di Giovanni Petronio –
Il tratto sostitutivo in autobus delle Ferrovie della Calabria. Può un viaggiatore trasformarsi in un escursionista suo malgrado? L’odissea inaccettabile tra Soveria Mannelli e Rogliano.
Settimana scorsa ho avuto modo di pubblicare il reportage sulla difficile e inammissibile situazione in cui versa la tratta ferroviaria tra Soveria Mannelli e Rogliano, evidenziando le varie criticità ed affermando come sia un atto di responsabilità morale, da parte della classe dirigente locale e regionale, riaprire il tracciato ferroviario chiuso a partire dal 2009-2010. Perché questa chiusura ha significato un depauperamento economico-sociale e culturale delle comunità interne (vedi https://ilreventino.it/lex-ferrovia-calabro-lucana-tra-progetti-avveniristici-e-uno-sguardo-al-passato-remoto/). Nel medesimo reportage ho affermato di come viene effettuato un trasbordo sostitutivo dai contorni al limite dell’accettabilità tra i due centri.
Oggi vi racconto cos’è questo trasbordo e come avviene. Tutto è iniziato all’indomani della decisone di interdire a causa di frane (vedi https://ilreventino.it/ferrovia-le-criticita-tratto-soveria-mannelli-rogliano-la-riapertura-un-atto-responsabilita-morale-reportage-esclusivo-sui-luoghi/) e di altre vicissitudini mai totalmente argomentate, il tracciato ai treni ma, non ai mezzi rotabili che pare siano transitati fino all’estate del 2012, spesso a notte fonda, come alcuni abitanti della zona di Vaccarizzo sostengono, ricordando di aver visto luci e di aver sentito il rumore di mezzi sulle rotaie! Ma, da quelle parti non stava cadendo il ponte?
I dirigenti delle ferrovie elaborarono un piano sostitutivo e temporaneo (che sfortunatamente sembra essersi consolidato), decisero, cioè, di inserire dei pullman che da Soveria Mannelli, passando per Bianchi, Colosimi, Scigliano, Carpanzano e Marzi portassero a Rogliano e viceversa e da là raggiungere in treno Cosenza, tramite una coincidenza.
Da sottolineare che il percorso ferroviario aperto non è elettrificato e che molte stazioni sono aperte con personale e con le relative sale d’attesa, cosa che non succede per la tratta Soveria Mannelli-Catanzaro. Forse è per “accogliere” quel personale in esubero che tempo fa prestava servizio sulla tratta silana? Sono quattro i trasbordi che durante tutta la giornata fanno la spola tra Soveria Mannelli e Rogliano e viceversa. Come più volte sottolineato, non tramite superstrada o A3 ma, sulle vecchie e tortuosissime provinciali, come da foto di google maps, 241 e poi 64, (e poi di nuovo 241). Pochi giorni fa ho viaggiato su uno di questi, mi venga consentito il termine, “relitti”, e l’esperienza è stata più devastante del solito.
Salgo sul pullman insieme ad una decina di viaggiatori, la metà dei quali scenderanno a Marzi altri due continueranno fino a Scigliano; io solo rimango con l’autista, come spesso mi capita, fino a Soveria Mannelli. Anche stavolta il pullman non va molto bene, frena male, le marce hanno difficoltà ad ingranare, il pavimento in alcuni punti è praticamente bollente. Allora inizio a fare delle considerazioni e mi chiedo:
1) Come sia possibile che, oltre ad essere collegati in maniera quasi post post-bellica, (anche se durante la guerra e anche dopo i treni c’erano e funzionavano!), alcuni dei veicoli messi a disposizione non siano adeguatamente sicuri? Non è un’impressione, bensì una drammatica realtà! Si rompono in continuazione, come per esempio è accaduto giovedì 28 aprile, quando si è guastato un bus e ha lasciato a piedi a Carpanzano diverse persone, dirette verso Rogliano! La rabbia si è acuita anche perché nessuno ha informato questi cittadini su cosa stava accadendo! Il mio viaggio diventa interminabile come sempre, più di sempre; il vecchio mezzo, che viene sforzato a livelli indicibili, passa per dirupi, declivi, curve pericolose ecc…
Spesso incontra difficoltà a girare nei tornanti a gomito o a passare in alcuni punti, altre difficoltà si incontrano quando dall’altra parte si incontra un mezzo simili o più grande (foto).
Ogni autista è costretto a fare manovre da equilibrista per tutta la strada e anche per scendere fino alla stazione di Scigliano, passando per una viuzza strettissima in curva e in discesa, altamente rischiosa (foto).
