In un comunicato stampa dello scorso 21 marzo 2016, il sindaco di Soveria Mannelli Giuseppe Pascuzzi, in rappresentanza della Rete dei 24 sindaci del territorio che fa riferimento all’Ospedale del Reventino per i servizi sanitari, viene resa pubblica la richiesta di una profonda rivisitazione di alcuni recenti provvedimenti, a livello nazionale e regionale, che potrebbero determinare un forte ridimensionamento dei presidi ospedalieri di zone disagiate e, nel caso particolare, di montagna.
Nel comunicato si ricordano prima di tutto “gli importanti risultati ottenuti grazie all’impegno dei sindaci”: l’aumento di 20 posti letto di lungodegenza, il mantenimento del pronto soccorso come struttura autonoma, l’attivazione del day hospital di oncologia, il potenziamento della chirurgia, il mantenimento del laboratorio analisi, del servizio ambulatoriale di pediatria e dell’unità operativa di cardiologia.
Poi, si individua nel Decreto Ministeriale 70/2015 (che definisce gli standard qualitativi, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera) il vero problema che incombe sulla sanità calabrese. Da qui la richiesta al ministro Lorenzin di prevedere una deroga che riguardi proprio gli ospedali di zona disagiata montana, proprio al fine di salvaguardarne l’esistenza, altrimenti penalizzata appunto dai nuovi standard che non possono essere perseguiti in poco tempo e alle condizioni date.
Inoltre, si fa richiesta anche al commissario regionale alla sanità Scura di sbloccare il turn over dei medici, in modo tale da poter procedere a nuove assunzioni e dunque a un immediato adeguamento dell’organico.
Più che opportuno, infine, il richiamo alla Carta Costituzionale che sancisce il “diritto alla salute” di tutti i cittadini, oltre alla considerazione che il disavanzo della sanità calabrese non è certo il frutto della permanenza “di poche e piccole strutture di area disagiata”, quale è appunto l’ospedale del Reventino, ma è certamente da ricercarsi altrove.
Di seguito, riportiamo la versione integrale del lungo comunicato stampa:
<< All’esito dell’incontro recentemente tenutosi con i vertici aziendali dell’ASP di Catanzaro, i sindaci hanno assunto alcune importanti determinazioni. Il confronto con l’Azienda ha posto in evidenza alcune criticità di sistema che devono essere assolutamente affrontate e risolte.
Ad oggi, sottolinea il sindaco di Soveria Mannelli, l’impegno dei sindaci, la sinergia con l’ASP di Catanzaro, il dialogo con il Commissario Scura, ci ha consentito di ottenere dei risultati importanti, ma non possiamo cullarci sugli allori. Si richiedono ulteriori energie per le prossime importanti battaglie per la concreta valorizzazione dell’importante Presidio.
Paghiamo ancora oggi le disattenzioni politiche del passato, ma siamo uniti e determinati nel proseguire questa importante battaglia di civiltà.
