Per mia esclusiva colpa, se così si può dire, non ero ancora riuscito a vedere dal vivo “La Valigia”, il dramma di Corrado Plastino, portato in scena dagli alunni dell’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Soveria Mannelli e Carlopoli.
Parlo di “colpa” perché si erano, in effetti, presentate più occasioni per potervi assistere anche qui vicino, a Soveria e Carlopoli, oltre che ad Altomonte dove, come da tradizione, ha partecipato al celebre Festival Teatro Scuola, vincendo trionfalmente – e non per la prima volta – il primo premio.
Come i lettori più attenti sapranno, avevo già avuto modo di scriverne, soprattutto in occasione della vittoria del prestigioso premio, e mi ero naturalmente documentato, anche attraverso la visione dell’opera integrale ripresa da “Studi Emme Pargalia” e pubblicata in video su facebook (per chi volesse vederla, ecco un indirizzo utile: https://www.facebook.com/profile.php?id=100011393146754).
Ma vedere “La Valigia” dal vivo, nell’ennesima replica che – come avviene per le migliori opere teatrali – non ha annoiato proprio nessuno, è stata ugualmente un’esperienza degna di nota.
Ho trovato, ancora una volta, il testo maturo, poetico e ricco di efficacissime trovate sceniche. Così come l’interpretazione delle ragazze e dei ragazzi, al di sopra di ogni più ottimistica aspettativa. Ma la cosa che mi sembra ancora più importante è l’essere riusciti a coinvolgere un così alto numero di alunni della Scuola – peraltro adolescenti, con tutto ciò che ne consegue – nell’affrontare con tale serietà e dedizione un testo impegnato e impegnativo, ma certamente improntato su fatti fondamentali per la nostra Storia, da non dimenticare mai!
La prossima replica, però, annunciata dall’autore e insegnante Plastino, sarà forse la più importante di tutte. Più ancora di quella che ha consentito all’IC Rodari di vincere il primo premio al Festival di Altomonte. Infatti, si terrà il prossimo mese di ottobre, nel ghetto di Roma, davanti ai protagonisti delle tragiche vicende che stanno alla base del racconto (la deportazione degli ebrei romani da parte dei nazifascisti) o comunque davanti ai loro congiunti che – come la nipote della storia – saranno stati capaci di raccogliere le memorie dei più anziani per custodirle e tramandarle di generazione in generazione.
Sono sicuro che l’IC Rodari riuscirà a emozionare anche loro, così come il pubblico di Soveria e io stesso, che – nell’astrazione della visione – ho avuto spesso la netta sensazione di trovarmi di fronte non a una semplice rappresentazione scolastica ma a un lavoro che sfiora il professionismo.
di Raffaele Cardamone
[* Tutte le immagini di questo articolo sono tratte dal video realizzato da “Studi Emme Pargalia” e pubblicato su facebook.]