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Home » I conti tornano …i pazienti se ne vanno / No alla corsa agli armamenti – W la Pace

I conti tornano …i pazienti se ne vanno / No alla corsa agli armamenti – W la Pace

Angelo Falbo di Angelo Falbo
16 Febbraio 2025
in OPINIONI
0
I conti tornano …i pazienti se ne vanno / No alla corsa agli armamenti – W la Pace

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Nella Cittadella della Regione Calabria furoreggiano gli entusiasmi con le dichiarazioni enfatiche sui “conti che tornano”. Richiamandosi anche al fatto che si sono finalmente presentati i Bilanci ed ora dovrebbe cessare il Commissariamento nella Sanità. E’ avvenuto l’altro ieri in una conferenza con il Dottor Nino Cartabellotta. Che è responsabile e portavoce dell’Associazione “Gimbe”. Un Osservatorio indipendente  dei dati sull’andamento dei servizi socio-assistenziali e sanitari nella Penisola e nelle singole Regioni.

Pochi giorni addietro il Dott. Cartabellotta denunciando i ritardi nei servizi sanitari, oggetto degli investimenti non realizzati del PNRR, era finito sotto critiche incrociate di “fuochi e fiamme”. In particolare per aver denunciato che le norme emanate sulla riduzione dei tempi  delle liste di attesa restavano ancora disapplicate.

Ha ricevuto accuse offensive dai governativi, da parlamentari e dalla stampa al seguito.

.

Solo per aver comunicato lo stato di profondo disagio, fatto di ritardi, disservizi e mancanza totale di essi, in cui vivono i pazienti in tutta Italia, in una Regione di più in un’altra di meno. Ma sempre tutti in sofferenza, senza potersi curare in tempo nella Sanità pubblica come Costituzione vorrebbe. Spinti a rivolgersi alle strutture private, che veramente “private” non sono perché sono “convenzionate”.

Esse stanno proliferando anche nel campo dei semplici servizi di base. come per le analisi. Sono convenzionate e ricevono sempre di più milioni e milioni di finanziamenti, per le strutture, per le attrezzature, per le analisi, per gli interventi anche ambulatoriali..Le strutture pubbliche offrono sempre di meno e sempre di più esse stesse ti indicano i laboratori presso cui ti puoi recare.

Nell’Ospedale di Soveria Mannelli non si accettano richieste di prelievo oltre i venti per ogni mattinata.  In un bacino di Comuni  con una popolazione superiore ai 20mila abitanti, con una utenza sanitaria in un Ambito che vede Comuni con indici di invecchiamento dai 250 a oltre i 600 per cento. Che vuol dire che su ogni abitante da 0 a 14 anni vi sono dai 250 ai 600 abitanti ultrasessantacinquenni, Con tutto il carico di bisogni socioassistenziali. Con tante malattie cronicizzate e le necessarie continue richieste di controlli sempre da far precedere con la presentazione dei referti delle analisi del prelievo di sangue venoso.

Mentre a detta del personale il Laboratorio di Analisi, fornito di moderni macchinari, sarebbe in grado di smaltire oltre 120 prelievi giornalieri. Ma manca il personale. E pure quando con i bandi viene assegnato qualcuno per migliorare l’organico, dopo poco tempo viene fatto trasferire altrove.  Certo nella considerazione che essendo un Ospedale periferico, in zona interna, può essere anche bistrattato.  Dove non si parla neppure lontanamente della possibilità di potere eseguire una TAC, che negli anni scorsi era assicurata, o di una RM.  Per queste bisogna rivolgersi al CUP per trovare una possibilità in strutture lontane 40 – 60 Km, attendendo mesi e mesi.  Anche per le visite ambulatoriali può succedere di doversi recare altrove. Gli Ambulatori sulla carta ci sono: Diabetologia, Fisiatria, Geriatria, Oculistica, Otorino Urologia, endocrinologia, Potrebbero e dovrebbero svolgere azioni di prevenzione prima che di cura. Nell’ottica di quelle che viene declamata “Medicina territoriale”. Invece funzionano poche ore per qualche giorno al mese. Devi prenotarti con il CUP e ti senti rispondere date dopo uno, due o più mesi: oppure vieni indirizzato altrove. Sempre per dopo alcune settimane. Chi può accorcia i tempi e si reca nel privato.

Questa denuncia sta divenendo una nenia.

E il disfattismo generale viene aggravato da comportamenti incomprensibili

I responsabili provinciali non si degnano neppure di rispondere ad una richiesta di incontro inoltrata come responsabile della LEGA SPI CGIL del Reventino.  Sembra che negli Uffici, a partire dai vertici, regni un misto di rassegnazione e di arroganza. Sembra che tutto si debba concentrare a fare “tornare i conti” a ripetere la… mancanza di Personale medico e infermieristico. Da qualche decennio. Senza mai provvedervi.

Cosi ti ritrovi ad andare al Pugliese, un Ospedale pomposamente classificato “regionale” con un abusato sproloquio del termine “AB”. Poche volte puoi tornare soddisfatto di avere avuto un prelievo a copertura di tutti gli esami prescritti. Il più delle volte accade che per questo o quell’esame manca il reagente.  O ti senti dire dopo ore di attesa alla porta Ticket “qui questo non lo facciamo”. Che “AB regionale è”?

