Con la delibera 525 dello scorso 13 luglio, i vertici dell’ASP di Catanzaro hanno dato seguito al Decreto 64 del commissario Scura, ponendo di fatto i servizi dell’Ospedale del Reventino sotto il controllo diretto di quello di Lamezia Terme, privandolo di una sua direzione sanitaria e quindi della residua autonomia gestionale.
Questo ulteriore provvedimento, desta forte preoccupazione, oltre che negli utenti dell’Ospedale, anche in molte delle figure mediche che potrebbero addirittura manifestare l’intenzione di essere trasferite in altre sedi.
<< Il fatto ha sin da subito allarmato noi del Comitato Pro Ospedale del Reventino. >> Ha subito dichiarato il presidente Antonio Maida, manifestando l’intenzione di mettere i cittadini a conoscenza di quanto sta accadendo e di promuovere forme di aggregazione popolare che coinvolgano sia gli stessi cittadini e sia gli attori istituzionali del territorio.
<< Si tratta di un provvedimento capestro che nella sostanza non persegue alcun risparmio reale per l’azienda e per il comparto in generale. Lo riteniamo un vero affronto verso un territorio marginale e con grandi difficoltà di comunicazione, trattandosi anche di un contesto socialmente ed economicamente debole, che non può essere governato con logiche ragioneristiche oltre che inopportune. >> Ha poi proseguito Maida.
Del tutto strumentale, si fa rilevare, è poi il confronto con le prestazioni erogate dall’Ospedale di Lamezia Terme, ad esempio relativamente alla loro consistenza numerica per quanto concerne il laboratorio analisi, essendo le due strutture profondamente diverse per dimensioni, caratteristiche e contesto territoriale.
Il Comitato ha preso atto che il sindaco di Soveria Mannelli, Leonardo Sirianni, ha subito contattato i suoi omologhi di Acri, Serra San Bruno e San Giovanni in Fiore (gli altri Ospedali di montagna calabresi), per formulare una delibera comune atta a far cessare gli effetti del provvedimento e quindi riscriverlo all’interno del Decreto Scura. A dare maggior forza a tale iniziativa è stato richiesto un incontro con il commissario Massimo Scura e il suo vice Andrea Urbani, per far valere le ragioni dei quattro contesti montani contro gli effetti negativi del provvedimento.
Infine, come ha affermato ancora il presidente Maida:
<< Noi del Comitato abbiamo inteso anche far conoscere il provvedimento all’esponente del Movimento 5Stelle, Dalila Nesci, che in Calabria si occupa di sanità nelle prerogative del movimento, la quale ha voluto conoscere tutto l’iter di ciò che accade onde strutturare una sua controdeduzione su questo atto amministrativo iniquo e fortemente dequalificante per dei territori da salvaguardare piuttosto che colpire indistintamente. >>