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“Mai più fascismi …e mai più nazismi” dalla manifestazione della Cgil a Roma

Un mese fa, la manifestazione contro l'assalto alla sede della Cgil

Angelo Falbo di Angelo Falbo
19 Novembre 2021
in OPINIONI
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“Mai più fascismi …e mai più nazismi” dalla manifestazione della Cgil a Roma
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Oggi è un mese dalla grandissima manifestazione sindacale-popolare indetta e organizzata dai Sindacati Confederali, CISL UIL e CGIL, in risposta al grave, vile assalto squadrista capeggiato da Forza Nuova, strumentalmente utilizzando la rimostranza di Chi si voleva opporre alle disposizioni anti covid 19. Un assalto apparso subito pianificato da tempo e caratterizzato da chiari caratteri neo-nazi-fascisti.

La mobilitazione è stata civilmente esemplare.

La nostra zona ha partecipato con il sottoscritto e con Raffaele Rotella, in rappresentanza della “Lega SPI-CGIL del Reventino”.

Partenza per Roma. Lamezia Terme – Salerno velocità media 140; Salerno -Napoli 200. Napoli – Roma 280…..(Roma – Milano 350)…La velocità di percorrenza dei treni indica da sola le differenza e le diseguaglianze tra territori e abitanti della Penisola. Questa la prima riflessione nel gruppo. Ne scriveremo in altra occasione. Viaggiamo per partecipare alla manifestazione alla devastazione della Sede nazionale della CGI di Sabato 9 Ottobre , ad opera di “squadre fasciste capeggiate da componenti di Forza Nuova”…”In meno di tre minuti- informa Landini dal palco- i tre segretari nazionali ci siamo trovati d’accordo a chiamare Tutti ad una partecipazione democratica contro l’assalto squadrista alla Sede CGIL, perché quell’assalto ha rappresentato un assalto a tutto il Sindacato…ha rappresentato un assalto allo Stato democratico…ha rappresentato una violenza al luogo e alle istituzioni repubblicane…di una Repubblica nata dalla Resistenza e ai principi della Costituzione che è antifascista”…

“Perciò esigiamo, chiediamo al Governo di sciogliere subito tutti i raggruppamenti fascisti, parafascisti e neo nazisti…” Ancora non conosciamo gli intendimenti del Governo, che forse attende qualche pronunciamento di qualche Tribunale.

Nel mentre riteniamo che sarebbe stato utile un decreto di scioglimento nell’immediatezza dell’accaduto, colto nella sua flagrante gravità da Tutti gli italiani attraverso i diversi mezzi di moderna comunicazione. Non sono mancati i filmati sui fautori, i loro inneggiamenti e i loro progressivi violenti atti devastatori in spregio alla stessa “Sacralità laica” di un luogo che da oltre 120 anni è il luogo di elaborazione, programmazione e indizione delle lotte sociali per il diritto al Lavoro, per i diritti dei Lavoratori, per il più ampio processo di emancipazione sociale e di civiltà dell’intero popolo italiano.

Non è che se sciogli i nazi fascisti spariscono. Ma sicuramente ne comprimi le agibilità antidemocratiche.

Centinaia e centinaia di migliaia, sindacalisti, politici, militanti democratici, simpatizzanti e semplici cittadini si sono sentiti chiamati ad esserci. Centomila? Duecentomila? Trecentomila? Di più ?….Piazza S. Giovanni è stracolma. Le strade che confluiscono sono piene di persone e molti autobus carichi non sono riusciti ad arrivare. Uno sventolio turbinoso di bandiere dei tre sindacati. Solo qualcuna di partito. Ci sono quelle dell’ANPI, quelle dell’ARCI, di Libera e di tante altre Associazioni. Una curiosa porta un cartello un cartello con l dicitura “Democrazia atea”. Non c’è spazio per avvicinarsi e chiedere i loro propositi.

Alcune decine di punti organizzativi per la distribuzione di bandiere, magliette, fazzoletti, cappelli e volantini. Tra la gente i diffusori di testate di giornali di gruppi come Rivoluzione o di quotidiani come “il Manifesto”.

Mai sentita una invettiva. Una pronuncia vendicativa. Uno strido di ostilità verso gli stessi responsabili dell’assalto alla sede del più antico e forte sindacato italiano, la CGIL con i suoi 120 anni di lotte, di manifestazioni, di presidi e di impegni in difesa dei diritti dei lavoratori e delle istituzioni democratiche. Dopo numerosi attacchi, assalti e devastazione delle sedi, tra il 1920 -1924, venne sciolta dal Fascismo nel 1926 quando venne “corporativizzato” tutto il sistema produttivo con un Sindacato unico, sotto il controllo gerarchico di Mussolini.

