I cambiamenti climatici sono sicuramente una delle sfide più importanti del nostro tempo.
Non si può più fare finta di nulla, ormai sono sotto gli occhi di tutti.
Fenomeni estremi sempre più frequenti, grandinate super, alluvioni, siccità, e naturalmente temperature sempre più alte in ogni stagione, specie d’estate. I ghiacci artici si stanno sciogliendo, la fauna delle zone artiche è a rischio d’estinzione, in primis i meravigliosi orsi polari. I ghiacciai delle Alpi sono in fortissima ritirata almeno dagli anni ’80, tifoni e cicloni sono sempre più potenti.
I fenomeni tornadici sono all’ordine del giorno persino in Italia, Paese sino a qualche decennio fa esente da tali eventi. E naturalmente ogni autunno si conta un terribile bollettino di morte causato da alluvioni lampo che mietono vittime su ogni angolo della nostra penisola. Parlo dell’Italia ma questo è un fenomeno ormai generalizzato alle medie latitudini. Solo che il nostro Paese essendo circondato da un mare chiuso, vede un’ulteriore amplificazione degli esiti del riscaldamento. La sua posizione, le montagne che la percorrono, la rendono infatti particolarmente soggetta al fenomeno delle flash flood.
La Calabria poi è una delle regioni messe peggio, perché laddove monti e mari sono adiacenti gli scontri termici e il balzo orografico delle correnti rende i fenomeni ancora più violenti. Poi c’è il problema del disboscamento delle pendici boschive. L’acqua piovana dilava facilmente le superfici prive di alberi, provocando così grosse frane o andando ad ingrossare all’eccesso i torrenti, con grave pericolo nei pressi delle innumerevoli fiumare che solcano il nostro territorio o presso gli sbocchi di eventuali frane.
La situazione è indubbiamente drammatica.
Tuttavia, la popolazione e gli amministratori locali non sembrano ancora rendersi pienamente conto che non si può più posticipare una cura certosina del territorio in ottica preventiva.
Ormai, infatti, è assodato con buona approssimazione, che dovremo convivere con questo genere di fenomeni, anzi che è possibile attendersi anche un’ulteriore intensificazione degli stessi. Difatti, se è vero che a livello macro, è per noi difficile agire, la cura del territorio regionale parte dal basso, attraverso il momento elettorale, in cui ogni cittadino sceglie i propri rappresentanti dopo aver preso visione dei diversi programmi. Naturalmente laddove non arriva la politica toccherebbe a noi cittadini tutelare il patrimonio boschivo, mediante gruppi di pressione, facendo allargare i parchi già presenti o facendone istituire di nuovi, segnalando eventuali incendi ai vigili del fuoco e naturalmente evitando di tagliare, se non in maniera molto mirata.
I boschi infatti saranno il nostro salvagente e la nostra principale fonte di ricchezza se solo ce ne sapremo prendere cura. Delle foreste sane infatti assicurano oltre che aria pulita e drenaggio dell’acqua piovana, un ricco sottobosco e la possibilità di turismo naturalistico e escursionistico, con conseguenti benefici per le economie locali. La bellezza è propria della nostra regione, non roviniamola.
Noi non siamo altro che ospiti di una natura meravigliosa, che ha assicurato per secoli il sostentamento delle popolazioni locali, contribuendo a creare l’identità culturale delle stesse. Oggi più che mai, in seguito ai cambiamenti climatici, sarà fondamentale la cura del territorio. Una priorità che non si può più rimandare, se non vogliamo continuare a perdere decine e centinaia di vite umane, e subire milioni di danni ogni anno alle colture e alle infrastrutture della nostra regione.
Bellezza e sicurezza, mediante la cura dei boschi. Il concetto è semplice, applichiamolo.