Catanzaro – Da non confondere con gli omonimi e concittadini, nonché Maestri compositori Salvatore Caroleo senior (1880-1958) e Salvatore Caroleo junior (1916-1989), Salvatore Caroleo è stato un reduce della II Guerra Mondiale. La sua particolarità è stata quella di esprimere i suoi timori e le sue speranze in una breve poesia, ritrovata di recente e pubblicata dal figlio Antonio. Sono esigue le informazioni relative alla vita di quel giovane coraggioso figlio di Calabria, coraggioso che, in verde età, ha dato prova di sé manifestandosi per come sapeva e poteva fare.

Come tanti altri suoi coetanei Salvatore Caroleo (di cui non si ha certezza della data di nascita), nel ’43 si immolava per la Patria, ormai in decadimento, che aveva smarrito anche il senso della sua stessa entità. Salvatore è un altro figlio di Gagliano, luogo fisico che rimanda alla sua storia, millenaria, capace di restituire all’intera comunità dinamiche e fenomeni significativi ed indelebili.

Poco si narra degli eroi, ancorché inconsapevoli, del funesto secondo conflitto mondiale, messi in ombra dalle celebrazioni dei Caduti della Grande Guerra, per la quale in ogni borgo d’Italia è stato costruito un monumento. Ebbene, anche a Gagliano, per come è noto, ve ne è uno. E’ lì, nel cuore del borgo, ubicato nella Piazza, a crocevia tra il Gonìo ed il Timpone.
La lapide indica i caduti di Gagliano della I Guerra Mondiale, riportando il nome di un altro Caroleo, al secolo Michele. Ebbene, la memoria legge i connotati del tempo che si sussegue in vicende, fatti e vite di Uomini, tutti individui che hanno vissuto tra i tanti che si sono avvicendati.
Gagliano ha una sua identità, rappresentandosi nella vitalità dei vissuti ordinari, ma anche di Uomini eccellenti che hanno lasciato un solco indelebile nelle storie di tutti e di ciascuno.
Nel nostro tempo, stravolto dalle forzate velocità generate da processi di globalizzazione repentina ed artificiosa, forse, la Riflessione avrebbe modo di assumere valenza di utile terapia sociale, partendo proprio dalla narrazione delle storie dei luoghi, immaginando anche la costruzione di un archivio/museo che rendesse omaggio ai tanti eroi, anonimi e silenti che Gagliano ha immolato per il Bene Comune e dei quali, oggi, poco o niente si racconta.
Plauso, quindi, all’iniziativa di Antonio Caroleo, figlio del compianto Salvatore, giovane e valente eroe della II Guerra Mondiale,che ha saputo raccontare in versi il dramma di suo padre, uomo e soldato in erba, di quel tempo crudele. Di seguito, i versi di Salvatore Caroleo:
Nel tragico anno 1943, ognuno era senza una meta in balia del destino.
Anch’io cerco la via, quella che porta a casa mia, per poter riabbracciare babbo e mamma mia.
Dopo circa un mese di lungo andare, a piedi scalzi e senza mai stancare
Sorretto da quell’odore che solo l’amore di mamma può donare.
Qui, nella tristezza di questi giorni bui, tra fuochi, bombe e sibilanti spari, nei silenzi della notte tetra e scura, di colle in colle vo’vagando, solo con l’imago tua vo delirando.
Mamma da te son tornato, tra le braccia tue mi son buttato, non è un sogno, non è un’utopia, è finalmente il dolce abbraccio di mamma mia.
Fortemente pregherò il Signore perché mi conceda a lungo questo tuo amore.
Egli per mamma ci ha dato la Madonna, mamma celeste, ma qui su questa terra, Tu rappresenti Lei.
Tu mi donasti al mondo con tanto amore, portandomi su, su come un fiore, guerra crudele mi strappo a te, lasciandoti da sola, senza capire perché.