Pedivigliano – Con il patrocinio dell’associazione Pedivigliano 2000, guidata con credibilità e attenzione da Francesca Mansueto, nel borgo storico del paese, si è tenuta la presentazione del “libro che tutti dovremmo avere nelle nostre case”, come una delle relatrici, la professoressa Enrica Pascuzzi, ha senza mezzi termini sottolineato.
Stiamo parlando de “I ragazzi della Fiumarella. Un disastro ferroviario a colori. E poi?”, scritto da Giovanni Petronio. Un testo già che può essere definito “storico”, non solo per la sua vasta diffusione, ma anche perché mai prima di allora nessuno aveva sentito la necessità di farne memoria. L’autore afferma: “non potevo far finta che una vicenda del genere non fosse mai avvenuta, così come non posso far finta di vedere un territorio che diventa sempre di più spopolato, privato dei servizi essenziali, non solo per quanto riguarda i trasporti, con l’interruzione di esercizio ferroviario tra Soveria Mannelli e Rogliano dal 2009, ma anche per quello che concerne la rete sanitaria e l’ospedale del Reventino di Soveria Mannelli, ridotto ad un involucro senza quasi più contenuto, nel totale disinteresse di quasi tutti i sindaci del comprensorio. Un’assurdità. Non è accettabile che al centro siano state messe le poltrone e non le persone. Io non l’accetto”.
Parole che scuotono e che emozionano. Lo scrittore riesce a passare in un attimo dalla riflessione sulla sua immensa ricerca (alla quale tra un anno si aggiungerà un secondo volume), alla trattazione, con preparazione specifica, delle problematiche del territorio… Lo fa non tanto con parole, ma con idee concrete perché convinto che: “ognuno di noi ha una grande responsabilità, ognuno di noi può fare tanto, ma è insieme che si vincono le partite”.
Il parterre messo in piedi dalla brava da Francesca Mansueto ha avuto i contributi della già citata professoressa Enrica Pascuzzi che ha posto l’attenzione sull’umanità che esce dalla lettura del libro, ha altresì letto alcuni brani e raccontato le storie di alcuni deceduti, come quella di Giuseppe Costanzo. Una vicenda toccante perché il giovane nacque da un matrimonio durato solo tre settimane tra Francesca Cerra e Raffaele (originario proprio di Pedivigliano). La donna prima ebbe la tragica notizia della morte dell’uomo e dopo qualche giorno scoprì di essere rimasta incinta… La sua stella polare però, il suo Giuseppe, allevato con tanto amore, perì in quell’immenso dramma e la donna rimase da sola al mondo…
Altro valore aggiunto la presenza del professore Narduccio Falbo di Rogliano che orgogliosamente rivendica di amare tutto il Savuto, da grande esperto di memoria, si è concentrato sul significato di ricordare un evento così tragico che stava cadendo nell’oblio per sempre. Un intervento colto e ricco di molti punti di vista, che non può non avere un seguito in futuro!
La manifestazione, che si è svolta nella serata del 17 agosto 2020, si è conclusa con il suono del silenzio, eseguito dal piccolo Matteo Esposito di Decollatura.