Questa volta il manifestare per l’ospedale il Comitato l’ha organizzato attraverso un corteo di macchine che, partite dai parcheggi della zona industriale hanno percorso l’acrocoro del Reventino fino a raggiungere le varie contrade di Decollatura per poi tornare a Soveria per percorrere le strade della città fino a raggiungere i parcheggi dell’ospedale.

Un modo per dimostrare il disappunto che regna diffuso che non trova nelle predisposizioni istituzionali un convincimento atto a giustificare le disposizioni per la struttura montana.
A far scattare la molla, ancora una volta, l’assenza della pediatra che da più di un mese è dislocata in altra struttura, divenuta una sorte di disfatta per le numerose madri che ne chiedono l’ausilio.
Ma le assenze sono molteplici negli ambulatori dell’ospedale, non solo nella pediatria, ma ad esserne inficiati sono quasi tutti i servizi; molti in pratica azzerati, altri in parte pericolosamente decurtati che mostrano le spoglie di un ospedale fantasma, privo delle più essenziali forme di servizio.
Sarà una battaglia fino allo sfinimento – puntualizzano dal direttivo del Comitato – non molleremo la presa per nessuna ragione, almeno fino a quando non si percepirà una reale volontà di cambiamento.
Volontà percepite, non inutili e vanagloriose dichiarazioni la cui credibilità è pari all’esistenza dello Yeti.
Chiediamo ancora una volta pubblicamente attraverso gli organi di stampa e di ogni forma di comunicazione a cui ci affidiamo di essere ricevuti dal Commissario ad Acta, Longo e dai vertici dell’ASP.
Una ulteriore non presa d’atto, ci costringerebbe a fare passi eclatanti dove per l’incontro si procederà per eccesso di visibilità mediatica, e i “martiri” per l’azione sono già pronti.
A sostegno dell’azione di rivendicazione, componenti del gruppo di protesta per la sanità pubblica, arrivati da Lamezia e Vibo Valentia.