Sono autisti davvero dotati di una grande professionalità, cui va tutto il mio sostegno. In pratica, trattenere il fiato diventa una costante, augurandosi minuto dopo minuto che, non succeda niente. Solo fatti fortuiti hanno evitato il peggio.
2) Com’è possibile che a volte i ritardi dei pullman sostituitivi siano mostruosi, aggirandosi dai pochi minuti ai 90? Sempre se va bene! Alcuni “rari” viaggiatori, (sono rari perché la maggior parte ha optato per soluzione alternative), mi dicono che a volte il pullman viene cancellato senza nessun preavviso, come è accaduto poche settimane fa dalla stazione di Rogliano.
Forse è accaduto perché il mezzo era rimasto in panne (e ti pareva!), da qualche parte e non c’è n’era un altro che potesse andare in sostituzione del già sostitutivo? Vorrei che fosse solo un gioco di parole ma non lo è! Il problema è, anche, che nessuno dice niente o prova ad informare i viaggiatori, che sono costretti ad aspettare, ad aspettare, abbandonati totalmente! Essi, nel caso menzionato, hanno provato, giustamente, a chiedere informazioni sulla situazione alla stazione a Rogliano, rimanendo zittiti in maniera maleducata dal personale in servizio.
3) Come si può accettare che per arrivare a Cosenza o peggio ancora all’Unical da Soveria Mannelli o da Decollatura ecc, si impieghino tra andata e ritorno quasi sei ore? Infatti la suddivisione si dispiega nel seguente modo: pullman Soveria-Rogliano: durata 90-100 minuti, (se va bene), da Rogliano in treno fino a Cosenza altri 30-40 minuti, da Cosenza all’Unical altri 20-30 minuti! In attesa del ripristino integrale della linea è possibile che non si possa sistemare diversamente la cosa e porre un rimedio a questa vera e propria odissea? Qui alcune possibili e ideali soluzioni.
Soluzione A) Pullman da Piano Lago, tramite A3, che copra: uscita Altilia, bivio Martirano, bivio Motta Santa Lucia, bivio Pedivigliano, poi Colosimi, prosegua per Bianchi, passi dalla strada provinciale 65 e arrivi a Bivio Bonacci (che è nel territorio di Carlopoli), giri poi per Soveria Mannelli e passando prima per la statale 19 si congiunga alla strada provinciale 241, di nuovo verso Colosimi e tramite di nuovo superstrada e A3 torni a Cosenza.
Soluzione B) Si potrebbe vedere, ed è la soluzione migliore che elimina il punto A e C e in parte quello D, se e come riaprire il tratto Rogliano-Scigliano. Mettendo in sicurezza e monitorando la zona della frana a Carpanzano. Potrebbe essere installato un sistema di allarme collegato a pluviometri, come è accaduto a Favazzina che, al superamento di forti quantitativi di pioggia attivi prescrizioni di rallentamento! Da Scigliano poi collegare col bus fino a Colosimi, (20 minuti circa) e poi da Colosimi riaprire il tratto ferroviario fino a Soveria Mannelli, anche in questo caso controllando il ponte a Vaccarizzo.
Soluzione C) Non si può o non si vuole aprire il tragitto ferroviario tra Rogliano e Scigliano ma, si può aprire il percorso tra Soveria Mannelli-Colosimi? Bene, allora si può pensare di far partire i pullman (vedi punto A) direttamente dalla stazione di Colosimi.
In tutto ciò si potrebbe pure pensare di mantenere, rivedere, ridurre o eliminare (punto B), l’attuale percorso sostitutivo che, copre i territori tra Scigliano e Carpanzano. Si può e si deve pure potenziare l’attuale pullman che passa da Colosimi alle 6:50, collegato da Soveria Mannelli alle ore 6:20 e che raggiunge l’autostazione a Cosenza. Perché poi, non pensare di fare partire il pullman da Decollatura verso Colosimi alle 6:05 tutti i giorni? Questo attualmente accade solo il lunedì.
Inoltre è necessario mantenere il pullman attuale delle 18:10 da Cosenza verso Colosimi e Bianchi, collegandolo anche a Soveria Mannelli e Decollatura! Adesso mi chiedo se può continuare ancora questo scempio? Quanto le Ferrovie della Calabria potranno ancora sopportare vari sprechi (…) e un notevole dispendio di denaro per tasportare tutto il materiale rotabile da Catanzaro a Cosenza?
Vorrei anche ricordare ai lettori e a chi sta ai piani alti, che non è accetabile solo il collegamento tra Catanzaro e Cosenza con i pullman diretti, come se tra le due città ci fosse un deserto non abitato da nessuno, ma, è imprescindibile concrettizare quelle tante parole che vengono fatte sull’aree interne, non da domani ma, già da oggi!