Salutare per ultima volta una mamma è già un fardello insostenibile. Se poi il commiato è scritto da un virus che c’è anche se non si vede, portando morte e problemi in tutto il mondo, il quadro è apocalittico. C’è ineffabile dolore confuso a incredulità nei pensieri e nelle parole di Antonella e Francesca. Sentimenti comuni. Sono le figlie della signora di Cropani, morta nei giorni scorsi, reparto terapia intensiva “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, per malattia infettiva Covid 19. Hanno scritto una lettera le due sorelle per manifestare un dolore comune a tanti e per dire grazie a medici, infermieri e non solo.
Si legge nella missiva: «Ed eccoci qui, giunte − scrivono Antonella e Francesca − all’epilogo di un periodo triste, turbolento e doloroso, che ci ha portato a perdere mamma, donna forte, coraggiosa, generosa, travolta da un male subdolo e sconosciuto ed eccoci qui a ripensare ai suoi racconti, lucidi e toccanti, della sua vita passata nell’amata terra. Ed è qui nel tuo paese che ci teniamo a ringraziare tutti i medici, gli infermieri e il personale sanitario che ti è stato accanto, mamma, con profonda umanità, persone ora in prima linea per combattere con forza dirompente questa battaglia, persone come noi con le stesse fragilità e paure. Proprio quella paura che, purtroppo, troppo spesso sfocia in illogiche, dannose, fuorvianti degenerazioni e che, al tempo stesso, ci ha fatto scoprire o riscoprire l’umanità, la gentilezza e il cuore di chi, seppur preoccupato per se stesso, ha speso parole di affetto e sostegno in tuo nome. Con ciò volevamo ringraziare tutti coloro che ci sono stati e saranno vicini, nei gesti e nelle parole. Tutta la comunità di Cropani, in particolare il Sindaco Raffaele Mercurio, i parroci e le forze dell’ordine che hanno gestito la nostra situazione con grande umanità e grande rispetto. La comunità di Sersale e di Botricello che ci ha espresso il loro cordoglio. Per ultimo, ma non per importanza, un commosso ringraziamento a tutti gli amici, parenti e conoscenti che ti hanno, mamma, fatto compagnia nei momenti di solitudine, aiutata nel momento del bisogno anche solo con un sorriso. Con la speranza che presto la “normalità” troni nelle nostre vite che il tuo sacrificio rimanga il primo e l’unico caso del paese, che un così triste epilogo non accompagni più il cuore di nessuno. Ciao Mamma».
Vale per Antonella e Francesca, vale per le numerosissime persone che hanno perduto i loro cari senza poterli piangere con una degna sepoltura. Doppia mestizia: morire e morire soli.
di Enzo Bubbo