di Luigi Guzzo –
E’ un giorno come tanti, si assapora l’aria primaverile e mentre ritorno percorrendo una strada interna che dalla Basilica Minore della Madonna di Porto di Gimigliano arriva fino a Tiriolo, forse perché sono in compagnia del mio parroco, succede qualcosa che sa di miracoloso.
Intravediamo sulla nostra strada, peraltro stretta, dei muli ed un asinello tirati da quattro ragazzi. Subito, in lontananza, ci domandiamo chi fossero e più ci avviciniamo e più ci accorgiamo che non è un sogno.
La domanda è viene spontanea: “ma chi siete, da dove venite?”. Uno dei quattro ragazzi ci risponde: “veniamo da Pantelleria”, e noi: da Pantelleria, dalla Sicilia?
I quattro ragazzi si chiamano Maria Lo Meo, Marco Comerio, Ellev Derks, Corrado Luna e Francesco Paolo Lanziono, (nella foto singola) quest’ultimo ideatore del progetto “Woodvivors – L’Italia a passo di mulo”.
Ci raccontano che il docufilm che stanno girando vuole rivelare la riscoperta dei saperi, della cultura, della vita del mondo rurale italiano e delle sue civiltà contadine, raccontando un viaggio di 2500 km a passo di mulo, da
Pantelleria al
Piemonte, seguendo prevalentemente le tappe del
Sentiero Italia CAI.
L’asina di Pantelleria, specie protetta, porta sul dorso la bandiera della Regione Siciliana che ha patrocinato il progetto documentaristico “Woodvivors” lungo il Sentiero Italia CAI, dalla Sicilia al Piemonte. Un’avventura iniziata poco prima di metà aprile dall’isola di Pantelleria e che terminerà in Piemonte, all’incirca tra sei mesi, attraversando tutta la Penisola da sud a nord.
Ci raccontano, prima di riprendere il cammino a passo di mulo, che è un viaggio a passo lento, con l’obiettivo di dare uno sguardo profondo alle tradizioni del Belpaese, percorrendo zone di grande valore non solo naturalistico, ma anche storico e culturale, fino a toccare le radici di un futuro sostenibile. Il cammino attraverserà i maggiori parchi italiani: Pantelleria, Madonie, Nebrodi, Etna, Aspromonte, Sila, Pollino, Appennino Lucano, Gran Sasso, Majella, Monti Sibillini, Foreste Casentinesi, Appennino Tosco-Emiliano e Alpi Apuane, lontano dai grossi centri urbani ma vicino le dorsali appenniniche, seguendo dove possibile le tracce di vecchi tratti e sentieri.
A noi non resta che ringraziarli del progetto che stanno per realizzare, ringraziarli di far capire a chi è assortito nella quotidianità delle cose, che può esistere anche un fare lento, riflessivo, sostenibile, rispettoso della natura e dell’umanità.
E così li salutiamo augurando: “Buon cammino a passo di mulo”.