Nella prossima primavera (anno 2016) ci saranno le elezioni amministrative in sette comuni dell’area del Reventino: Cicala, Conflenti, Decollatura, Martirano, Serrastretta, Soveria Mannelli e Tiriolo.
Le elezioni, per quanto ultimamente piuttosto snobbate dall’elettorato in ogni angolo del Paese per via di una sempre crescente disaffezione per la politica, vanno sempre considerate come un’opportunità e un’arma (certamente metaforica), l’unica di cui disponiamo per far pervenire dei messaggi che possano in qualche maniera essere presi in considerazione dalle nostre classi dirigenti, normalmente sorde a qualunque sollecitazione e proposta che viene dal basso.
Prescindendo da ogni posizione preconcetta, men che meno politica (o meglio partitica), trattandosi tra l’altro di semplici elezioni amministrative, il giudizio delle popolazioni del Reventino dovrebbe basarsi solo su fatti concreti e sulle sensazioni positive che provengono dall’una o dall’altra parte in lizza, rifuggendo soprattutto dalle facili promesse (quasi sempre disattese) e dalla tentazione di affidarsi a chi è disposto a salvaguardare degli interessi personali e non collettivi, alimentando quel “familismo amorale” che ha determinato per secoli e ancora determina l’arretratezza dei nostri territori e quell’atavica scarsità di senso civico che spesso caratterizza le regioni dell’Italia meridionale.
Un atteggiamento, quello del “familismo amorale”, individuato dal sociologo americano Edward C. Banfield nel suo studio “Le basi morali di una società arretrata”, fin dal lontanissimo 1958, e di recente ben spiegato da Francesco Bevilacqua che lo ha così sintetizzato: “E’ familista amorale chi è interamente votato a conseguire gli interessi della sola propria famiglia nucleare (genitori e figli)”.
Ciò che bisognerebbe prendere seriamente in considerazione nello scegliere o confermare un’amministrazione comunale dovrebbe quindi essere esclusivamente la sua capacità di pensare al bene comune e non a quello di pochi, anche perché dovrebbe risultare evidente che migliorando le condizioni socio-economiche di un’intera popolazione (nessuno escluso) non possono che migliorare anche quelle dei singoli. Al contrario, è dimostrato che in un contesto sociale in cui solo pochi singoli stanno bene e tutti gli altri male, non ci sarà mai quel clima sociale positivo che possa far godere a quei pochi il loro benessere fino in fondo.
L’invito ai cittadini del Reventino è dunque prima di tutto quello di evitare di disertare le urne, facendosi sopraffare dalla rassegnazione, ma anche quello di ponderare bene prima di decidere a chi concedere il proprio voto, comprendendone a fondo l’importanza. E’ opportuno mettere da parte qualunquismo e superficialità per poter utilizzare il voto per quello che è: una grande opportunità, uno strumento democratico per scegliere i nostri rappresentanti, coloro che possono spendersi a favore di tutta una comunità e che abbiano la capacità di programmare uno sviluppo diffuso e compatibile con le risorse effettivamente disponibili nel territorio di riferimento.
Non guasterebbe poi avere la possibilità di cogliere nei futuri candidati un pizzico di “visionarietà” e cioè di quella capacità di prevenire e non semplicemente adattarsi ai cambiamenti che incombono sulla nostra società e che ci riserva il futuro, di provare a essere almeno un po’ in vantaggio sui tempi…