Così sei obbligato ad andare sempre più spesso in un Laboratorio privato.

Eppure l’altro giorno nella Conferenza entusiasticamente lanciata in ogni TG locale abbiamo appreso che i LEA sono stati finalmente soddisfatti! In quasi tutti i settori! Molti invece sono sotto la media nazionale. Ma, cosa sono questi LEA che d’incanto dovrebbero corrispondere alla soddisfazione dei “Livelli Essenziali di Assistenza”?

Sono i fratelli maggiori dei LEP, quelli che, per ingannare, Calderoli aveva voluto inserire nella Legge sull’”Autonomia differenziata”. Che Cassese, alla guida di una Commissione molto ossequiosa alle volontà del committente governativo, Ministro Calderoli, ha licenziato in quasi 300 pagine di confuse indicazioni e con tanti rimandi.

Si chiamano Livelli Essenziali di Prestazioni e potrebbero essere una cosa davvero seria se, veramente con i dovuti investimenti, si decidesse finalmente, negli 80 anni di vita della Repubblica, ad attuare   pienamente il comma 2 dell’art, 3 della Costituzione. Come ha prescritto la Corte Costituzionale, quando disvelando il trabocchetto operato dal Ministro Calderoli, ha sostanzialmente bocciato, con 14 rilievi di illegittimità, l’articolato della Legge 86, prescrivendo il pieno rispetto di quel dettato costituzionale.

Che poi la stessa Corte non abbia voluto autorizzare lo svolgimento del Referendum impedendo al “popolo di esprimersi”, secondo me producendo una evidente contraddizione, è altra cosa. Che ci chiama ad essere vigili e in mobilitazione durante i prossimi lavori parlamentari di modifica della Legge n. 86.

Dunque il LEA sono soddisfatti? Magari nei “conti che tornano” può essere.

Nella vita reale e quotidiana delle persone no.

Intanto quando vedete acronimi, LEA—LEP nella Sanità e nei servizi socio assistenziali, state certi che ci sono dietro degli inganni.

Prima di tutto, date le mutabili linee guida nazionali, ogni Regione già delibera “livelli” diversi. Poi, quando si parla di Livelli essenziali, senza aver specificato nulla né in numeri né in qualità, ciò diviene cosa beffarda.

Perché si vuol far apparire uguale ciò che in verità è reale diseguaglianza.

.

E per noi Calabresi che paghiamo il più alto livello di trattenute IRPEF, sugli stipendi e sui cedolini pensionistici, la beffa è duplice, più amara.

Ultima considerazione, Vedete come sempre di più e da ogni parte si denuncia che in Calabria vi è un alto numero di pazienti che si fa curare fuori Regione. E che ciò comporta una spesa esosa a carico del bilancio regionale. Vorrei umilmente segnalare al Presidente Occhiuto che Chi parte dalla Calabria va incontro a notevoli spese di suo. Che non parte felice di prendere treno o aereo: ma solo con sofferenza di malattia, con sofferenza di doversi allontanare dai propri luoghi e da familiari, vivendo nella speranza di trovare altrove quelle cure che la propria Regione non sta sapendo dare.

Tutti noi calabresi abbiamo espresso sentimenti di Augurio per la salute del Presidente Roberto Occhiuto.  Tutti ci siamo compiaciuti che abbia scelto di ricoverarsi in una struttura ospedaliera calabrese, a Germaneto. Poi abbiamo appreso che, forse sentendosi insicuro del contesto, ha chiesto l’arrivo di un “luminare” per l’esecuzione dell’intervento. Ebbene, Lei, Presidente più di ieri è in grado di capire:

Le ripetiamo,

1-Che nessuno parte contento per andarsi a curare fuori Regione. Che molti sono indirizzati ad andare fuori e ci vanno anche perché fuori, a Milano, Torino, Bologna, Roma ci sono figli e parenti. Ma non partono, con treno o aereo, contenti. Li accompagna l’amarezza di lasciare i propri luoghi congiuntamente alla speranza di potersi curare presto e presto tornare guariti.

2-Che Tanti non possono partire per impossibilità economiche e aspettano mesi e mesi, trascurati in condizioni di malattie con aggravamenti irreversibili.

3-Che Nessun altro potrebbe decidere di restare in Calabria, in una struttura ospedaliera pubblica, con l’intervento però che sia affidato ad un “luminare” sceso da altrove.

Qui si può testimoniare che anche nei reparti di Germaneto, del Pugliese e del Ciaccio si possono incontrare figure di grande umanità e professionalità.

Ma, come forse Lei ha considerato, manca appunto il contesto.

Quindi, bando alle vacue predicazioni su risultati di carta. Dei bilanci approvati. Cosa obbligatoria. E dei “conti che tornano”. Cosa pure essa obbligatoria.

Non vorremmo più sentire conferenze sui “conti che tornano”, mentre i pazienti se ne vanno…E, purtroppo, non sempre e solo per andare a curarsi!