Striscioni, bandiere, cartelloni e altro materiale diffuso porta una sola scritta:

Mai più Fascismi e Nazismi.

Negli anni sessanta e settanta in ogni corteo antifascista risuonava tonante un solo slogan : “Fascisti carogne, tornate nelle fogne”. Seguiva sempre un mormorio non tanto sotterraneo: “ Ci vuole un nuovo Piazzale Loreto”

Nella manifestazione di Sabato dal palco, in ogni angolo della grande piazza, testimone di diecine e diecine di manifestazioni politiche e sindacali, e nelle strade di confluenza, il coro è stato sempre lo stesso: Mai più fascismo…Mai più Nazismo.

La stessa donna intrattenitrice della piazza, dal palco, dopo ogni digressione di cronaca o di informazione ha sempre concluso con una incitazione: Mai più Fascismo. Ed ogni volta si è alzato all’unisono un grido per ripetere: Mai più Fascismo.

I tre segretari generali in successione hanno rivolto la stessa incitazione.

Sbarra (CISL) ha tracciato lunghe argomentazioni, partendo dall’assalto inaccettabile degli squadristi fascisti alla sede della CGIL e soffermandosi sulle varie problematiche del mondo del lavoro: disoccupazione, diseguaglianze, distorsioni nei comportamenti produttivi, impegni del sindacato confederale nella difesa dei diritti costituzionali, sindacali politici e civili, e della Democrazia.

Bombardieri (UIL) rievocando la figura dello storico sindacalista Buozzi, ha ripercorso gli impegni del Sindacato per il mondo del lavoro, per lo sviluppo e la difesa della Repubblica democratica.

La conclusione è stata di Landini (CGIL). Ha stigmatizzato l’assalto denunciando che si è trattato di un vero e proprio gesto squadristico che prendendo di mira la sede nazionale della CGIL ha volutamente colpito tutto il Sindacato. “Perciò la vigilanza e la risposta deve essere tempestiva e severa: scioglimento dei gruppi squadristici di chiara matrice nazi-fascista, come la Costituzione richiede.”

Ha comunque ricordato al Governo che sono urgenti politiche con scelte mirate a contrastare i disagi e i malesseri sociali, disoccupazione, licenziamenti, precarietà, casse integrazioni di lunga durata, sfruttamenti giovanili e sperequazioni verso le donne. Una stratificazione di fattori che sfociano verso rancori sociali che diventano “brodi di coltura” per avventurismi impensati…come la Storia insegna. Ha più volte chiesto di considerare meglio gli aspetti di crescita economica di cui ci si vanta in ogni occasione pubblica. Ripete che è una crescita che nasconde due grosse contraddizioni: non diminuisce le diseguaglianze e perpetua le precarietà, perché su 100 assunzioni, 80 continuano ad essere a tempo determinato, a volte di solo qualche mese.

Ha riportato le osservazioni di una studentessa rivolteGli durante un incontro con gli studenti di un Istituto di Pesaro (se ricordo bene). La ragazza ha riportato i convincimenti che il Sindacato ha interesse solo a difendere i lavoratori occupati e poco si interessa delle fasce giovanili e delle trasformazioni di ammodernamento tecnologico che con la digitalizzazione e la robotizzazione riducono le platee degli occupati, lasciando per decenni ancora i giovani senza futuro. Landini ha argomentato enumerando gli impegni del Sindacato finalizzati invece proprio alla tutela ed alla inclusione sociale delle fasce giovanili, che richiedono per il futuro, a Tutti, livelli formativi elevati in campo lavorativo in ogni settore. Per questo il Sindacato è impegnato, oltre che ad aprire ogni spazio possibile per assunzioni stabili nella PA e nel privato, a sostenere una scelta dirompente per l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni. Con tutto quello che ne consegue per i servizi da organizzare e l’ampliamento effettivo dei diritti allo studio. Ciò richiede l’unità dello Stato, non la frammentazione regionalistica delle iniziative come si è sofferto durante la fase epidemica. Sembra un accenno di chiara contrarietà del Sindacato alla sempre latente, ma presente minaccia dell’”autonomia differenziata”, sospinta dalle regioni del Nord , con anche acquiescenze di altre sulla base delle malefica concezione di alcuni Presidenti di sentirsi davvero dei “Governatori”, come impropriamente continuano ad essere indicati da una stampa-comunicazione distorcente.

Questa problematica però richiede non un accenno da parte del Sindacato, ma una vera e propria mobilitazione, prima di ritrovarsi spiazzato…Si ricorda qui che, tra i 21 Allegati al bilancio per il 2022 l’Autonomia differenziata è al primo posto! (Nel bilancio 2021 era al 13°!).

