Colosimi – Nel primo anniversario della scomparsa di Giovanni Toscano, fondatore dell’Avis di Colosimi tre le manifestazioni in ricordo dell’indimenticabile presidente: Messa in suffragio, benedizione sede (a lui già intitolata) e giornata della donazione del sangue.
Una manifestazione di affetto per una straordinaria persona, il cui senso è di ricordarlo per quello che ha fatto nel sociale. Una lezione di vita che ha lasciato in dote agli avisini e alla comunità, e aggiungiamo anche la responsabilità di capofamiglia, padre affettuoso e generoso, il cui coraggio, la dignità nel soffrire e la solidarietà hanno reso di lui uomo da imitare nella vita.
Tanta la commozione nei partecipanti alla Santa Messa nella parrocchia Santa Maria dell’Assunta, celebrata dal giovane parroco don Giuseppe Trotta, le cui parole nel ricordare Giovanni hanno toccato il cuore. Il popolo avisino di Colosimi e paesi limitrofi, insieme alle istituzioni e associazioni del volontariato si sono stretti intorno alla famiglia, presenti i figli e la moglie.
Una chiesa gremita, commossa e silenziosa raccolta nel ricordo di un grande uomo, ha ascoltato le parole di don Giuseppe che nel corso dell’omelia che di Giovanni ha sottolineato “le straordinarie qualità di uomo e volontario delle donazioni del sangue, la cui tenacia e sobrietà saranno di sostegno a tutti noi nel proseguire il progetto da lui avviato”.
Al termine della celebrazione religiosa, il presidente dell’Avis Antonio Talarico insieme ai familiari del defunto e un nutrito gruppo si è spostato presso la sede avisina intitolata a “Giovanni Toscano” dove don Giuseppe ha benedetto l’accogliente locale.
A margine della cerimonia il presidente Talarico, di Giovanni Toscano ha detto quanto di seguito pubblichiamo. <<E’ difficile raccogliere tutti i ricordi, ripensare a momenti particolari: tanti sono infatti gli eventi, gli incontri, i legami stretti con le istituzioni, molto stimato in ambito provinciale e punto di riferimento per tutta l’associazione; motivo di orgoglio, della comunità per la straordinaria competenza e umanità. Giovanni amava l’Avis profondamente, spesso metteva l’associazione al di sopra di tutto, aveva una visione lungimirante e lucida della politica associativa, capiva a fondo l’importanza della donazione di sangue, non come impatto sociale di numeri e percentuali ma come strumento salvavita di situazioni a volte tragiche e disperate.
Per questo non ha mai smesso di diffondere la cultura del dono del sangue, per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sollecitare l’interesse e la partecipazione della cittadinanza alle donazioni, come impegno di valore morale e sociale e di civile comportamento. Nell’ambito dell’attività interna associativa, le sue parole hanno sempre espresso incoraggiamento e apprezzamento per i collaboratori, in particolare per i più giovani, di cui era molto orgoglioso e per i quali ha rappresentato una guida carismatica, competente e appassionata non solo nell’Avis ma anche nello sport.
Anche nei momenti più difficili della malattia, il suo spirito avisino e la passione associativa non vennero mai meno. La scomparsa di Giovanni ha lasciato un grande vuoto in tutta la comunità avisina. L’eredità che ha affidato ai donatori, ai dirigenti, ai collaboratori è altrettanto grande: l’esempio di un uomo generoso e tenace, rigoroso e appassionato nel suo amore per l’Avis; l’insegnamento di una fede avisina senza incertezze; l’impegno ad operare sempre meglio per far crescere sempre più l’Avis, alla quale ha dedicato con entusiasmo tutta la sua vita.
Infine, il suo testamento morale: il dono delle cornee, come ultima espressione della sua inesauribile generosità. Un uomo che non si è mai sottratto al ruolo di guida morale, e anche materiale dell’associazione, e la bellezza della solidarietà è stato il perno cui credeva fermamente.>>
di Pasquale Taverna