Due giornate di formazione nate dalla collaborazione tra la scuola di potatura olivo e l’oleificio Torchia. Al centro di tutto l’ulivo e tutto ciò che rappresenta per il territorio e per la Calabria intera che investe su di esso gran parte della propria economia legata all’agricoltura.
Un binomio quello citato in apertura, rimarcato dalle parole di Tommaso Torchia che, insieme al fratello Giuseppe, conduce l’omonimo oleificio. Parole che evidenziano come il valore della formazione abbia, in generale, un notevole peso specifico per un’azienda agricola. “Oggi, dice Tommaso, non si può fare agricoltura e segnatamente olivicoltura, improvvisando! Un olio extra vergine di oliva è il frutto di una filiera in cui ogni passaggio è seguito con competenza e professionalità: ecco, la parola chiave è competenza, conoscenza. Ed è proprio in questa logica che ci piace promuovere, continua Tommaso, occasioni di confronto come quelle che hanno coinvolto una platea di, chiamiamoli così, “addetti ai lavori” ( potatori, appassionati, produttori di olio, ecc..) ma anche quella che rappresenta il futuro della nostro territorio, i ragazzi dell’istituto agrario “V. Emanuele II” di Catanzaro. Perché? Bene, le operazioni di potatura rappresentano insieme a quelle di raccolta delle olive, la più importante voce di costo nella gestione degli uliveti; considerazione che, aggiunta al fatto che la qualità dell’olio nasce in campo, ci deve portare ad abbandonare, in modo consapevole, il “vecchio” modo di potare, ancorato al passaparola ma privo di fondamenti agronomici e scientifici. Questo anche quando, il cambiamento può apparire, ad occhi “inesperti” irragionevole. E’ per questo che la potatura così come il processo di estrazione, necessitano di collaboratori formati (appunto potatori certificati nel primo caso, tecnici di frantoio nel secondo). A queste figure professionali che le aziende olivicole cercano affannosamente, è demandato, in un’ottica di coesione, la crescita delle stesse e la valorizzazione della nostra olivicoltura.”
Uno straordinario e quanto mai esaustivo focus su quello che rappresenta l’olivicoltura e, nello specifico, la potatura e la produzione del cosiddetto oro verde, la cui estrazione non si ottiene improvvisando, anzi. Tutt’altro. Ma l’ulivo non è solo questo. O meglio, non si può circoscrivere e limitare solo ad un discorso meramente tecnico, agronomico o, com’è anche giusto che sia, economico. L’ulivo è molto di più. Il suo valore storico, culturale, sociale è immenso. Una pianta identitaria di intere popolazioni e che rappresenta un simbolo cristologico imprescindibile per i credenti. Insomma una pianta che tutto il Mediterraneo, da millenni, considera un vero e proprio simbolo di appartenenza e fratellanza.
Ed è proprio da queste considerazioni e constatazioni che è partito il maestro potatore della Scuola italiana, Antonino Lonobile, per dare la sua testimonianza dell’esperienza quotidiana a contatto con questa straordinaria pianta.
“Il mondo moderno ha spinto l’Uomo in due direzioni, opposte, – afferma Lonobile – in cui, attraverso questa dicotomia solcata da profondi strati, ha tracciato direzioni fin troppo evidenti. La prima, quella dell’ignoranza, la seconda, quella della iperspecializzazione. Ambedue queste scelte, più che mai oggi obbligate, hanno portato ad una sempre maggiore frammentazione dei settori lavorativi riducendoli a corpuscoli di piccole dimensioni, sempre più specialistici, sempre più di difficile comprensione ai non addetti. Si è conseguentemente perso il ruolo vero degli intellettuali, dei colti, dei ricercatori e di conseguenza dei lavoratori. Costruire una società funzionale ed autosufficiente in cui ognuno risultasse indispensabile al funzionamento di una macchina unica”.
“L’Olivo, per sua perfetta natura, ha provveduto – dice ancora – ad evitare questi tipi di frammentazioni. E’ una macchina viva, funzionale, capace di ringiovanire e rinascere nuovamente anche dopo aver subito danni incommensurabili. Egli ricopre per se stesso un ruolo di singolo ma le sue più piccole parti non sono altro che unità funzionali con unico progetto. L’olivo non si scorda che OLIVO è e che queste sue parti, apparentemente frammentate agli occhi dei più, sono tutte fra esse collegate. Ognuna, attraverso complessi criteri trae (e restituisce) benefici al sistema in cui si trova inserito: il sistema Mediterraneo”.
