Rimanendo ancora nell’area del Reventino-Savuto, sul percorso esplorativo, ambientale, storico, geografico, economico, artistico e archeologico trovo Miglierina. Si tratta di un Municipio medioevale, Casale dell’allora Calabria Ultra, edificato, per quanto se ne viene a sapere dalle informazioni storiche e documentarie, agli inizi del XV secolo, fondato per lo più da abitanti provenienti da Motta Santa Lucia, borgo accomunato insieme agli altri dalla parlata dialettale che in qualche modo, anche con il presente lavoro, si vuole recuperare e valorizzare. Tuttavia, la sua storia, carente di prove affidabili, spesso affonda nel racconto e nella tradizione per recuperare momenti quotidiani di vita e vicende del luogo, affermando così valori e memorie del proprio territorio.

Prima di presentare le diverse tesi che man mano di seguito si renderanno note mi preme ringraziare l’amico Maurizio Mazza per aver fornito e messo a disposizione del presente studio un documento manoscritto di eccezionale interesse storico presente nell’Archivio di Stato di Catanzaro Notaio G.A. Foco del 23 agosto 1577 dal quale si rileva appunto la fondazione di Miglierina già al 1577.
Contenuto che si riporta integralmente grazie alla trascrizione curata dalla dott.ssa Francesca Garziano dell’Università di Bologna, con i contributi del dott. Gaetano Carito, del prof. Rocco Liberti e di Maurizio Mazza. Ecco al riguardo quanto viene richiamato:
«Si tratta di un documento in buono stato di conservazione. La scrittura è una minuscola cancelleresca dal tratteggio corsivo. La lingua utilizzata è il volgare italiano con residui di latino medievale. La tipologia documentaria appartiene alla categoria degli atti contenenti richieste di esenzioni e/o concessioni. Il documento si presenta ricco di formule ceterate che, come in uso nella pratica della registrazione, snelliscono il testo evitando le prolisse formule che contraddistinguono gli originali. Si segnala che la data cronica è presente nel protocollo, Die vigesimo tertio mensis Augusti 5a Indictionis 1577. In terra Terioli, regnante nostro rege Philippo etc, anno ipsius 23. Si rilevano note marginali riassuntive del contenuto del documento. La nota, più tarda e di seconda mano, riporta la dicitura Fondazione della Migliarina, tuttavia il documento non è un atto fondativo bensì una richiesta di esenzione relativa alla prassi della numerazione. È certo che chi ha letto il documento lo ha considerato alla stregua di un atto di fondazione. In effetti, sebbene non ci siano riferimenti espliciti, il fatto stesso che un gruppo di famiglie si sia spostato dalla terra di Scigliano a quella della Migliarina è indicativo dello sviluppo di una nuova comunità.
REGESTO (o sunto) – Il 23 agosto del 1577 nella terra di Tiriolo, regnante il re spagnolo Pilippo II nel 23° anno del suo regno, alla presenza del sindaco, degli eletti, del notaio e di diversi illustri e magnifici cittadini della suddetta terra e università di Tiriolo si ritrovano alcuni contadini e pastori originari dei diversi villaggi che costituiscono Scigliano e in particolare i signori Luca Barba Berardino, Paolo Torchia, Ciancio Vincenlio, Paduano Graziani e Ippolito Mazza provenienti dai Petrisi, Gio Pietro Guzzo da Gurito (?), Cesare Giordano e Desiderio Giordano dai Cupani, Belloro Bruno da Diano e altri massari. Questi contadini asseriscono che “non havendo commodità di terre nello loro paese di Scigliano” da qualche tempo si sono stabiliti “in loco dove se dice la Migliarina, territorio dela detta terra de Tiriolo” dove “possire fare l’industria et esercitio de la massaria” grazie alla concessione che ha fatto loro l’illustrissimo gran duca di Nocera (Alfonso Carafa della Stadera), al quale comunque garantiscono delle entrate con la coltivazione delle sue terre. Lamentano però che a causa della loro numerazione fiscale nel luogo dove ora abitano risultano essere indebitamente vessati nella Regia Camera Sommaria e chiedono “per atto publico di fare fede di questa verità perché altromenti sariano astretti retornarsi in loro paese et abandonare detta comodità et stassi essi et loro figlioli con estrema povertà in detta terra de Scigliano”. Fanno appello tanto alla Regia Camera quanto a qualsivoglia altra autorità perché riconoscano la loro richiesta di esenzione “poiché in detto loco non tengono altro che pagliari e tugurii de tabula”, tant’è che per timore di suddetta numerazione molti se ne sono andati via e ogni giorno altri se ne partono»67.

Tale traduzione ci conferma la fondazione di Miglierina al 1577. Facendo ora riferimento alla tradizione orale, traccia e testimonianza storica della collettività, che consente di addentrarmi in quello che è il suo vissuto, insieme ad alcune iniziali informazioni del Fiore68, il quale, sul finire del XVII secolo, parlava di Miglierina come un luogo piccolo, di appena cento fuochi, ma dotato delle cose fondamentali per la vita degli abitanti e in costante crescita grazie al buon governo dei Cigala principi di Tiriolo, feudatari.
