La giovane giornalista Gilda Pucci, corrispondente per il Quotidiano, ribadisce l’importanza di Celico per le imminenti riprese del film “Il monaco che vinse l’Apocalisse”– la storia su Gioacchino da Fiore. Ricordiamo che i primi ciak verranno effettuate in diversi comuni della provincia di Cosenza e non solo, come riportato da diverse agenzie di stampa.
Risultano al momento assenti alcuni protagonisti tangibili per la storia di Gioacchino da Fiore, come il Comune di Celico in primis-borgo che diede i natali a Gioacchino, quello di Carlopoli, con la famosa Abbazia del Corazzo, e Marzi, con la pietra di Gioacchino sulla vallata del Savuto.
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Di seguito pubblichiamo la nota integrale, giunta in redazione, della giornalista Gilda Pucci
“Se si parla di Gioacchino non posso che manifestare entusiasmo e soddisfazione. Vorrei solo evidenziare però che l’Abate nacque a Celico ed è ai piedi della Sila che è possibile entrare in contatto con la sua “dimensione più umana”, fondamentale per comprendere il personaggio a 360°. Non a caso ‘Cammino J’, il percorso gioachimita della consapevolezza previsto nella presila cosentina, intende ripercorrere le orme del monaco spingendosi oltre il mito, oltre la retorica puramente rievocativa. Il progetto, che parte dal basso su proposta dell’Associazione Culturale Abate Gioacchino di Celico in collaborazione con l’Associazione Culturale Sguardi Ecologici di Casali del Manco, «risulta essenziale per recuperare il travaglio umano e lo spirito» dell’Abate. È a Celico «che vengono collocati i luoghi di ispirazione del Visio De Gloria Paradisi». Qui ci sono anche tutte le tappe che compongono il percorso Celico Città Celeste. Insomma, non si può parlare di Gioacchino senza considerare il borgo natio. Resto ottimista e fiduciosa”.
Con la redazione de “ilReventino” continueremo a monitorare la vicenda
La redazione