scambio e di condivisione. È un luogo di conservazione della memoria, ma una memoria dinamica, grazie all’apporto dei numerosissimi ricercatori che la frequentano, grazie agli eventi che vi sono organizzati ogni anno e alla cooperazione con altri istituti di ricerca d’Europa e del mondo. Daniel Pennac ha detto che “una biblioteca è un libro trasformato in un luogo di incontro” e penso che la biblioteca nazionale di Francia traduca perfettamente questo concetto. Spesso le biblioteche sono scambiate per luoghi di silenzio, di chiusura, di noia, di staticità… ma sono invece i motori del pensiero, salotti di incontro per i ricercatori e spazi in cui le emozioni prendono forma.
La prima volta che ho messo piede nella biblioteca nazionale di Francia mi sono sentita come se avessi fatto un salto in una qualche epoca passata. Era la prima volta in assoluto che avevo a che fare con dei manoscritti. Sfogliarli, sentirne l’odore, provare quasi un senso di colpa a girare pagine che sembra si sgretolino è un’emozione che è difficile tacere. Arlette Farge chiama tutto questo “il fascino dell’archivio” ed effettivamente c’è qualcosa di affascinante, di magico, di incantato nella ricerca storica. Tuttavia, Henri Pirenne diceva a Marc Bloch: “Se fossi un antiquario non avrei occhi che per le cose vecchie, ma sono uno storico: ecco perché amo la vita”. Ed è una delle citazioni sulla conoscenza storica che più amo, perché il sapere storico e il fascino della storia non sono ovviamente solo racchiusi – e non possono essere racchiusi – nelle biblioteche e tra le pagine dei libri, nei musei o negli affreschi delle cattedrali: il nostro passaggio, tutte le nostre “tracce” sono storiche.”
Perché tanti giovani vanno all’estero?
“Ci sono moltissimi motivi. Ho conosciuto molti italiani a Parigi che avevano le motivazioni più disparate. C’era chi era lì per migliorare la lingua, chi per trovare lavoro, chi in Erasmus, chi perché aveva trovato lì il proprio compagno di vita, chi perché crede che l’Italia non sia “abbastanza”. Ci sono storie felici quanto storie estremamente complicate. Di sicuro vivere all’estero è un’esperienza assolutamente formativa che a volte può stravolgere completamente il modo stesso di guardare alla vita, perché è una maniera di sperimentare un modo di stare al mondo completamente diverso dalla routine alla quale si è abituati. “
La tua virtù?
“Forse semplicemente tanta curiosità e tanta passione. Devo molto ai miei insegnanti dai quali ho sempre attinto moltissimo. “
Il tuo sogno?
“Difficilissimo anche questo. Forse quello di apprendere – e prendere anche – il più possibile dalle esperienze che vivo.”
Carriera scolastica e titoli di studio?
“Orgogliosa di essere stata un’alunna dell’Istituto comprensivo Corrado Alvaro di Petronà. Ho frequentato il liceo scientifico di Sersale. Ho conseguito la laurea triennale in Filosofia e Storia cum laude (2015) e la laurea magistrale in Scienze Storiche cum laude (2018) presso l’Università della Calabria. Ho svolto un Erasmus di otto mesi all’Université Panthéon-Sorbonne di Parigi. Ho ottenuto un anno dopo una borsa di formazione per studiare a Napoli presso l’Istituto Italiano per gli studi filosofici. Nel giugno 2019, sono entrata in dottorato alla Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino, dove conduco un progetto di ricerca sull’insurrezione calabrese nel Decennio francese sotto la direzione del prof. Antonino De Francesco. Da ottobre 2020, sono chercheuse associée-BnF (Bibliothèque nationale de France), valutata secondo giudizio unanime della commissione dell’appel à chercheurs, per condurre un progetto sui manoscritti italiani inerenti alla repressione del brigantaggio sotto la direzione di M. Charles-Eloi Vial.”
L’ascolto delle proprie attitudini fa sì che i sogni non restino in sospeso e non si perdano per aria: ne sa qualcosa Carmen Caligiuri.
di Enzo Bubbo