Come San Giovanni in Fiore e tanti altri luoghi non giunti alle cronache docent.

Vorremmo vedere un Presidente di Regione battersi in ogni sede per la tutela della Salute dei suoi concittadini, ultimi nelle classifiche, in ogni confronto sui servizi socio sanitari e assistenziali. Altro che cercare ancora “autonomie differenziate”!

Lo deve, ancor più perché è Presidente nazionale di Forza Italia. Un partito senza il quale la coalizione al Governo non esisterebbe. Anche se FI ha scelto come bandierina non la “Sanità pubblica” da difendere. Anzi! Ma la “Separazione delle carriere dei magistrati”. Cattiva eredità berlusconiana. Cosa che in poco tempo disgregherebbe l’indipendenza della Magistratura. Con il Pubblico Ministero al servizio ora del Ministro della Giustizia, ora di quello degli Interni. Per indagare solo su indicazione dei reati da perseguire e su quali no.  E si capisce benissimo come andrebbe a finire. Con una “Giustizia” pronta a perseguire le colpe dei millenari “poveri cristi”, inattiva verso i “reati” di Lorsignori, coloro che tra prescrizioni, puntigli arzigogolati, se la cavano sempre

Si sente diffusamente dire ai Governativi che la Giustizia ora non funziona. Per molti versi è vero. Ma è una conseguenza diretta di quello che i Procuratori dei Tribunali italiani nelle relazioni di celebrazione dell’anno giudiziario stano denunciando da oltre 30 anni: in ogni Tribunale manca dal 20 fino al 45% del Personale in organico. Pure in Calabria. Non funzionano le tecnologie imposte, come denunciato ad alta voce da Gratteri, mancano semplici materiali di cancelleria.   Perché non si dà ascolto?

Errori ce ne sono anche nel campo della Magistratura, Certo. Ma come sta indicando Gratteri le ultime riforme hanno peggiorato le situazioni e quella della separazione le aggraverebbe definitivamente a danno sicuramente delle fasce di popolazioni più deboli. Nella Sanità, nella Giustizia, nella Scuola la menata è la stessa. Le cause e i disservizi non si affrontano, anzi vendo utilizzati da questo Governo per deliberare “misure regressive”.

.

N.B. Nelle ultime ore si ascoltano posizioni allarmanti da parte di Governanti della UE

Dopo quasi 20 anni di piena noncuranza di quanto stava avvenendo nell’Ucraina. Dopo tre anni di Loro completa insipienza di come la Russia aggressivamente stava rispondendo all’espansionismo angloamericano, via Nato, attraverso interferenze invio di armi e di istruttori in Ucraina senza mai prendere iniziative diplomatiche in tempo e durante, con univoca voce UE, con iniziative e sostegno a decisioni dell^ONU. Dopo che singolarmente   sono andati e venuti da Kiev assicurando soldi, armi  a Zelensky canche con una ventina di deliberati di sanzioni comminati alla Russia, fallendo in tutto tranne che nel far proseguire la guerra. Sbalorditivi i pellegrinaggi di Ursula.  E della stesa Metsola.  Dopo che a Zelensky sono stati assoggettati i Parlamenti della UE e dei singoli Stati, eleggendolo di fatto Ministro della politica estera, nel mentre ha continuato a fare e a dire di tutto. Ora i “nostri governanti” per un sussulto di falso orgoglio perché si sentono esclusi dalla trattativa per la Pace sul fronte dell’Ucraina che si è aperta tra Trump e Putin. Ora che il “ministro degli Esteri ”USA ha detto che saranno semmai solo , Zelensky compreso. E che si devono “difendere da soli in Europa”. Sapete che stanno per decidere : correre ad ulteriori armamenti . Il nostro Ministro Crosetto. aduso a mediare vendita di armamenti ha preso il volo. Assentendo.
Incoraggiati dalla Ursula che, incapace di alcuna iniziativa diplomatica, ha promesso che gli “investimenti ( ? ) negli armamenti “ potranno sforare il patto di stabilità. Il che vuol dire che Stati come l’Italia potranno ulteriormente indebitarsi. Con debito a carico delle presenti e prossime generazioni di giovani.

.

Ora sappiamo due cose chiare:

  • La somma delle spese militari per armamenti sostenute dai Singoli Stati europei è il doppio di quanto spende la Russia
  • Se può sforare il “patto di stabilità con maggiore debito, molto prima delle spese militari in Italia c’è bisogno di investimenti nella Sanità, nella Scuola, nelle strutture produttive in negativo da 23  mesi, nei ,trasporti e , non ultimo, nel campo dell’inserimento e sicurezza nel mondo del lavoro, assicurando a giovani e famiglie prospettive certe di poter vivere un futuro di dignità.

No alle armi.  Si alla tutela della Salute. Si al Diritto all’Istruzione.  Si al Lavoro sicuro e dignitoso. W la Pace.

di Angelo Falbo

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Preside in pensione. Laurea in Materie letterarie presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Intellettuale e scrittore. Vive a Carlopoli. È il responsabile della Lega SPI-CGIL del Reventino.

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