Ferrovie della Calabria, il Comitato 23 dicembre 1961, Associazione Ferrovie in Calabria, Comitato Pro-Taurensi, nell’occasione del sessantunesimo anniversario del disastro ferroviario della Fiumarella 23.12.1961 – 23.12.2022 alla presenza delle autorità regionali, provinciali, militari, religiose e dei sindaci del comprensorio con il patrocinio della Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro e i Comuni di Amato, Carlopoli, Catanzaro, Cicala, Conflenti, Decollatura, Gimigliano, Motta Santa Lucia, Panettieri, San Pietro Apostolo, Scigliano, Serrastretta, Sorbo San Basile e Soveria Mannelli, presentano l’iniziativa «Il valore della memoria, il sapere dell’identità».
Nella giornata di sabato 17 dicembre 2022 con ritrovo dei presenti alle ore 8,45 presso la stazione ferroviaria di Soveria Mannelli – è prevista alle ore 9,10 la partenza del treno ordinario 317 per Catanzaro Città. Il convoglio fermerà in tutte le stazioni consentendo la salita dei passeggeri. (Adami ore 9.13 – San Bernardo ore 9.17 – Decollatura ore 9.20 – Santa Margherita ore 9.24 – Serrastretta/Carlopoli ore 9.30 – San Pietro Apostolo 9.38 – Cicala ore 9.42 – Madonna di Porto ore 9.46 – Gimigliano ore 9.52 – Cavorà ore 10.01 – Madonna del Pozzo ore 10.06 – Gagliano ore 10.10).
Secondo il programma alle ore 10,15 presso la stazione ferroviaria di Catanzaro Città (Via Milano), sono previsti i saluti, interventi e riflessioni delle autorità; ricordo, memoria delle vittime e apposizione targa commemorativa. Alle ore 11,40 sempre presso la stazione ferroviaria di Catanzaro Città è programmata la partenza del treno ordinario 312 per Soveria Mannelli.
Il Comitato 23 dicembre 1961, in collaborazione con ferrovie della Calabria e con il Patrocinio del Consiglio Regionale, in occasione del 6°1 anniversario del più grave, e troppo presto, rimosso deragliamento ferroviario nazionale, che falciò la vita a 71 individui, ben 31 di Decollatura, quasi tutti studenti. Gli altri erano provenienti da: Amato (2), Carlopoli (4), Cicala (10), Conflenti (1), Gimigliano (3), Motta Santa Lucia (2), e ancora San Pietro Apostolo (7), Serrastretta (2), Sorbo San Basile (2), Soveria Mannelli (2), Panettieri (1) e persino Ardore (1), Isola Capo Rizzuto (1) e Atripalda in provincia di Avellino (1).
SPIEGAZIONE DEL FATTO STORICO – di Giovanni Petronio *
Il disastro della Fiumarella è il più grave, ignorato e rimosso, deragliamento ferroviario della storia d’Italia! È in realtà la più grave tragedia calabrese dalla fine della Seconda guerra mondiale! Era una piovosa alba quando il viaggio senza ritorno del treno A7 partì dalla stazione di Soveria Mannelli alle 6:43, composto da un’automotrice Breda M2 123 e da un carrello rimorchio Breda RA 1006; sarebbe dovuto arrivare al capolinea di Catanzaro alle 7:57. A pochi minuti dall’arrivo, una rimorchiata ruppe l’asta di trazione che l’univa alla sua motrice e precipitò da un viadotto alto 28 metri, schiantandosi nel torrente sottostante. Dei settantuno, quarantasette avevano un’età compresa tra 0 e 30 anni, tredici tra 40 e 50, undici tra 50 e 70. Una rilevante parte delle adolescenti vittime, col solo proposito di recarsi a scuola, viaggiava dai minuscoli paesini dell’entroterra, di poche centinaia, o al massimo di due/tre mila abitanti, verso quel polo di attrazione rappresentato dalla città con i suoi servizi. Giovani che portarono via per sempre speranze e gioie, un ultimo bacio, un sorriso, un amore: conobbero l’oscurità prima che scendesse il naturale buio della vecchiaia. È la storia della giovinezza, degli anni più belli, dei sogni, dei piccoli e grandi desideri; è la vicenda di piccoli uomini che hanno creduto alla vita.
Fu una sorta di terza guerra mondiale, con la differenza che in una lotta armata fratricida, la precarietà è centro imprescindibile della quotidianità. La morte vive cucita addosso, si sa che potrebbe esserci, non la si vuole, non la si cerca, ma è quasi “normale” che ci sia. Di contro, su di un treno è inimmaginabile che possa sopravvenire quello che si palesò quel 23 dicembre 1961. Su di un treno, che da sempre declina un’idea di progresso sociale e di civiltà, non si va a combattere, eppure lì si morì come si muore su di un campo di battaglia, nello stesso e atroce modo. (In guerra si era obbligati ad andare, non vi erano scappatoie; viaggiare a scuola era una scelta opzionale dettata dalla volontà).
Nei due conflitti, inoltre, non si perse una generazione quasi per intero: c’è chi perì, ma ci fu anche chi si salvò e tornò. Con la Fiumarella un’intera classe fu azzerata quasi completamente, fu estinta, provocando un vuoto immenso. Tutti noi, ma anzitutto le istituzioni, oggi più che mai, abbiamo il categorico dovere di imprimere alle generazioni attuali e future, il 23 dicembre 1961.
* Presidente Comitato 23 dicembre 1961 e coordinatore dell’evento «Il valore della memoria, il sapere dell’identità».