Bilancio più che positivo per le due giornate del FAI a Scigliano. Sabato 11 e domenica 12 ottobre 2025 si sono svolte all’insegna di una full immersion tra le strade del borgo, con le navette che si incrociavano tra le quattro destinazioni previste all’interno della cittadina appollaiata sul Savuto. Il meteo è stato clemente: due splendide giornate quasi primaverili, cielo terso e azzurro, sole luminoso che riscaldava l’atmosfera.
È stata l’apoteosi del turismo lento e consapevole che da sempre contraddistingue le Giornate FAI. A farla da protagonista è stato il Ponte Romano del II secolo a.C., che ha registrato un numero di visite mai raggiunto prima. Un serpentone di auto ha animato la carreggiata della strada provinciale che collega Scigliano allo svincolo autostradale.
Molti visitatori, dopo aver ammirato il ponte, hanno raggiunto Scigliano alla spicciolata, confluendo in Piazza Carmine Golia, punto d’incontro del FAI. Da lì partivano le navette per le altre visite in programma: cinque in tutto, un vero e proprio poker d’assi che Scigliano ha saputo calare, pur conservando nelle proprie “maniche” altri tesori da svelare nelle prossime edizioni. Un risultato che rende Scigliano unica nel panorama nazionale, essendo l’unica località ad aver ospitato ben cinque visite FAI contemporaneamente.
Per l’occasione sono stati esposti oggetti sacri dei secoli XIV, XV e XVI, custoditi nel caveau del Museo Diocesano di Cosenza: pezzi unici, alcuni dei quali fecero scuola per gli arredi sacri di tutto il Meridione. Tra affreschi e leggende, i volontari FAI hanno accompagnato i visitatori attraverso un percorso che toccava chiese, ostensori, abiti talari e altari in marmi policromi. Da non perdere la teca in marmo nero di Calabria che custodisce la “Sacra Spina”, reliquia che secondo la tradizione avrebbe trafitto la fronte di Cristo: un frammento di fede e leggenda che amplifica l’unicità del luogo.
Non sono mancate visite guidate improvvisate e fuori programma tra i borghi di Scigliano, mentre altri visitatori si dilettavano ad avventurarsi da soli tra le viuzze dei centri principali, complice il clima mite. Degno di nota il colpo di scena offerto dalle scoperte fatte dai volontari FAI insieme ad alcuni abitanti del luogo: la riscoperta del nucleo primordiale del Santuario di Santa Maria di Monserrato. Nascosta nella sacrestia dietro alcuni paraventi improvvisati, è riemersa la “Cona” contenente l’affresco originario che ispirò la costruzione della chiesa. L’edificio, realizzato con le pietre dell’antico castello poco distante, accolse poi un secondo quadro miracoloso, raffigurante la stessa immagine custodita in sacrestia.
Il turismo lento è stato valorizzato anche grazie alla Pro Loco di Scigliano, che ha offerto ai visitatori un menù turistico servito nella piazza principale, affacciata su uno scenario mozzafiato: il Reventino maestoso, illuminato da un sole quasi estivo, e sullo sfondo la foce del Savuto con le Isole Eolie che spiccavano all’orizzonte. Un panorama che ha reso ancora più invitante la scelta di fermarsi, rallentare e godersi pienamente la visita del borgo.
L’iniziativa del FAI ha riportato l’attenzione su un territorio da riscoprire. Scigliano si conferma un museo diffuso a cielo aperto, dove chiese, palazzi e scorci naturali convivono in perfetto equilibrio tra bellezza e memoria di un passato nobile e regale. La scommessa, ora, è non lasciare che le sue pietre, le sue storie e le sue leggende restino protagoniste solo di un weekend d’autunno o di pochi eventi isolati, ma che diventino un punto fermo del turismo culturale calabrese: lontano dal caotico “mordi e fuggi” di altre mete blasonate, ma pronto ad accogliere chi cerca arricchimento nello spirito e nella mente.




























