Sembra che le aree interne abbiamo riacquistato una nuova centralità E’ necessario uno sforzo collettivo per provare a costruire percorsi che possano delineare un futuro che rifuggono da visioni anacronistiche, antiquate, inattuali e lavorare in maniera combinata su conservazione, integrazione e innovazione. Occorre un agire nuovo che rompa con il passato fatto di attese e promesse tradite. In tal senso per cogliere le opportunità appare necessario sempre tenere altissima l’attenzione rispetto alle necessità più avvertite delle nostre aree interne perché il rischio che passino in secondo piano, dentro le istituzioni, è sempre dietro l’angolo.
Abbiamo chiesto a Pasqualino Mancuso, dirigente di primo piano del PD della Calabria, e già amministratore della Comunità Montana dei Monti Reventino – Tiriolo – Mancuso e rappresentante delle Comunità Montane della Calabria negli organismi associativi regionali e nazionali dell’ UNCEM, di tracciare per i lettori de ilReventino.it quali prospettive riserva il futuro per questi territori, e ne parla a viso aperto non trincerandosi in scorciatoie diplomatiche per evidenziare e porre nel giusto rilievo che è un momento decisivo per tutto il comprensorio e non solo per le problematiche del trasporto pubblico locale e per l’attuazione delle politiche di sviluppo a favore delle aree interne.
“La post-pandemia – afferma Mancuso – ha innescato meccanismi di spesa, mi riferisco naturalmente al P.N.R.R., di grande spessore ed i fondi assicurati al trasporto pubblico locale ed agli strumenti di sviluppo delle aree svantaggiate rappresentano un “tesoretto” senza precedenti che, per nostra fortuna, hanno “incrociato” il nostro Comprensorio”.

Lei ha fatto riferimento preciso alla tratta ferroviaria Cosenza-Catanzaro delle Ferrovie della Calabria con appalti in via di espletamento utilizzando fondi europei del P.N.R.R.
“E’ esatto; da qui a tutto il 2026, la tratta ferrata Catanzaro/Cosenza può mutare completamente e fare quel “salto” di qualità, efficienza e sicurezza definitivi che la potranno rendere finalmente un vero e proprio volàno di sviluppo ed “intersecarla” con la Metropolitana di Catanzaro arrivando direttamente fin sotto gli Uffici regionali della Cittadella e favorendo un collegamento “circolare” con la Città di Cosenza potendo utilizzare o il collegamento “interno”, garantito, da Ferrovie della Calabria oppure quello “costiero-tirrenico” garantito da RFI. Se le “carte” sono vere potremo contare su un collegamento tra Cosenza e Catanzaro, parlo della linea gestita da Ferrovie della Calabria, percorribile in 110 minuti da Vaglio Lise a Catanzaro Città. Naturalmente è indispensabile chiudere i lavori, positivamente in corso, sui movimenti franosi, sul tratto cosentino, entro il 2024 al fine di non incorrere in ulteriori dilazioni temporali”.
Insieme ai fondi per la linea ferrata anche i tanto attesi fondi per la Strategia Nazionale delle Aree Interne; a che punto siamo visto che l’APQ fu firmato a febbraio del 2020?
“La realizzazione degli interventi previsti dall’APQ della Area Reventino Savuto (che è la prima area pilota in Calabria) non potranno più subire ritardi, alla luce della delibera CIPESS n. 41/2022 e della DGR n.662 del 10 dicembre 2022 e dovranno consentire la spesa dei 12 milioni di euro da tempo non spesi con l’auspicio che possano partire tutti insieme contemporaneamente in considerazione che sono i singoli Comuni i soggetti attuatori”.
Registriamo, tuttavia, spesso, una caduta di attenzione e sembra che tutto passi nel dimenticatoio o che prevalga un senso di rassegnazione ed abbandono….
“E’ una sensazione non priva di fondamento; è da tempo, infatti, che evidenzio la necessità che siano i sindaci dell’intero comprensorio a dotarsi di modalità operative che consentano, tanto sui problemi del trasporto pubblico locale ovvero su Ferrovie della Calabria quanto sull’attuazione della SNAI e, aggiungo, sui problemi sempre presenti della Sanità pubblica che significa, innanzitutto, la difesa del presidio ospedaliero di Soveria Mannelli, un costante monitoraggio e verifica sull’avanzamento degli interventi previsti sull’intera Area anche al fine di superare criticità insorgenti e debolezze operative che, a volte, diventano veri e propri freni sulla via della fuoriuscita dalla marginalità; capisco che “lasciarsi andare” al fatalismo è facilissimo ma io avverto che questa fase è quella giusta e che “il treno” non deve essere perso”.