Per avere altre notizie bisogna poi arrivare alla fine del XVIII secolo fornite dall’Abate Francesco Sacco, secondo il quale, Miglierina, era una «Terra nella Provincia di Catanzaro, ed in Diocesi di Nicastro, situata sopra un colle, d’aria salubre, e nella distanza di otto miglia dalla Città di Catanzaro, che si appartiene in Feudo alla Famiglia Cigala, Principe di Tiriolo. Ella col terremoto del mille settecento ottantatré soffrì pochi danni, ma medianti le paterne cure del Regnante Ferdinando IV è stata riattata.
In essa sono da marcarsi una Parrocchia; due pubbliche Chiese sotto i titoli di Santa Lucia, e di Santa Maria del Principio; e due Monti di Pietà per sollievo de’ bisognosi. Il suo terreno poi produce frutti, vini, olj, e castagne. Il numero finalmente de’ suoi abitanti ascende a mille cinquecento novantasette sotto la cura spirituale d’un Arciprete »69.
All’inizio del XIX secolo a farne menzione era Lorenzo Giustiniani che a riguardo scriveva di una: «[…] terra […] distante da Catanzaro miglia 13, e 15 dal mar Tirreno. Gode di un bello orizzonte d’amene campagne, e de’ due mari, cioè del Jonio, e del Tirreno. L’aria è buona, ma è soggetta a spesse densissime nebbie. Tra questa terra, e Tiriolo scorre il fiume Lamato. Il territorio confina con la terra di Amato, di Serrastretta, Vena, ec. Non è molto esteso, né troppo fertile. Da settentrione tiene un monte chiamato Portella assai boscoso. Vi si semina però in alcune parti di esso territorio grano, ed altre sorte di frumento, né ci mancano i vigneti. I prodotti non bastano al mantenimento della popolazione. I naturali vanno a coltivare le campagne del paesi vicini. Oltre all’agricoltura molti sono addetti a lavori di ferro. Questa terra è annessa al feudo di Tiriolo. Gli abitanti ascendono a circa 1.500. La tassa del 1695 fu di fuochi 70, del 1648 di 77, e del 1669, di 99»70.
Oggi il suo territorio, prevalentemente collinare è fecondo di ulivi e querce e nella parte più alta e boschiva del paese, dove la vista si fa sempre più incantevole, si assiste a una vegetazione lussureggiante di castagni, faggi, ontani e cerri.
La proficua indagine delle informazioni mi ha portato a recuperare altri dati utili alla complessiva ricerca. Il primo dato lo fornisce Attilio Zuccagni-Orlandini71 parlandoci dell’esistenza a Miglierina di una Fiera annua, indicata come quella di S. Lucia, tenuta il 13 in occasione della festa di Santa Lucia. Il secondo dato si ricava dall’opera del D’Avino72, secondo il quale a Miglierina nacque il sacerdote Tommaso Torcia, che nel 1719 mise a stampa un suo novello metodo per l’insegnamento della grammatica (10). La popolazione, intanto, negli anni si avviò a crescere in maniera significativa. Basti pensare che nel 1798 questa era di 1.597 abitanti, nel 1823 di 1.680 e nel 1861 di 2.266. Poste in evidenza le suddette voci la stesura di questo contributo proseguirà con una ricostruzione storica, economica, ambientale, artistica ed archeologica del borgo fino ai nostri giorni.
Secondo alcune recenti statistiche, Miglierina o Migliarina, come alcune volte veniva chiamata, nel nostro tempo è un Comune della Calabria in Provincia di Catanzaro costituito dal centro storico e da altre case sparpagliate con appena 767 abitanti di cui 357 M e 410 F, con una superficie di 13,90 Kmq ed una densità di 55,2 abitanti per Kmq, appellati Miglierinesi. Il Comune fa parte della Comunità Montana Monti Tiriolo-Reventino-Mancuso, Regione Agraria n. 5 – Colline dell’Amato e confina con i Comuni: Amato, Marcellinara, San Pietro Apostolo, Serrastretta e Tiriolo.
di Franco Emilio Carlino, Socio corrispondente Accademia Cosentina
BIBLIOGRAFIA
67 Archivio di Stato di Catanzaro, Trascrizione, F. GARZIANO (a cura di), contributi Gaetano CARITO, Rocco LIBERTI, Maurizio MAZZA, Università di Bologna;
68 Cfr. P. G. FIORE da Cropani, Della Calabria …, Tomo I.
69 Abate F. SACCO, Dizionario …, Tomo II.
70 L. GIUSTINIANI, Dizionario …, Tomo IV.
71 Cfr. A. ZUCCAGNI-ORLANDINI, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue Isole corredata di un Atlante, Supplemento al volume Undecimo, Presso Gli Editori, Firenze 1845.
72 Cfr. V. D’AVINO, Cenni storici …, p. 464, cit. p. 76. [(10) ZAVARRONI, p. 176].