Finora abbiamo, ad esempio, ottenuto l’aumento dei posti letto programmati con l’aggiunta di 20 P.L. di lungodegenza, abbiamo contribuito a formulare le osservazioni che l’ASP di Catanzaro ha svolto in ordine al decreto nr. 9 e che hanno costituito la prima proposta di merito sulla riorganizzazione del Presidio ospedaliero di Soveria Mannelli, una proposta economicamente sostenibile e ben strutturata sul piano programmatico e che sta producendo i suoi frutti. In questa chiave va letta, sempre a titolo esemplificativo, la nomina del Direttore Sanitario, nella persona del Dr. Tomasello; l’organizzazione dipartimentale con proprio organico (5 medici e 4 anestesisti) che consente alla Struttura Semplice di Pronto Soccorso di Soveria la necessaria indipendenza dalla struttura complessa di Lamezia Terme; l’attivazione del Day Hospital di oncologia, che sta lavorando a pieno regime grazie agli sforzi ed alla professionalità del primario del reparto di oncologia di Lamezia Terme, il Dr. Ettore Greco, che viene personalmente a fare visita ai pazienti di Soveria; la Struttura Semplice di Chirurgia, che interviene, in elezione, in Day Surgery o in Week Surgery, con il necessario potenziamento e diversificazione dell’offerta (ortopedia, chirurgia, ORL, urologia, ecc.) e con la copertura in pronta disponibilità da parte dell’equipe chirurgica per i casi risolvibili in loco. Anche il mantenimento del laboratorio analisi è un risultato del dialogo di questi anni. Nel decreto nr. 30 per la prima volta si parla del laboratorio analisi nel presidio montano, sebbene allo stato riservandolo ai degenti. Ma in realtà, le reali prospettive del laboratorio saranno disegnate più avanti essendo a servizio sia della rete ospedaliera che della territoriale. Infatti il futuro del laboratorio analisi è ancora in buona parte da tracciare, dovendosi affrontare la questione anche nel documento di programmazione della rete territoriale. Ciò che è certo è che oggi il laboratorio analisi di Soveria Mannelli è aperto e funzionante. Il reparto di pediatria è stato cancellato nel 2010. Fino ad oggi è stato mantenuto il servizio in regime di continuità assistenziale per la disponibilità dell’organico medico locale. Il servizio ambulatoriale di pediatria è comunque sempre disponibile e sarà certamente salvaguardato con l’integrazione del personale medico in quiescenza. È evidente che stiamo parlando di un servizio a carattere ambulatoriale che si integra con il pronto soccorso, con i posti letto per le osservazioni brevi intensive, ma anche con il reparto di Medicina Generale. In questo quadro i casi più delicati risolvibili in loco potranno essere trattati anche attraverso l’osservazione prolungata in ospedale dei piccoli pazienti, con il supporto delle consulenze specialistiche pediatriche ambulatoriali. In questa chiave le tre unità operative di Pediatria dell’ASP di Catanzaro dovrebbero essere inserite in una Rete dipartimentale funzionale, tali da garantire al meglio l’attività di OBI (osservazione breve intensiva) per le strutture di Soverato e Soveria Mannelli. Poi, una buona parte della partita si giocherà sulla riorganizzazione della pediatria territoriale che dovrà essere sempre garantita da una rete di specialistica. Altro importante risultato riguarda infine l’unità operativa di Cardiologia, che si sarebbe inesorabilmente persa se non si fosse integrata funzionalmente nel Dipartimento di Medicina ed aggregata alla Struttura Complessa di Cardiologia di Lamezia. Oggi, quindi, a Soveria Mannelli sono puntualmente erogate anche le consulenze cardiologiche e anche di questo occorre ringraziare il D.G. Dr. Perri che si è fatto responsabilmente carico delle istanze dei sindaci del territorio. Un discorso a parte merita poi la riabilitazione a carattere ospedaliero, che stiamo cercando di far attivare nel nosocomio montano e rispetto alla quale è in corso una serrata interlocuzione con il Commissario Scura che, per il vero, si è dichiarato disponibile. Il rinnovo delle dotazioni strumentali, con l’acquisto della nuova TAC, l’acquisto delle attrezzature destinate al nuovo pronto soccorso, nonché la riorganizzazione della rete territoriale sono stati tutti argomenti puntualmente sempre trattati in seno a tutti gli incontri.
Un lavoro meticoloso, lungo e necessariamente silenzioso ma che sta dando i suoi frutti.
Il quadro politico-istituzionale di riferimento appare però, ancora oggi, assolutamente contraddittorio, controverso e conflittuale e non ci dà nessuna serenità rispetto alle scelte che vengono via via assunte. Il Prof. Ettore Jorio, che qualche anno fa ha esteso e sottoscritto, unitamente all’Avv. Federico Jorio, il ricorso presentato dal Comune di Soveria Mannelli avverso il decreto 18/2010, ha riportato sulla stampa gli esiti di una recente riunione in sede di Commissione Parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Si discuteva del Centro Protesi Inail di Lamezia Terme. In tale sede il Commissario Scura avrebbe fatto una “responsabile autocritica… sulla competenza pretesa ed esercitata sino ad oggi”, avrebbe quindi “ammesso tra le righe la sua incompetenza a sostituirsi al legislatore regionale, tanto da avere circoscritto la sua potestas, tutt’al più, «a decretare regolamenti»”. Allora, continuiamo a porci da anni il medesimo quesito: chissà quando si potrà ricondurre la programmazione della sanità calabrese in Consiglio Regionale, rimettendo al centro il confronto preventivo con i sindaci, i territori, le rappresentanze categoriali e tutti gli interpreti delle esigenze collettive?
