Catanzaro – Dopo il successo al Museo Marca, l’artista si racconta parlandoci di sé, delle sue passioni e dei progetti futuri, abbiamo posto chiesto un’intervista a Claudio Caroleo ha risposto alle domande de ilReventino.it fornendo piena disponibilità parlandoci di sé, delle sue passioni e dei progetti futuri. Ricordiamo che con la conquista del 2° posto si è concluso il vernissage di Claudio Caroleo alla Biennale d’Arte Contemporanea 2024, presso il Museo MARCA di Catanzaro. Sono tre le opere esposte dall’artista, tutte e tre astratte/informali e realizzate con la tecnica dell’acrilico su tela. Chi vuole, può cliccare sul titolo Le opere di Claudio Caroleo al Museo MARCA di Catanzaro e rileggere l’articolo, che abbiamo pubblicato su queste pagine, per conoscere la descrizione delle opere fornita diettamente dall’artista.
– Hai dichiarato in una intervista che il titolo del film che più ti rappresenta è Al di là della vita di Martin Scorsese, titolo che hai utilizzato per una tua mostra. Cosa ti avvicina al film, e soprattutto quali delle tue opere al film?
Sì, è il titolo che ho utilizzato per una delle mie prime mostre. Esposizione organizzata grazie all’aiuto della mia cara amica Giuliana. Questo è sicuramente il film che più mi rappresenta ed il film in cui mi rispecchio maggiormente. È la storia di un uomo che è costretto ad affrontare i suoi tormenti che lo perseguitano da ormai troppo tempo, nonché una storia di redenzione spirituale e ricerca interiore di sé. Quasi tutte le mie opere hanno qualcosa che richiama la ricerca di sé stessi, non saprei citarne una in particolare.
– Hai avuto esperienze lavorative nel cinema, dipingi, sei giornalista, hai scritto dei libri e hai anche fatto lo speaker radiofonico, quale è il leit motiv di questi tuoi molteplici ruoli/interessi? E quale di queste espressioni ti rappresenta di più?
Alla base di tutto c’è la voglia di divertirsi. Vivere più ambienti aiuta nella propria formazione personale, artistica e professionale. Ogni forma d’arte mi rappresenta ed è un pezzo di me.
Per quanto riguarda il settore cinematografico, ho spesso lavorato come figurante in vari progetti come lungo e cortometraggi o videoclip; ma ho anche avuto piccoli ruoli veri e propri. Con l’occasione, vorrei salutare e ringraziare il regista, nonché mio amico Giovanni Carpanzano, il quale, nel marzo del 2023, mi ha dato la possibilità di prendere parte come comparsa alle riprese della sua opera prima Il Vuoto. Ricorderò per sempre quella fantastica esperienza, in quanto è stata la prima volta su un set di un lungometraggio. Al momento sono in attesa dell’uscita del film Mani Nude, con protagonista Alessandro Gassman e diretto da Mauro Mancini, in cui ho avuto una piccola parte; e successivamente uscirà un docu-film in cui ricopro il ruolo di co-protagonista.
– C’è stato un momento in cui hai abbandonato la pittura, perché e cosa ti ha spinto a tornare a dipingere?
Sì. Fu per un periodo parecchio lungo, durato tanti anni. Non riuscivo a trovare la mia strada. Provai più volte, ma sempre con scarsi risultati. Ma tutto cambiò dopo la visione del film Vicky Cristina Barcelona (2009) di Woody Allena, in cui, Javier Bardem interpretava un pittore piuttosto particolare, in cui io, mi ci rispecchiavo pienamente. Questo film, e la straordinaria interpretazione di Bardem, ebbero l’incredibile forza di farmi ritrovare la motivazione.
– Parliamo delle tue opere, in particolare le ultime tre con cui hai partecipato alla Biennale d’Arte Contemporanea al Museo Marca in visione fino al 19 novembre: L’indiscreto fascino del peccato, La legge del desiderio e Melanconia, fanno parte di un unico progetto?
No. Ma sicuramente L’indiscreto fascino del peccato e La legge del desiderio potrebbero avere dei punti di contatto e degli elementi in comune, come ad esempio, le allusioni sessuali e gli istinti primordiali dell’essere umano. Melancholia è invece ispirato alla pellicola di Lars von Trier, il quale, sono fermamente convinto sia uno dei pochi geni contemporanei ancora viventi. Film come Melancholia sono una fonte di continua ispirazione.
– Il tuo rapporto con la musica?
Sicuramente ottimo. Direi funzionale. La musica mi aiuta a trovare la concentrazione giusta. Ci sono diverse playlist, composte da artisti completamente differenti tra di loro, che mi tornano utili nel momento mi trovo davanti alla tela ancora completamente bianca.
– Hai scritto un libro. Puoi dirci qualcosa?
Sì. A breve dovrebbe uscire. Si chiama Alejandro González Iñárritu e l’ascesa del Cinema Messicano. È un lungo viaggio tra le origini e la storia del cinema in Messico, ripercorrerà le tappe più significative con un focus sulle figure e le opere più rappresentative dell’epoca. Ma il vero elemento di studio, sarà appunto la figura di questo straordinario regista e della sua straordinaria filmografia.