“Gli uomini, invece, hanno raggiunto oggi – sottolinea il maestro potatore – un sistema sociale che assomiglia ad un treno che si muove in continuazione, costituito da tanti vagoni, ciascuno con scopi diversi, ciascuno con lavori specifici da effettuare, ognuno dei quali focalizzato ad espletare non più una funzione per l’intero treno ma per il compartimento a cui appartiene. Un treno senza precisa destinazione. La Scuola Potatura Olivo ha invece uno scopo ben preciso, ha una destinazione ben precisa. Risolvere problematiche odierne attraverso solide conoscenze scientifiche tanto quanto le esperienze in campo. Formazione di personale che attraverso i corsi diverrà colto in materia, saprà porsi le domande che lo aiuteranno a progredire e risolvere con soluzioni immediate le problematiche da affrontare. Questo stesso personale da nascita ad una figura, il Potatore Certificato della Scuola Potatura Olivo. Egli lavora per un progetto ambizioso e difficile, un lavoro risolutivo in svariate sfaccettature agricole. Farà scelte opinate abbassando drasticamente i tempi di intervento grazie ad operazioni da terra con attrezzature telescopiche e gesti sicuri. Questo nuovo professionista, lavorando sempre in sicurezza, abbandona le inutili scale. La Scuola forma e crea in loco professionisti che esplicano una funzione pivot nell’aiutare le aziende locali a divenire una soluzione ai problemi sul cambiamento climatico; mitigazione. Questa figura, il potatore certificato, unica sui generis, esplica da sola i tre grandi obiettivi posti dal CSA (Climate-Smart Agriculture, fao.org). Attraverso gli Olivi, distribuiti in tutte le regioni del nostro paese, costituenti di un patrimonio mondiale di valore inestimabile, egli impara a gestire le arboree, a gestire il suolo in modo sostenibile. L’olivo, non più rappresentazione di olive o olio ad ogni costo ma essere vivente degno di rispetto assoluto, trappola perennemente attiva di carbonio (è un sempreverde praticamente immortale). Il Potatore certificato della Scuola agisce da guardiano del sistema olivicolo tradizionale e intensivo attraverso una forma di potatura chiamata Vaso Policonico Semplificato costruito seguendo le regole, uniche e scientificamente aggiornate della Scuola Potatura Olivo, e non quelle di improvvisatori o peggio, replicanti”.
Lonobile ha poi voluto premiare gli sforzi che si stanno facendo per rendere sempre più tecnica l’olivicoltura e, in particolare, la pratica dell'”arte potatoria”. “I nuovi potatori, di cui l’Italia e la Calabria si sta riempiendo, – specifica Lonobile – sono ben consci di tutto ciò. Le aziende che partecipano ai nostri corsi acquisiscono anch’esse queste conoscenze, scoprono nuovi punti vista scorgendo con chiarezza una linea dell’orizzonte resa nebbiosa da soluzioni fino ad oggi inconcludenti. Potatori Certificati della Scuola, aziende che aderiscono al progetto (la Scuola certifica anche gli Oliveti in maniera del tutto gratuita se rispondenti ai principi della stessa) andranno a costituire parte di una struttura sociale funzionale; non più elementi autonomi, tra loro indipendenti o focalizzati dalla sola cura di interessi personali. La Scuola Potatura Olivo vuole essere un modello da seguire. I diversi vagoni del treno saranno trainati dalla conoscenza che la Scuola stessa offre. Hanno tutti la stessa destinazione, chiara e ben precisa e tutti possono apportare le proprie conoscenze in questo progetto. Il successo è dato da una Olivicoltura sostenibile sorretta da fondamenta solide, libera da preconcetti, da legami che opprimono e della speranza di aiuti esterni. La Scuola è la risultante di conoscenze scientifiche e pratica in campo. Sceglie di fare le cose giuste, non quelle più facili.
Ringrazio per la possibilità di divulgazione in Calabria del Sud, per l’inestimabile aiuto, collaborazione e passione i sigg. Potatori Certificati e delegati di zona Giuseppe Mauro, Franco e Manolo Guzzo, le famiglie Torchia e Talotta per la loro ospitalità e condivisione culturale.
Lonobile, però, in questo suo spaccato sull’olivicoltura, ha voluto, non solo spiegare tecniche e progressi raggiunti nel settore, fondamentale anche per la Calabria, ma ha voluto, come si è detto alcune righe fa, rimettere al centro l’ulivo e il rispetto che merita, in un mondo che troppo in fretta dimentica o non riesce a capire che valore abbia davvero questa pianta millenaria. E ci è piaciuto lasciare, dulcis in fundo, in questo articolo che speriamo abbia valore soprattutto divulgativo e conoscitivo dell’argomento, una vera e propria “lode all’olivo” scritta così, come ci ha rivelato, di getto, soprattutto per far prendere coscienza i molti distratti del patrimonio che abbiamo e che dobbiamo assolutamente valorizzare.
L’Olivo, albero, pianta, parte del retaggio storico e culturale del mediterraneo. L’Olivo, albero, rappresentazione simbolica dalla quale echeggiano gli epiteti eternità, pace, forza, spiritualità, tenacia. L’Olivo, in passato, amato e venerato: l’Olivo.
L’olivo, oggi, maltrattato e mutilato nel nome dell’ignoranza con sistemi vieti. L’olivo, rappresentazione non più soltanto raffigurativa ma reale e tangibile del flusso linfatico di una conoscenza oramai monca, deperita, volatilizzata. L’olivo, ridotto a tronco, a siepe nel nome di un parossismo di simmetricità. L’olivo, simbolo odierno della nostra società cariata: l’olivo.
Olivo, la modernità tecnologica e la rincorsa al denaro ti hanno oppresso e relegato in un angolo per follia iperproduttiva. Hai perso la tua dignità conquistata duramente in millenni; la mano dell’uomo tecnologicamente evolutissimo, ti uccide. Da questa ignoranza, orribile spugna, che cancella le tue nobili e argentee fronde dai nostri paesaggi non trovo più la tua ombra. Non mi offri più il tuo bene, prezioso, dal quale i nostri antenati, fenici greci romani ricavavano con immani sforzi il nettare, utile, profumato e verde: oleum ex albis ulivis. Le tue fronde, un tempo, offrivano riparo agli uccelli oggi spariti.
Antonino Filippo Lonobile
Vice-direttore della Scuola Potatura Olivo
www.scuolapotaturaolivo.it
La Scuola Potatura Olivo è diretta da Giorgio Pannelli