Il vero problema di fondo, rimane oggi il Decreto Ministeriale nr. 70/2015, che reca la definizione degli standard qualitativi, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera e che mette in ginocchio la sanità calabrese così come oggi la conosciamo.
In questo complesso quadro politico-istituzionale, la rete dei 24 sindaci del Reventino continua responsabilmente la sua battaglia, cercando di individuare in maniera condivisa le più opportune strategie da perseguire.
Il proficuo confronto con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro e, per essa, con il D.G. Dr. Perri, che si è fatto responsabilmente carico anche delle esigenze del territorio montano disagiato, prosegue con una ulteriore analisi degli atti programmatori per individuare ulteriori spazi di manovra per l’ottimizzazione dei servizi e delle funzioni ospedaliere. Una volta raccolti tutti i dati necessari non si possono escludere ulteriori soluzioni da implementare nell’organizzazione del Presidio.
Oggi, l’attenzione dei sindaci si focalizza però su alcuni fondamentali aspetti: 1) l’analisi dei costi; 2) lo sblocco del turn over.
Chiarisce il Sindaco di Soveria Mannelli, avv. Giuseppe Pascuzzi: “Tutti i Sindaci chiederemo formalmente alla struttura Commissariale, alla Regione, al Ministro Lorenzin di sostenere le ragioni di una importante deroga all’attuale normativa. È assolutamente necessario derogare ai principi dell’analisi dei costi posti in capo all’Azienda Sanitaria, tenendone fuori gli ospedali di zona disagiata montana.
Il perché è ovvio: altrimenti attraverso questo meccanismo, in futuro, se ne potrà disporre l’ulteriore dimensionamento in ragione dell’abbattimento dei costi generati dalla struttura organizzativa, che non può sfruttare, in ragione della dimensione e del contesto territoriale servito, adeguate economie di scala.
È chiaro che il mantenimento dei presidi di zona montana non possono rispondere a mere esigenze di ottimizzazione contabile, ma semmai all’esigenza di garantire le più adeguate prestazioni sanitarie in favore di porzioni di popolazione disagiata, in ossequio ai principi costituzionali.
Solo disponendo che l’analisi dei costi aziendali non investa anche i nosocomi di area disagiata si potrà realmente continuare a garantire il futuro di questi fondamentali presidi.
Così come è altrettanto ovvio che l’azione dei sindaci sarà spinta con forza in direzione del Commissario Scura chiedendo l’immediato sblocco del turn over, perché si possano finalmente integrare gli organici medici ed attivare tutti i servizi e le funzioni ospedaliere ed ambulatoriali che sono previste nei vari atti programmatici. In difetto molte cose rimarranno inevitabilmente solo su carta ed il rispetto dei LEA continuerà a rimanere solo un miraggio, e questo non possiamo permetterlo.”
Ma, sullo fondo, la vera battaglia: i 24 sindaci del Reventino, chiedendo il sostegno di tutti i 409 sindaci calabresi, continueranno a chiedere al Ministro Lorenzin di modificare il decreto nr. 70/2015 potenziando ulteriormente il modello ospedaliero di zona disagiata montana, perché il diritto alla salute dev’essere tutelato per tutti i cittadini italiani e non solo per coloro che hanno la fortuna di abitare in contesti meno periferici.
Non si creda che il problema del disavanzo sanitario in Italia sia dipeso dalle poche e piccole strutture di area disagiata, perché i veri problemi risiedono altrove! >>