Ci sono personaggi straordinari che sono nati o vissuti nel nostro territorio e noi – troppo spesso – non ne siamo neppure a conoscenza. Uno di questi è senza dubbio Marco “Calavrese” Cardisco, nato a Tiriolo nel 1486 e morto a Napoli nel 1542, dove si era ben presto trasferito per poter esprimere al meglio la sua mirabile arte nella pittura.
Fin da allora, il fenomeno dell’emigrazione – anche intellettuale – delle nostre aree interne verso le grandi città era evidentemente e tristemente conosciuto. E Napoli fu una città, a noi vicina, meta di molti calabresi anche illustri, soprattutto nei tempi in cui era la capitale, fiorente e illuminata, dell’omonimo Regno.
Marco Cardisco è stato riscoperto recentemente dalla città che gli ha dato i natali a cui, per questo, siamo grati: dall’Amministrazione comunale di Tiriolo con in prima fila il sindaco Domenico Greco, dallo storico dell’arte Giuseppe Giglio, che ha prestato la sua consulenza, e dal fotografo Antonio Renda, che ha realizzato le riproduzioni di alcuni suoi quadri e affreschi.
Ma la sua figura si perde nelle nebbie del tempo e di lui sappiamo con certezza quasi solo quel poco che ha riferito Giorgio Vasari, praticamente suo coevo, nella celebre opera “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti”, in cui si inventò la “critica d’arte” così come la conosciamo ancora ai giorni nostri.
Ed è un vero privilegio per il nostro esservi citato, tra l’altro con meritate parole di elogio:
<< Marco realizzò innumerevoli lavori, dalle opere ad olio agli affreschi, e nella sua città adottiva dimostrò di valere più di tanti altri che esercitavano, ai suoi tempi, l’arte della pittura. >>
Ma sorprende non poco quanto afferma il Vasari a proposito delle origini di Marco Cardisco, che lui stesso definisce “Calavrese”:
<< In effetti, siamo abituati a constatare che in alcune province certi ingegni realizzano cose eccellenti in modo quasi naturale, mentre in altre ciò non appare possibile e, pur con molto e perdurante impegno, non si potranno mai ottenere gli stessi risultati. Ma proprio quando vediamo nascere in una di queste province un frutto non usuale ne proviamo una profonda meraviglia. E tanto più possiamo rallegrarci di un buon ingegno quanto più lo rintracciamo laddove solitamente non nascono uomini di tale valore. >>
Quasi a voler dire che per la Calabria era un fatto del tutto eccezionale che vi potesse nascere un “ingegno” come quello di Cardisco. Un concetto per la verità un po’ razzista, vagamente lombrosiano ante litteram, e certamente anche un giudizio antistorico, come gli venne ricordato, un paio di secoli dopo, da un altro critico d’arte, Bernardo De Dominici, che non esitò a far notare che il Vasari:
<< Non doveva conoscere a fondo le città della Magna Grecia che fiorirono in Calabria, né gli insigni filosofi, né i celebri scultori e pittori che le diedero lustro; né vide mai la perfezione delle antiche medaglie di quella provincia. Altrimenti non avrebbe attribuito al clima e ai luoghi della Calabria un difetto d’origine che invece può essere determinato, ovunque, solo da una cattiva educazione e dalle sciagure. >>
Custodiamo gelosamente la difesa d’ufficio del De Dominici nei confronti della Calabria, ma teniamo anche ben presente che sta a tutti noi, esattamente come fece Marco Cardisco cinque secoli fa, continuare a confutare certe tesi del Vasari, che appare comunque in buona fede, o di altri più moderni e consapevoli detrattori, dimostrando ancora una volta che i calabresi possono competere con i migliori nelle arti e nelle scienze, così come in qualunque altra forma ed estrinsecazione dell’umano intelletto.
di Raffaele Cardamone
In basso, La foto realizzata da Antonio Renda e, a seguire, la sua Biografia…
Foto di Antonio Renda (Fototeca della Calabria)
Biografia di Antonio Renda
Antonio Renda è un fotografo e un documentarista. E’ nato a Catanzaro nel 1964. Ha compiuto studi universitari di filosofia e antropologia. Professionista dal 1991. Specializzato in fotografia di architettura, arte e turismo. Il suo archivio conta oltre 100.000 immagini sulla Calabria.
Ha collaborato alla realizzazione di numerosi prodotti editoriali con le maggiori case editrici calabresi: Rubbettino, Abramo, Iiriti, e nazionali come Silvana Editoriale, Electa-Mondadori e ha pubblicato sulle riviste: Oasis, Bell’Italia, A tavola, Terre del vino, Qui Touring, Abitare, Informatore Agrario; ha inoltre curato la fotografia per le Riviste: Calabria Rurale, Calabria è, Catanzaro Arberia.
Collabora da molti anni con le maggiori istituzioni calabresi e con case editrici, e autori vari. Per l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Catanzaro ha curato i cataloghi per le edizioni della mostra di arte contemporanea “Intersezioni” (ed. Electa) e per la mostre realizzate al Museo MARCA di Catanzaro fin dalla sua fondazione.
Ha inoltre realizzato le immagini per le due edizioni del catalogo del “Museo Storico Militare” di Catanzaro (ed. Rubbettino), i calendari e i cataloghi del “Parco della Biodiversità” di Catanzaro.
Per la mostra “Intersezioni” e il Museo MARCA ha realizzato inoltre i video sugli artisti e le relative mostre.
È responsabile della “Fototeca della Calabria”, associazione che si occupa della divulgazione della cultura e dell’immagine della Calabria, con una particolare attenzione agli scrittori ed artisti calabresi.
Ha inoltre realizzato, negli ultimi anni, numerosi cortometraggi su vari aspetti della cultura calabrese: il mediometraggio “Nella terra di Melusina”, ispirato ad un racconto di Corrado Alvaro, e i cortometraggi “I carbonai di Serra San Bruno”, “Bovari”, “L’ultimo Mugnaio”, “I Palmenti Di Ferruzzano”.
Un’opera fondamentale della sua produzione è il volume fotografico: “Differenze di Vedute – Il paesaggio nella provincia di Catanzaro” (ed. Rubbettino).