Segnaletica fantasma a PittarellaSiamo all’ingresso di una graziosissima località del comune di Pedivigliano dal nome altamente evocativo della cultura e tradizione popolare: PIttarella. Ovvero una piccola “pitta” che è un pane povero, tipico calabrese; piatto, schiacciato rispetto al classico pane e con un buco al centro che gli dà la forma di ciambella e che può essere farcito e preparato in varie versioni.
In questo spazio, però, non si vuole raccontare la storia del pane da cui, probabilmente deriva il nome del paese o viceversa, bensì mettere in evidenza la difficoltà oggettiva, nonostante Pittarella, come tanti altri borghi calabresi e italiani in generale, sia una fucina di cultura e storia, per chi non abita da quelle parti, di riuscire a raggiungerla agevolmente. Non tanto per la qualità delle strade, ma per una segnaletica che, ormai completamente cancellata dall’usura del tempo, forse da ripetuti incendi e, comunque vecchia di almeno 20 anni, come evidenziano le immagini tratte da Google maps, una volta usciti al bivio della strada provinciale 616, costringe i malcapitati automobilisti a tirare a sorte per tentare di arrivare a destinazione.
I cartelli sono oltretutto, nascosti dalla vegetazione. Segnaliamo questo disguido di non poco conto perché in un periodo in cui è continuamente sotto i riflettori l’affaire “Strada che non c’è” per un pugno di chilometri (volendo scomodare Sergio Leone), crediamo che un paio di nuovi segnali indicatori non sia molto complicato sistemarli.
Ed è un peccato perché il luogo in questione, visto anche l’impegno di persone che, investendo di tasca propria come il visionario Andrea Barbiero che insieme a Nicola Di Domenico, ultimo scalpellino della Valle del Savuto, hanno deciso di restare creando prospettive di crescita e sviluppo, abbarbicandosi alle tradizioni e alle leggende di questi posti senza tempo.