Oggi è nelle competenze della Gelmini…Ciò non rassicura proprio.

Non vorremmo che mentre nel dibattito sindacale si discute di estendere la contrattazione nazionale ad ogni lavoratore- settore lavorativo, ci si dovesse trovare con 21 contrattazioni regionalistiche…nella Scuola, nella Sanità, ecc.!

La conclusione di Landini è una invocazione di natura culturale diretta con un durissimo tono a tutta la Piazza: il femminicidio è la dimostrazione tragica di un retaggio culturale con il quale troppi ancora vivono convinti di essere possessori del corpo delle donne, ed è questo retaggio uno degli aspetti istintuali presenti in una società che non ha del tutto superato la concezione padronale di alcuni sui propri simili, di quelli da considerare più deboli. E questo fenomeno del femminicidio non riguarda solo le Donne vittime di violenza, ma chiama in causa invece proprio gli Uomini in quanto tali , che “devono smetterla” di volersi sentire possessori di qualcun altro, di qualcun’altra.

L’applauso fragoroso che ha sottolineato questi passaggi, è divenuto allo stesso tempo un sentimento di condivisione, di liberazione e di civici impegni.

Ad un mese da quella manifestazione non abbiamo visto una iniziativa corale del Governo in direzione dello scioglimento delle formazioni che si richiamano al nazifascismo. Meno che meno il dibattito politico ha prodotto propositi unanimi. Il centrodestra ha cercato le solite differenziazioni sempre forzate, trainato da una Meloni ammiccante, ora più di Salvini, verso i gruppi destroidi, sempre preoccupata nelle sue apparizioni di avere sullo sfondo il simbolo con la fiammella di diretto richiamo alla cultura fascista. Ci sono stati degli arresti. Si stanno scoprendo gruppi social che inneggiano al nazifascismo. Si stanno individuano sedi con armi, con materiali incendiari e propagandistici, con vessilli e oggetti rievocativi di quel truce periodo nazifascista. Insomma, si sta cercando di smantellare le reti che coordinano gli assalti, che si infiltrano nei cortei per provocare aggressioni, devastazioni e azioni di stampo ostili allo Sato. In questo mese si sono succeduti diversi avvenimenti, tra cui gli incontri sulle problematiche della salvaguardia ambientale del Pianeta.

Si sono ripetute le manifestazioni degli ostinati contro la vaccinazione anti covid. Il diffondersi della quarta ondata non ha dissuaso i soggetti fanatizzati a smetterla con le le loro ostilità alle misure adottate per la vaccinazione anti covid. Si rifanno a concetti assurdi; invocano a vanvera la Libertà, citano a vanvera la Costituzione, vestono impudentemente vestiti a righe simulando i campi di concentramento, nazifascisti, mostrando che il loro comportamento non può nascere solo dall’ ignoranza, ma da una miscela di egoismi, ignoranze e ottusità.

Ed il ripersi settimanale di queste manifestazioni ormai ideologizzate, nelle quali i tentativi di insorgenze fascistoidi sono i più emergenti, ripropone la presente attualità e la costanza del messaggio coralmente diretto in Piazza San Giovanni il 19 ottobre: Mai più Fascismi…Mai più nazismi

Con un richiamo positivo ai 19mesi della lotta partigiana, della Resistenza italiana, consapevoli che Loro ci diedero una Repubblica ed una Costituzione e che spetta a Noi difendere ed attuare.

Dobbiamo stare attenti ai continui revisionismi, alle persistenti minimizzazioni del tragico fenomeno – Regime fascista,…

In questi giorni ciò sta avvenendo con la per pubblicazione dell’annuale libro di Bruno Vespa. Egli, a sentirlo, pretende di ricondurre la “ rovina “ di Mussolini causata all’Italia al solo momento di dichiarazione della guerra per eccesso di sodalizio con Hitler. Mentre pretenderebbe di salvarne, tutti gli avventurismi, tutte le deliberazioni liberticide, la stessa natura razzista, persecutoria e di annientamento fisico degli avversari, le torture e gli assassinii direttamente compiuti attraverso le sue squadriglie miliziane o commissionate….Per adulazione, alla minimizzazione del tragico ventennio fascista, da par suo aggiunge il consueto ossequio al Governante di turno, Draghi, indicandolo in contrapposizione a Mussolini (rovina dell’Italia) quale “salvatore”…Una contrapposizione subdola fondata su una mistificazione storica.

Angelo Falbo

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Angelo Falbo

Preside in pensione. Laurea in Materie letterarie presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Intellettuale e scrittore. Vive a Carlopoli. È il responsabile della Lega SPI-CGIL del Reventino.

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